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#309681 Dantesca

L'equivoco del nome. Rime incerte fra Dante Alighieri e Dante da Maiano.

Author:
Publisher: Salerno Ed.
Date of publ.:
Series: Coll.Pubblicazioni del "Centro Pio Rajna". Quaderni della "Rivista di Studi Danteschi",10.
Details: cm.16,5x24, pp.104, brossura sopraccoperta. Coll.Pubblicazioni del "Centro Pio Rajna". Quaderni della "Rivista di Studi Danteschi",10.

Abstract: Nella critica dantesca è opinione consolidata che le prime esperienze di Dante rimatore siano avvenute nel segno di Guittone: lo proverebbero anzitutto i sonetti che il giovane Alighieri avrebbe scambiato con il suo omonimo Dante da Maiano, e attestati unicamente dalla "Giuntina di rime antiche", l'antologia dell'antica lirica toscana pubblicata dai Giunta a Firenze nel 1527. Tuttavia, le rime di corrispondenza con Dante da Maiano attribuite all'Alighieri dalla Giuntina, in particolare i due sonetti della tenzone del «Duol d'amore» (Qual che voi siate, amico e Non canoscendo, amico), evidenziano uno stile che è troppo simile a quello del Dante minore per non far sorgere il sospetto che siano una falsificazione di quest'ultimo al fine di accreditare sé stesso come corrispondente dell'autore della Vita nuova e della Commedia. E da un'indagine sistematica condotta col sussidio del corpus elettronico della nostra poesia dei primi secoli risulta che, oltre a quelle del «Duol d'amore», anche altre rime di impianto guittoniano riconosciute tradizionalmente come dantesche, in particolare Se Lippo amico e Lo meo servente core, potrebbero essere derubricate a dubbie, se non addirittura a spurie. Ne uscirebbe di conseguenza fortemente indebolita l'idea di un Dante giovanissimo che, prima di seguire la maniera di Guido Cavalcanti, avrebbe poetato nello stile di Guittone. I sei capitoli che costituiscono il libro, già pubblicati separatamente in veste di saggi autonomi, rappresentano la continuazione di una ricerca che ha prodotto nel 2011 un saggio dello stesso autore apparso nella medesima collana (Dante e la paternità del 'Fiore'). Lì, sulla base di riscontri stilistici stringenti, si ipotizzava che a scrivere il Fiore e il Detto d'Amore potesse essere stato Dante da Maiano e non l'Alighieri. Qui, oltre alle questioni di paternità di singole rime, l'interesse del volume è anche metodologico, ai fini di una riconsiderazione teorica dell'attribuzionismo letterario e delle pratiche filologiche che lo riguardano.

EAN: 9788869734717
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#221198 Dantesca
Roma, Salerno Editrice 2011, cm.17x24, pp.143,(1), brossura sopraccoperta applicata al dorso. Pubblicazioni del Centro Pio Rajna. Collana Quaderni,6. Nella storia di tutte le letterature del mondo non esiste altra opera anonima a cui, a pari del Fiore, la critica filologica abbia attribuito tanti possibili autori. Questo testo in 232 sonetti, è stato riconosciuto a Brunetto Latini, Rustico Filippi, Cecco Angiolieri, Folgore da San Gimignano, Antonio Pucci e altri. Ma è Dante che ha calamitato l'attenzione dei filologi. In questo saggio la questione del "Fiore" viene affrontata nella sua complessità, alla luce di tutta la bibliografia critica prodotta dal 1881 a oggi. Il lavoro vuole dissociare definitivamente Dante dal testo del "Fiore". La proposta di un altro rimatore con titoli più solidi ad accollarsene la paternità, le osservazioni critiche sulla lezione del testo vulgato e l'invito a riconsiderare l'effettiva paternità di alcune rime oggi unanimemente riconosciute all'autore della Commedia sono risultati accessori di rilievo, ma tutto sommato secondari rispetto alla finalità di liberare uno dei più grandi poeti della storia dell'umanità del peso di un'opera che attribuita a un autore di secondo piano può risultare anche interessante, ma guardata dall'altezza di Dante risulta irrimediabilmente inadeguata.

EAN: 9788884027245
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Roma, Castelvecchi 2011, cm.14x21, pp.314, brossura, copertina figurata a colori con bandelle. Collana Biblioteca dell'Immaginario, 14. Quando l'alba del Ventesimo secolo stava per vedere la luce, il pianeta Terra era, per i suoi stessi abitanti, un mondo ancora parzialmente sconosciuto. Le remote regioni dell'Antartide, in modo particolare, con le loro glaciali distese di nevi eterne, rappresentavano per i più arditi una sfida irrinunciabile, un richiamo che spinse tra le braccia dell'ignoto gli elementi migliori di una generazione di coraggiosi. Pronti a tutto, gli esploratori dell'estremo Sud, a cui è dedicato questo libro, salparono dal porto di Anversa a bordo della nave Belgica nel 1897. Il loro sogno proibito sarebbe stato raggiungere - primi tra gli umani - il cuore del Polo Sud. Ma l'inclemenza degli agenti atmosferici cospirò contro questo sogno, costringendo l'equipaggio a restare prigioniero dei ghiacci per quasi un anno. Tra di loro, oltre al comandante Adrien de Gerlache, al naturalista Ermi Racovitza, al cuoco Michotte e al giornalista Cook, c'è anche l'austero norvegese Roald Amundsen, protagonista di una straordinaria avventura, che intreccia la storia di una spedizione scientifica con il mito di Moby Dick, la balena bianca, e del tesoro perduto del celeberrimo Vascello Fantasma... imprese leggendarie come quella che, partendo dall'esperienza della Belgica, consentirà davvero a Roald Amundsen di conquistare il Polo Sud il 14 dicembre del 1911.

EAN: 9788876156533
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#319621 Biografie
University of Toronto Press 1994, cm.15x24, pp.XXIII,472, 29 figure bn.nt. legatura editoriale cartonata telata, sopraccoperta figurata.

EAN: 9780802059222
EUR 12.00
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