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Storia della ceramica di Montelupo. Vol.II: Le ceramiche da mensa dal 1480 alla fine del XVIII secolo.

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Publisher: Aedo.
Date of publ.:
Details: cm.24x30, pp.464, 35 illustrazioni bn.383 illustrazioni e tavole a colori e 142 diss. in bianco e nero nel testo legatura editoriale in tutta tela, sopraccoperta figurata a colori.

EAN: 9788882420987
EUR 67.13
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Montelupo, Aedo 1999, cm.23x30, pp.454, 412 figg.aa col.nt., 92 ill.bn.nt. legatura editoriale in tutta tela, sopraccoperta figurata a colori.

EAN: 9788882150808 Note: sopracoperta lievemente brunita.
EUR 77.47
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Montelupo, Aedo 1997, cm.23x30, pp.357, 263 ill. col. nt., 63 ill.bn. legatura editoriale in tutta tela, sopraccoperta figurata a colori.

EAN: 9788882420994
EUR 56.81
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Museo della Ceramica di Montelupo. Presentaz.di Rossana Mori. Firenze, Ediz.Polistampa 2010, cm.24x31, pp.224, oltre 250 ill.a col. brossura cop.fig.a col. Un punto fermo per una nuova stagione di indagini sulla ceramica da farmacia: Catalogo della mostra allestita al Museo della Ceramica di Montelupo tra il 19 giugno e 31 ottobre 2010, il volume fornisce una ricostruzione filologica delle forniture ceramiche destinate alla conservazione dei medicamenti nelle “spezierie” preindustriali. La prima parte è dedicata alle maioliche delle spezierie ospedaliere: Santa Maria Nuova, Santa Chiara a Pisa, L’ospedale degli Innocenti, L’ospedale del Ceppo a Pistoia, L’ospedale di Santa Fina a San Gimignano, L’ospedale Serristori a Figline. La seconda riguarda le spezierie conventuali: Farmacia dell’Annunziata, Santa Maria Novella, San Marco, Farmacia della Carità, Santa Chiara, Certosa, Farmacia francescana, Farmacia domenicana. Argomento della terza e ultima parte sono i privati esercizi di spezieria (ove operavano appunto gli speziali): Le spezierie storiche di Firenze: un tentativo di censimento, Spezierie con simbologia religiosa, Spezierie con stemmi gentilizi e di istituzioni non ospedaliere, Spezierie con simboli diversi, Spezierie con simboli e stemmi di richiamo incerto, Spezierie con simboli gentilizi, Sigilli letterati e monogrammi, Stemma Mediceo. Ricercando l’appartenenza delle diverse serie di manufatti, grazie a un paziente lavoro di indagine sui simboli più o meno evidenti e sulle immagini evocative che molti dei superstiti vasi mostrano, Fausto Berti giunge a costruire per la prima volta una mappa ben articolata delle dotazioni vascolari da farmacia esistenti nell’“area fiorentina”, ambito storicogeografico che egli definisce con precisione in rapporto alla problematica trattata. Trattando le maioliche da spezieria attraverso il filo rosso dell’organizzazione sanitaria dello Stato fiorentino, l’opera apre nuovi orizzonti per lo studio storico e sociale di questi contenitori. L’adozione di criteri scientifici, volti ad evidenziare l’intera rappresentatività delle maioliche, in vista della fondazione di una matura “storia della ceramica”, introduce lo studio in un territorio largamente inesplorato: benché l’argomento del volume sia tutt’altro che inedito, nuovo è il contenuto, al centro del quale non sta tanto l’aspetto estetico dei manufatti – che pure non è trascurato – bensì il loro significato storico. In tal modo il volume, arricchito da un’Appendice con un raro inventario di spezieria del XVII secolo trascritto e annotato da Mario Mantovani, segna un punto fermo per una nuova stagione di indagini sulla ceramica da farmacia.

