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Der Aufruf an Die Kulturwelt! Das Manifest Der 93 Und Die Anfange Der Kriegspropaganda Im Ersten Weltkrieg. Mit Einer Dokumentation.

Author:
Publisher: Franz Steiner Verlag.
Date of publ.:
Details: cm.17x24, pp.247, brossura. Collana HMRG. Beihefte,18. Testo in tedesco.

Abstract: Am 4. Oktober 1914 wurde der Aufruf aAn die Kulturwelt!o veroffentlicht. Seine 93 Unterzeichner, herausragende Gelehrte und Kuenstler von Max Planck bis Gerhart Hauptmann, wollten mit ihm fuer Deutschlands Sache eintreten - mit dem gerade entgegengesetzten Effekt: Der Aufruf ist zu dem Schluesseldokument geworden, das wahrend des Ersten Weltkrieges und noch heute die Problematik der deutschen Kriegspropaganda symbolisiert, deutsche (Professoren-)Arroganz belegen sollte und weiterhin belegt. Die genaue Beschaftigung mit den Verfassern wie mit der Genese des Dokuments stellt dieses freilich in den Kontext des deutschen Kulturliberalismus mit seiner Opposition gegen die wilhelminische Kulturpolitik und zugleich in den Kontext der Kriegspropaganda auch der Ententemachte, wobei auch die Wirkungsgeschichte mit beruecksichtigt wird. Ausgehend von der Beteiligung amtlicher Stellen am Zustandekommen des Aufrufs werden in einem zweiten Teil die Anfange der Institutionalisierung der deutschen Kriegspropaganda dargestellt, die bisher nur sehr in Ansatzen erforscht waren. Die Dokumentation bietet den Wortlaut wichtiger Tagebuecher, Briefe und Zeitungsartikel, sowie der amtlichen Akten. Der Aufruf selbst wird in vier Textstufen vom Autograph bis zum Druck prasentiert. "Obwohl gerade zu diesem Aufruf wichtige Monographien vorliegen, eroffnet die Verbindung der Kombinationsfahigkeit eines Literaturwissenschaftlers und der lange Blick des Althistorikers ein tieferes Verstandnis fuer die Entstehungsbedingungen dieses Manifests der Identifikation." FAZ "Die Studie ist insgesamt gerade auch mit ihren Abbildungen, den in groaem Umfang abgedruckten Dokumenten und dem ausfuehrlichen Quellen- und Literaturverzeichnis ein wichtiger Beitrag nicht nur zur Geschichte des 1. Weltkriegs, sondern auch zur Geistes- und Universitatsgeschichte am Anfang unseres Jahrhunderts." Das Historisch-Politische Buch "Der Band gibt Einblick in eine weithin verdrangte Episode deutscher Wissenschaftsgeschichte. Aktuell bleibt die Nachzeichnung der Mechanismen der Verfuehrbarkeit und der Verfuehrung von Intellektuellen durch den Einflua wissenschaftsfremder Interessen." Universitas "Die Autoren dieses Bandes konnen fuer sich in Anspruch nehmen, die Genese des Aufrufs umfassend erforscht und in allen wesentlichen Einzelheiten dargestellt sowie in einem hochinteressanten, vielgestaltigen Anhang dokumentiert zu haben." Militargeschichtliche Mitteilungen.

EAN: 9783515068901
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Note: Dorso lievemente scolorito.
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Milano, Bietti Editore 1966, cm.14x21, pp.333, brossura con copertina figurata a colori. Collana Il Picchio,39.
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Perché dovremmo vergognarci del fascismo. Milano, Arnoldo Mondadori Editore 2022, cm.15x21, pp.350, brossura con bandelle e copertina figurata. Collana Strade Blu. «Cent'anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l'aveva messo al mondo». Comincia così il racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. Una figura di cui la maggioranza degli italiani si è fatta un'idea sbagliata: uno statista che fino al '38 le aveva azzeccate quasi tutte; peccato l'alleanza con Hitler, le leggi razziali, la guerra. Cazzullo ricorda che prima del '38 Mussolini aveva provocato la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli. Aveva conquistato il potere con la violenza - non solo manganelli e olio di ricino ma bombe e mitragliatrici -, facendo centinaia di vittime. Fin dal 1922 si era preso la rivincita sulle città che gli avevano resistito, con avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e trascinati nelle vie di Torino. Aveva imposto una cappa di piombo: Tribunale speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne da molti posti di lavoro. Aveva commesso crimini in Libia - 40 mila morti tra i civili -, in Etiopia - dall'iprite al massacro dei monaci cristiani -, in Spagna. Aveva usato gli italiani come cavie per cure sbagliate contro la malaria e per vaccini letali. Era stato crudele con tanti: a cominciare da Ida Dalser e dal loro figlio Benitino. La guerra non fu un impazzimento del Duce, ma lo sbocco logico del fascismo, che sostiene la sopraffazione di uno Stato sull'altro e di una razza sull'altra. Idee che purtroppo non sono morte con Mussolini. Anche se Cazzullo demolisce un altro luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. E l'antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.

EAN: 9788804751168
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