Maledetti giornalisti.

Berater Dr. Jim Flegg, Ubersetz von Wiebke Krabbe. Verla an der Este 2008, cm.23x29,5, pp.48, legatura ed.cop.fig.a col. 100 kurze Kapitel erzählen von der Entstehung und vom Aussterben der Dinosaurier, von der Aufzucht ihrer Jungen, von der Verteidigung gegen Feinde, von ihrer Nahrungsaufnahme und davon, wie die Menschen das Leben und die Gewohnheiten dieser Ur-Tiere erforscht haben. Die leicht verständlichen Texte und anschaulichen Illustrationen werden ergänzt durch kleine Rätsel, Quizfragen und Bastelanleitungen. Sie laden ein, einen eigenen Dinosaurier zu erfinden oder eine Dinosaurier-Maske zu basteln.

Illustrazioni di Nicoletta Pagano. Firenze, La Biblioteca Ed. 2002, cm.19,5x25,5, pp.48, numerose illustrazioni a colori nel testo legatura editoriale cartonata, copertina figurata a colori. Coll.Tanti Modi di.... Letture per + di 7 anni.

Analysées et appréciées par Ernest Faivre. Paris, Librairie de L.Hachette et Cie 1862, cm.15x23,5, pp.(4),444, 4 tavv. incise in append., brossura (dorso parzialmente fessurato, altrimenti esemplare in ottimo stato.)

Roma, Salerno Editrice 2021, cm.15x23, pp.140, brossura sopraccop.fig. Coll.Studi e Saggi,59. Alla luce delle teorie "apocalittiche" della letteratura elaborate da Northrop Frye e Frank Kermode, nei quattro capitoli di questo volume vengono affrontati testi assai diversi fra loro e rappresentativi di fasi distinte della modernità, dalla fine dell'Ottocento al secolo presente. Si succedono nell'analisi un capolavoro del naturalismo tardo (I Viceré di Federico De Roberto, 1894), un romanzo "modernista" della Resistenza (Uomini e no di Elio Vittorini, 1945), un racconto molto sperimentale di un narratore cattolico (Il cane sull'Etna di Mario Pomilio, scritto nel 1967, a stampa nel 1978), un monumento cupo e fervido del nostro millennio appena iniziato (Dai cancelli d'acciaio di Gabriele Frasca, 2011). Pagine distanti per il momento e il clima di cui serbano il colore, per i retroterra inassimilabili degli autori, per le poetiche: ma ne emerge una condizione comune, dolente e inquieta. De Roberto, Vittorini, Pomilio e Frasca testimoniano infatti, ciascuno a suo modo, che l'inferno - quale secondo Frye può essere trasposto nelle metafore «demoniache» del reale che la letteratura produce - è divenuto, quasi, il luogo naturale dell'uomo, da quando non ci assistono più, col loro splendore remoto, le promesse della Storia che confortarono l'Occidente fino alla metà dell'Ottocento. Orfani, come tutti, delle grandi narrazioni collettive, questi scrittori sembrano rifletterne l'esaurimento in intrecci problematici e ambigui; non possono più sciogliere le peripezie in un finale che sia un approdo e una risposta, del genere di quelli ritenuti da Kermode risolutivi, in un racconto, come un'apocalisse. I loro personaggi restano ad aggirarsi nell'inferno; e insieme manifestano il bisogno di evaderne (col riso, con la profezia, col respiro di un'utopia) e di trovare, cosi, un'altra via per il senso.