EAN: 9788859607977
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Presentazioni di / Forewords by Rossana Mori, Paolo Cocchi, Matteo Renzi, Edoardo Speranza. Firenze, Polistampa 2008, cm.24x31, pp.368, num.figg.a col. brossura copertina figurata a colori. Il Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino deriva dagli scavi effettuati nel centro storico a iniziare dal 1973, quando alcuni lavori di risanamento riportarono alla luce un pozzo idrico, colmato dopo il suo abbandono con una grande quantità di scarti di lavorazione provenienti dalle vicine fornaci. A iniziare dal 24 maggio 2008 Montelupo può contare su un nuovo Museo della Ceramica con una superficie di 2.500 metri quadrati, all’interno della quale sono esposti oltre 1000 documenti ceramici. Questo volume non costituisce un catalogo in senso tradizionale del Museo della Ceramica di Montelupo, ma piuttosto una pubblicazione che affronta la storia di Montelupo, con una larga parte dedicata alla tecnologia e all’organizzazione del lavoro nelle fornaci, e un’ampia descrizione delle più importanti tipologie ceramiche prodotte nell’arco di cinque secoli di attività. L’autore, Fausto Berti, direttore dal 1982 del Museo, ha all’attivo una nutrita serie di pubblicazioni specifiche, tra le quali l’opera in cinque volumi Storia della ceramica di Montelupo e un catalogo sui Capolavori della maiolica rinascimentale; nel 2004 ha inoltre pubblicato uno dei più completi ricettari ceramici italiani, I segreti di fornace di Dionigi Marmi. Contenuti: I quadri storico-ambientali. Il popolamento, il castello e l’imprevista evoluzione di una “terra murata” fiorentina nei secoli XIII e XIV - Montelupo e la produzione ceramica nell’Italia preindustriale - La produzione ceramica: tecnologia, metodiche ed organizzazione delle botteghe in Montelupo dal XIV al XVIII secolo - Il Museo della Ceramica. Breve descrizione delle aree espositive - Tipologie della produzione ceramica di Montelupo. The Ceramics Museum of Montelupo Fiorentino derives from the excavations that have been carried out in the old town centre since 1973, when rehabilitation works brought to light a large water well that after being abandoned had been filled up with a vast quantity of firing waste from the nearby kilns. From 24 May 2008 Montelupo will be able to boast a new Ceramics Museum, extending over a surface area of 2,500 metres with a collection of more than 1000 ceramics exemplars. This volume is not intended to be a catalogue of the Montelupo Ceramics Museum in the traditional sense, but rather a publication that addresses the history of Montelupo as a whole, with a large section devoted to the technology and organisation of work in the workshops and kilns from the Middle Ages up to the end of the Modern Age. Finally, an extensive descriptive section is devoted to the most important types of ceramic ware produced over the span of five centuries. The author, Fausto Berti, has been the director of the Montelupo museum since 1982, and has to his credit an extensive series of specialist publications, including the work in five volumes Storia della ceramica di Montelupo and an important catalogue on the Capolavori della maiolica rinascimentale; moreover, in 2004 he also published an edition of one of the most complete ceramic formularies in Italy, I segreti di fornace by Dionigi Marmi. Contents: The historical-environmental framework. Population, the castle and the unforeseen evolution of a florentine “walled land” in the XIII and XIV centuries - Montelupo and ceramics production in pre industrial Italy - The production of ceramics: technology, methodology and organization of the workshops in Montelupo from XIV to XVIII century - The Museum of Ceramics. Short description of the exhibition areas - Types of ceramic production in Montelupo

