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Piacevoli e capricciosi ragionamenti.

Author:
Curator: A cura di Antonio Piccone Stella.
Publisher: Bompiani.
Date of publ.:
Series: Coll.Il Centonovelle. Novelliere Antico e Moderno.
Details: cm.13x21, pp.LV,381, brossura. Coll.Il Centonovelle. Novelliere Antico e Moderno.

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A cura di Paolo Marino. Roma, Salerno Editrice 2012, cm.16x24, pp.734, legatura editoriale in tutta tela, sopraccoperta. Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Aretino. Con i tre scritti di materia agiografica qui raccolti, Pietro Aretino chiude la stagione delle opere religiose nel segno della committenza di Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto e governatore di Milano. Dopo i Salmi, l'Umanità di Cristo e il Genesi (riuniti nel primo tomo di questo stesso volume), le Vite di Maria Vergine, di santa Caterina d'Alessandria e di san Tommaso d'Aquino costituiscono, oltre che l'estremo e illusorio assalto alla porpora cardinalizia, anche lo strumento, talora sottilmente ricattatorio, per sollecitare la corresponsione delle rate della pensione che Aretino vanta sulle casse milanesi. Composte e date alle stampe in successione nello stretto giro di anni che va dal 1539 al 1543, le Vite rappresentano uno snodo fondamentale nel percorso di ricerca stilistica ed espressiva su cui Aretino ha orientato la riscrittura della materia sacra sin dalle prime parafrasi bibliche. Lo scopo primario resta quello di coinvolgere emotivamente il lettore, restituendo alla sensibilità e al gusto cinquecenteschi alcuni momenti topici della storia religiosa; ma differente è qui la declinazione degli espedienti artistici adoperati nella narrazione degli eventi sacri. Il patetismo a tinte forti, il descrittivismo pittorico e l'impiego diffuso della similitudine assumono nelle agiografie una coloritura peculiare che si vena per larghi tratti delle tonalità più cupe dell'ascetismo, il tutto sempre all'interno di una trama retorica energicamente strutturata.

EAN: 9788884027368
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A cura di Carmine Moccia, Enrico Garavelli, Giovanni Rabitti. Roma, Salerno Editrice 2010, cm.16x24, pp.500 legatura editoriale in tutta tela,sopraccoperta. Coll.Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Aretino, vol.5.2. Aretino e Pasquino rappresentano un'endiadi apparentemente indissolubile. Malgrado le ampie zone d'ombra che gravano sulle prime esperienze romane dello scrittore e sul costituirsi della sua vocazione di poeta satirico, la sua fama è saldamente legata ai testi pasquineschi prodotti in occasione del conclave del 1521, da cui uscì papa Adriano VI. Molto prima del progetto dei libri di Lettere, i testi poetici e prosastici di argomento politico costituiscono per l'autore uno strumento efficace di intervento nella scena contemporanea. Si tratta di una pratica che, pur sottoposta a inevitabili trasformazioni nei modi, non viene sostanzialmente mai meno nell'arco di circa un quarantennio. Proprio la natura "anonima" del codice satirico-pasquinesco rende talvolta controversa l'attribuzione dei singoli componimenti; da testimonianze coeve sappiamo come ciò si verificasse anche per gli intrinseci di Pietro. Ciò che non perde tuttavia di evidenza dal 1521, negli anni convulsi successivi al Sacco di Roma, fino al periodo contrassegnato dall'avvio dei lavori del Concilio di Trento e dall'affermarsi dell'egemonia spagnola, è la volontà aretiniana di confrontarsi con gli interlocutori più prestigiosi del suo tempo. È vero che le testimonianze ci consegnano l'immagine di una pratica che tende a ritrarsi in spazi privati, abbandonando i testi di ampio respiro con i quali il giovane Pietro si illudeva di ritagliarsi un ruolo nel gioco politico internazionale...

EAN: 9788884026774
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Precede uno scritto del De Sanctis su Pietro Aretino. Milano, Istituto Editoriale Italiano- Notari 1929, cm.12x17, pp.260,XI, due fregi in nero di Duilio Cambellotti. legatura editoriale in tutta tela, sopraccoperta. Capolavori Italiani. Collezione diretta da S.E.Ferdinando Martini.
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A cura di Marco Faini. Roma, Salerno Editrice 2012, cm.16x24, pp.392, 1 tav.ft. legatura editoriale in tutta tela, sopraccoperta. Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Aretino, vol.6.2. Aretino e Pasquino rappresentano un'endiadi apparentemente indissolubile. Malgrado le ampie zone d'ombra che gravano sulle prime esperienze romane dello scrittore e sul costituirsi della sua vocazione di poeta satirico, la sua fama è saldamente legata ai testi pasquineschi prodotti in occasione del conclave del 1521, da cui uscì papa Adriano VI. Molto prima del progetto dei libri di Lettere, i testi poetici e prosastici di argomento politico costituiscono per l'autore uno strumento efficace di intervento nella scena contemporanea. Si tratta di una pratica che, pur sottoposta a inevitabili trasformazioni nei modi, non viene sostanzialmente mai meno nell'arco di circa un quarantennio. Proprio la natura "anonima" del codice satirico-pasquinesco rende talvolta controversa l'attribuzione dei singoli componimenti; da testimonianze coeve sappiamo come ciò si verificasse anche per gli intrinseci di Pietro. Ciò che non perde tuttavia di evidenza dal 1521, negli anni convulsi successivi al Sacco di Roma, fino al periodo contrassegnato dall'avvio dei lavori del Concilio di Trento e dall'affermarsi dell'egemonia spagnola, è la volontà aretiniana di confrontarsi con gli interlocutori più prestigiosi del suo tempo. È vero che le testimonianze ci consegnano l'immagine di una pratica che tende a ritrarsi in spazi privati, abbandonando i testi di ampio respiro con i quali il giovane Pietro si illudeva di ritagliarsi un ruolo nel gioco politico internazionale...

EAN: 9788884027542
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