Memorie di un venditore di libri.

Firenze, Alinea Editrice 1982, cm.14x21, pp.91, br. cop.ill. Coll.Studi e Ricerche,13.

Venezia, Marsilio Ed. 2003, cm.12x21, pp.204, br.cop.fig.a col., con bandelle. Coll.Gli Specchi della Memoria.

Parma, Museo Bodoniano-Artegrafica Silva 2008, cm.15x24, pp.205, alcuni ritratti in bn.nt. br.cop.fig.con bandelle. Ottimo esemplare Coll. Caratteri,1.

Traduz,di Gaia de Beaumont. A cura di Enrica Villari. Venezia, Marsilio Ed. 2001, cm.12,5x19, pp.236, br.cop.fig.a col. Coll.Grandi Classici Tascabili. Scritto in prima persona da John Cleland, un inglese del Settecento dalla vita avventurosa, Fanny Hill è un capolavoro della letteratura erotica perché una psicologia maschile tenta l’impresa di arrivare ad afferrare il piacere della donna realizzando un punto d’incontro particolarmente felice tra desiderio maschile e desiderio femminile. Quando fu pubblicato nel 1749 suscitò uno scandalo enorme. E ancora nel 1964 lo scandalo perdurava, quando al tribunale di Manchester si discusse di Fanny Hill ristampato per la prima volta a distanza di due secoli senza tagli. Ma Fanny Hill è un capolavoro dell’erotismo e non della pornografia. A dispetto della assoluta esplicitezza nella descrizione dei piaceri del coito in infinite variazioni tecniche, Fanny Hill è il romanzo della donna che non si nega ma si dà perché spinta da una passione fisica troppo impetuosa per resistere, è il romanzo della sessualità ardente e felice, che non si sottrae al desiderio maschile, che non ricerca la rispettabilità nella freddezza.