EAN: 9788859603955
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Prefazione di Paolo Alatri. Milano, Bompiani 1992, cm.13,5x21,5, pp.1080, brossura. Collana Tascabili.
Note: Tracce d'uso.
EUR 14.00
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#334675 Regione Puglia
Società di Storia Patria per la Puglia 2019, cm.17x24, pp.255 numerose figure a colori nel testo, brossura con copertina figurata a colori. Collana Storia e Tradizione " L'uomo e il mare". Nota di lettura del Prof. Giancarlo Vallone - Chi di noi può elencare i privilegi della bellezza? Così chiedeva il poeta. Ora Franco Mosco tenta di farlo per la sua Gallipoli, che per lui, e per noi, è Gallipoli “la bella”, “la bianca”, “la luminosa”. Questa volta, però, per Mosco, la bellezza non è quella del patrimonio artistico della città, e non ha il tratto morale della sua tradizione associazionistica, già ripetutamente indagati. Ora è la natura che anima la passione di Mosco: Gallipoli nella sua posizione terrena e quindi, evidentemente, il mare. Terra e mare non si affrontano, in questo volume, nella loro sintesi umana, che ha conosciuto anche gli assedi, le cadute, la paura, e la morte che viene dal mare. Terra e mare sono qui unità nella quale la stessa città si dissolve come se ci fosse sempre stata dall’inizio dei tempi, e in fondo è quasi così se pensiamo alla vicenda della preistorica Anxa, che Cremonesi ci ha rivelato decenni fa. Terra e mare sono estremi che qui, a Gallipoli, si toccano unendosi, ed è questo che ora interessa Mosco; l’oggetto del suo studio è la ‘costa’ di Gallipoli, il suo litorale. Si tratta di una costa che egli intende in senso corografico, e non certo negli angusti limiti della sua confinazione giuridica, dato che la descrizione include luoghi ad esempio a nord della città, come la Montagna Spaccata e la spiaggia delle Conchiglie, che non fanno parte, oggi, del distretto amministrativo di Gallipoli, ma che, evidentemente, sono nella costituzione territoriale della sua costa. Per descrivere gli oltre trenta chilometri di lunghezza di questa doppia baia – i Due Mari – divisi dalla città che penetra in mare come vertice a congiunzione dei due archi, o, dice l’autore, come testa di un gabbiano ad ali spiegate nel volo, Mosco impegna un genere letterario poco frequentato nelle ricognizioni costiere, ma di illustre tradizione nelle escursioni montane, ed in particolare alpine, le Promenades. Ci offre una ‘passeggiata’, così la definisce più volte, lungo la costa a nord e a sud della città e, per così dire, nella città stessa. Il suo però non è l’interesse del geografo in senso stretto, ma piuttosto, del viaggiatore e del ricercatore che dei luoghi visitati indaga “le varie denominazioni...che faranno risalire alla loro natura, alla loro origine”; ne indaga insomma la storia, né solo quella onomastica o etimologica. Siamo insomma di fronte anche ad un libro di storia, ma si tratta di una storia diversa e particolare, per nulla o per poco antropocentrica; una storia invece fortemente condizionata dalla geografia e, come sempre in Mosco, riccamente corredata di iconografia, anche inedita o rara, come dipinti tratti da collezioni private, o fotografie quasi sconosciute degli inizi del Novecento. Qualcosa come La montagne à travers les âges della letteratura alpina. Ho anni sufficienti per cogliere il tratto evocativo di queste scritture di Mosco, e cioè la capacità loro di suscitare partecipazione; e questo nasce dal tipo di letteratura impiegata, la passeggiata, il percorso, o il viaggio, che già di per sé inclina a produrre ripetizioni, ricordi, collegamenti, aggiunte. Così rammento di antichi villeggianti, nella vicina e bellissima Santa Maria, che narravano di escursioni, loro bambini, tra le due guerre, lungo viottoli sterrati tra gli scogli, fino a a valicare la Montagna, ancora integra (sarà ‘spaccata’ negli anni Trenta), per bagnarsi nell’acqua tersa delle Conchiglie, allora guardata da una sola villa di un notabile di Sannicola. Ed anche per questo luogo mitico, la Montagna Spaccata, si narrava di donne misteriose improvvisamente apparse a sbarrare la via alle corriere in transito notturno, come se il monte rimpiangesse la sua perduta unità, così come a Torre Sabea, più a sud, Mosco ci narra del timore, al tramonto, di fantasmi; e tra la Montagna e la Torre, s’intravede, muta, la chiesetta basiliana di San Mauro, sfregiata nei suoi pochi affreschi sopravvissuti a barbare e recenti asportazioni, e posta ai margini dell’antichissima via da Nardò a Gallipoli, nel Medioevo luogo reale di agguati e di briganti. Più sul mare, la punta di Rivabella oggi purtroppo interamente edificata, era un tempo frequentata solo da allevatori e mercanti di cavalli, per le polle d’acqua dolce dove gli animali s’abbeveravano liberamente. Percorsi, forse meno noti, almeno per quanti conoscono da sempre la baia a nord, ci vengono proposti per la baia a sud, diciamo dalla Torre San Giovanni fino ‘al Cotriero’ (la Punta Cutrieri), ma al centro di queste due baie c’è la città, ed è forse qui, nella descrizione di Gallipoli, che il lavoro di Mosco diventa più vivo e articolato, ed anche più ‘storico’. Quel che qui interessa Mosco è quanto di Gallipoli sporge sul mare, è l’interazione tra terra e mare, tra uomini e cose per la vita sul mare e dal mare. I cantieri navali, anzitutto, ed anche qui Mosco si mostra eccezionale conoscitore d’un antico mestiere: il costruttore d’imbarcazioni con i suoi infiniti attrezzi; quindi le darsene e, naturalmente il porto, con la sua illustre storia di commercio, fiorente fino al declinare dell’Ottocento. Alle spalle, la città, ma quel che della città è per il mare e che Mosco vede dal mare. Perciò la stessa piattaforma di scoglio su cui la città vecchia si erge, come nell’antica descrizione del Galateo, e la cinta muraria, abbassata, evidentemente, rispetto alla sua genesi, ma sopravvissuta per la stessa conformazione insulare del sito. Colpisce il lettore l’individuazione di antichi metodi per difendere le costruzioni dalla risalita dell’acqua incombente, come i grossi tronchi di pino conficcati in profondità nel terreno, prima delle mura. Tratto dopo tratto, il lettore riscopre i tanti punti notevoli, i fortini, le torri, i baluardi, gli scogli, i porticcioli, gli scali, gli isolotti che, visti dal mare, evocano una storia diversa della città, che riguarda non soltanto i mestieri del mare: gli artieri di barca, i pescatori, i palombari, ma anche la gioia del mare: gli stabilimenti di città, i bagnanti ricchi e poveri, gli sport marittimi, e la vela in particolare, il turismo dalle origini alle sue recenti esplosioni. Ogni angolo, ogni posizione congiunge storia e memoria, conoscenza temperata dalla necessità di proseguire il percorso, che però si offre a traccia suscitativa di suggestioni e, forse, di racconti. Senza terra, ma tutta sul mare, era poi la famosa ‘tonnara’, fonte fino al disarmo (1973) di ricchezza ma anche di contenzioso con Nardò e le sue marine, e che Mosco descrive con estrema attenzione alle sue tecniche di pesca, e con rara competenza, in pagine che sono forse le più animate del volume. Quindi, in specie oltre la città, gli stabilimenti balneari ed in particolare il Lido San Giovanni, celebre fino agli anni Ottanta e gli altri, fino alla la Punta Cutrieri, che chiude la baia del sud. Qui finisce anche il libro che, come avviene, ha lasciato però l’orma per ritornare
Note: Internamente è presente una cartolina completamente scritta, molto fitta con dedica dell'Autore.
EUR 23.00
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#335607 Arte Scultura
Torino, Allemandi 1989, cm.22x31,5, pp.230, 87 figure in tavole. legatura editoriale cartonata. Coll.Archivi dell'Ottocento.
Note: Mancante della sopracoperta, seconda di copertina macchiata e con mende.
EUR 34.00
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A cura di Manuel Fernandez-Montesinos. Granada, Editorial Comares 1996, cm.12x17, pp.77, fotografie in bianco e nero, brossura con bandelle e copertina figurata. Colleccion Huerta de San Vicente,3. Testo in spagnolo.

EAN: 9788481512809
EUR 7.00
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