L'enigma di Aton Ay dal Signore delle terre al Signore dei Cieli.

Napoli, SEN 1981, cm.16,5x24, pp.116, brossura

Testo in lingua italiana e inglese. Firenze, Edifir 2006, cm.21,5x30,5, pp.332, oltre 200 fra illustrazioni e tavole bn.e a colori nel testo, legatura editoriale con sopraccoperta figurata a colori. Coll.Restauro. L'opera tratta il restauro, iniziato nel 1996 e tutt'ora in corso, del complesso di Santa Maria degli Angiolini dalle antichissime origini (almeno dal XIII secolo) e situato nel centro di Firenze presso il Museo archeologico. Oggi l'area è sede di un convento di suore domenicane e di un conservatorio. La Studio Art Centers International Florence ne ha curato il restauro con il contributo dell'Ente Cassa di Risparmi di Firenze. Il volume è diviso in tre parti: La Storia (che segue le principali vicende storico-artistiche dalle origini ad oggi ed in particolare dal Cinquecento al Novecento), Il Restauro e La Diagnostica e il suo testo è in lingua italiana ed inglese.

Leipzig, Peters Ed. s.d. cm.30x23, pp.87, brossura

Milano, La Nave di Teseo 2016 cm.15x21, pp.469, brossura con bandelle, retrocopertina figurata a colori. Coll. I Fari,1. Crisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato... Questo è l'ambiente - ben noto - in cui ci muoviamo: una società liquida, dove non sempre è facile trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette). Di questa società troviamo qui i volti più familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilità che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. E naturalmente molto altro, che Umberto Eco ha raccontato regolarmente nelle sue Bustine di Minerva. È una società, la società liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalità, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. Confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. "Pape Satàn, pape Satàn aleppe", diceva Dante nell'"Inferno"(VII, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia.