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Artista. Critica dell'Arte in Toscana. Vol.II:1990,pp.222. Vol.V:1993,pp.232. Vol.XIII:2001,pp.190.Vol.2004,pp.160.Prezzo per ciascun volume.

Author:
Curator: Periodico annuale dir.da C.Del Bravo, A.Petrioli Tofani, C.Sisi.
Publisher: Le Lettere.
Date of publ.:
Details: cm.22x29, num.ill.bn.col.nt.e ft. legatura ed.soprac. e brossura. Prezzo per ciascun volume

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A cura di G.Semerano. Firenze, Sansoni Ed. 1960, cm.18x25, pp.276, 25 facsimili. brossura Coll.Biblioteca Bibliografica Italica,23. Ediz.num.in 666 esemplari.
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Redaz.a cura dell'Ist.di Storia dell'Arte dell'Univ.di Firenze. Coordinam.redaz.di C.De Benedictis. Firenze, Sansoni Ed. 1984, cm.17x25, pp.622, 200 tavv.bn.ft. legatura ed.sopracop.
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A cura di Renzo Piovesan. Pubblicazione della Facoltà di Magistero dell'Univ.di Padova. Firenze, Sansoni Ed. 1972, cm.15x23,5, pp.148, brossura Dall'Indice: M.Sbisà. Il problema della classificazione degli atti illocutori. P.Leonardi."Buono"come adjuster-word. Ricerca sui rapporti fra descrizione e valutazione. Pavanello A. Considerazioni "austiniane"sulla derivabilità di "Ought" da "is". R.Sartori. "Buono" come degno di scelta. M.Andreatta. Il metodo filosofico di Ayer di fronte al problema delle altre menti. A.Squadrito. Linguistica e filosofia del linguaggio in Andrè Martinet. M.Sbisà. Bibliografia austiniana.
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Note: Lievi fioriture nel testo.
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A cura di Piero Gadda Conti. Firenze, Sansoni Ed. 1960, cm.17x24, pp.210, brossura cop.con bandelle. Coll.Quaderni di San Giorgio,22.
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#129974 Arte Pittura
A cura di Francesca Dini. Roma, Chiostro del Bramante, 15 novembre 2009 - 14 marzo 2010. Cinisello Balsamo, Silvana Ed. 2009, cm.23x28, pp.264, 150 illustrazioni a colori, brossura con bandelle, copertina figurata a colori. Giovanni Boldini (1842-1931), insieme a Giuseppe De Nittis e Federico Zandomeneghi, è il più celebre fra gli “italiani di Parigi”, quei pittori che, nella seconda metà del secolo XIX, soggiornarono nella capitale francese per confrontarsi direttamente con le novità dell’impressionismo. La Francia infatti – interessata nel corso dell’Ottocento da un vasto processo di modernizzazione, di cui le Esposizioni Universali sono una delle espressioni più conosciute – divenne per molti paesi, come l’Italia, un modello ineguagliato di civiltà e di benessere. Nasce e si consolida, soprattutto durante la Belle Epoque, il “mito di Parigi”: la città, posta alla guida dell’arte contemporanea, diviene un grande laboratorio letterario e artistico e viene raggiunta da numerosissimi pittori da tutto il mondo. Il volume, edito in concomitanza di una grande mostra al Chiostro del Bramante di Roma, muove dalle vicende biografiche di Boldini, De Nittis e Zandomeneghi, e si dipana, sul filo del racconto, tra i luoghi simbolo della modernità parigina: i teatri, i caffè, i boulevards, gli ateliers degli artisti, i pittori bohèmien... Tra le opere presenti si ricordano i capolavori di Vittorio Corcos, Antonio Mancini, Telemaco Signorini, Serafino De Tivoli, Camille Pissarro, Gustave Caillebotte, Armand Guillaumin. Il volume accoglie i saggi di Francesca Dini, Piero Pacini e Carlo Sisi, ed è completato da apparati bibliografici.

EAN: 9788836615735
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#169245 Regione Umbria
Inventari a cura di Giovanna Giubbini, Stefania Maroni, Rossella Santolamazza. Perugia, Soprintend. Archivistica per l'Umbria 2000, cm.17x24, pp.579, brossura, cop.fig. Stato di nuovo. Coll.Segni di Civiltà,7.
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In cui si ritrovano i loro differenti nomi, la loro origine, la loro scelta, i principj, che hanno, le loro qualità, la loro etimologia, e tutto ciò, che v'ha di particolare negli Animali, ne' Vegetabili, e ne' Minerali. Opera dipendente dalla Farmacopea Universale scritta in francese dal Sig. Niccolò Lemery, Dell'Accademia Reale delle Scienze Dottore in Medicina. E tradotta in Italiano. In Venezia, Nella Stamperia dell'Hertz 1737, cm.23,3x34, pp.(10),374,(46), impresa xilogr. dello stampatore con caravella veneziana al frontespizio e XXV tavv. xilogr, in appendice, rileg.coeva in mz.pelle con angoli in pelle ai piatti in carta decorata, dorso a 5 nervi con fregi in oro e tassello in pelle con titoli in oro. Lacune al rivestimento dei piatti e alla base del dorso; bordi e angoli dei piatti con abrasioni e segni di usura. Strappo composto al centro di 6 carte consecutive. Susseguente e strettamente dipendente dalla Farmacopea Universale dello stesso autore, il Dizionario Universale delle droghe semplici del Lémery riprende in pieno Seicento il motivo della "Ostentio Simplicium", cioè dell’illustrazione delle piante medicinali cara ai medici del primo Cinquecento. Non a caso nella prefazione l’autore le definisce droghe semplici e afferma che la loro conoscenza è "una necessità indispensabile a tutti quelli che professano la Medicina, ma principalmente agli speziali". In definitiva il Dizionario costituisce un complemento necessario alla Farmacopea perché - questo è il concetto guida - non si può fare un buon preparato se non si conoscono le materie prime che servono a comporlo. Né il Lémery si affida al caso o alle sue sole cognizioni, dal momento che il Dizionario è preceduto da cinque pagine di citazioni bibliografiche raccolte a pieno campo e riportate anche qua e là nel testo, a testimonianza dello spirito ormai illuminista dell’autore, propenso più allo studio della "chimica" che a divagazioni metafisiche. In ordine rigorosamente alfabetico, l’elencazione delle droghe trascorre dalle più comuni alle più rare, affrontando, per ogni voce, i sinonimi, la descrizione, le piante da cui eventualmente si ricavano, la provenienza geografica, il confezionamento, le proprietà. L’intestazione della monografia, che interessa droghe vegetali, animali e minerali, è data per lo più dal solo nome generico (Ricinus, Chrysanthemum...), ma talora anche da quello volgare (chocolatum). Anche delle pietre preziose è data la descrizione e talora le caratteristiche cristallografiche, le proprietà e le dosi; lo stesso vale per le droghe animali. Il Dizionario è corredato da un indice dei nomi latini e da una Tavola delle Infermità alle quali le droghe semplici "conferiscono giovamento", ma soprattutto da XXV tavole contenenti ciascuna 16 illustrazioni di tutte le droghe, con prevalenza dei soggetti vegetali, che compaiono anche quando la droga è costituita da un prodotto di secrezione (sangue di drago, gomma lacca, legno d’Aloe, eccetera).
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#233538 Biografie
Firenze, s.Ed. e s.Stamp. 1984, cm.11x18, pp.70,(2), brossura Giuseppe Bencivenni Pelli (anche Giuseppe Pelli Bencivenni), ultimo esponente di una famiglia patrizia fiorentina estinta dopo la sua morte, rimase precocemente orfano di entrambi i genitori. Studiò all'Università di Pisa senza tuttavia conseguire il dottorato in diritto. Nel 1758 iniziò la sua carriera di funzionario granducale, entrando nella Segreteria di Stato del Granducato di Toscana. Nel 1775 fu nominato direttore della Galleria degli Uffizi, incarico che mantenne fino al 1793. Esponente dell'Illuminismo toscano, fu autore di numerosi scritti, saggi e dissertazioni sui temi dell'arte e della cultura. Successore dell'erudito Giovanni Lami alla direzione delle "Novelle letterarie", fu anche autore di un'apprezzata opera monumentale in 80 volumi intitolata "Efemeridi", raccolta diaristica che ci offre un incredibile affresco della società della seconda metà del Settecento. (da Wikipedia)
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