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#99160 Archeologia

Vibia Sabina. Funzione politica, iconografia e il problema del classicismo adrianeo.

Author:
Publisher: Olschki Ed.
Date of publ.:
Series: Coll. Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria» - Serie Studi, 13.
Details: cm.17x25, pp.444, con 120 tavv., brossura Coll. Accademia toscana di scienze e lettere «La Colombaria» - Serie Studi, 13.

EAN: 9788822215536
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#211867 Storia Antica
Roma-Bari, Laterza 2011, cm.14x22, pp.90, num.figg.bn.nt. brossura copertina figurata. Coll.I Robinson, Letture. "Ho deciso, ormai molto tempo fa, di studiare le origini di Roma, di ripartire dalla leggenda e di analizzare le sue moderne interpretazioni, alla luce della mia formazione particolare, io sono un archeologo, cioè uno storico che si avvale prima di tutto delle cose fatte dall'uomo e di ciò che di esse è rimasto nel terreno. Ho avuto la fortuna di scavare per tanti anni nei luoghi citati dalla leggenda, dove Roma sarebbe stata fondata e dove avrebbero vissuto i primi re. Ho raccolto in questi scavi tante testimonianze materiali, esterne alla tradizione letteraria, eppure risalenti a quei tempi lontani e che richiamano gli eventi e le azioni di quei leggendari personaggi. Ecco perché non credo che la leggenda sulle origini di Roma sia una favola. Credo piuttosto che sia una tradizione in cui verità e finzione sono entrambe presenti, ma intimamente mescolate. Distinguere e separare l'una dall'altra provando a risalire a quanto effettivamente accadde nei primi tempi della città è un compito difficile, un percorso pieno di ostacoli, in cui capiterà di pescare dalla memoria letteraria degli antichi, ma anche di scendere sotto terra, attingendo dalla memoria accumulata nel terreno, sotto i nostri piedi di moderni romani." (Andrea Carandini)

EAN: 9788842097662
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#262542 Storia Antica
Milano, UTET - Dea Planeta 2019, cm.16x24, pp.357, legatura editoriale cartonata. Nel pantheon degli imperatori romani che la storiografia antica ci ha tramandato, Adriano è una figura eccezionale, così esuberante e poliedrica da ispirare i romanzieri e sfidare gli studiosi, anche a distanza di quasi due millenni. Di origine ispanica, pupillo di Traiano, appassionato di musica e poesia, filosofo, mecenate e perfino astrologo, secondo Andrea Carandini ed Emanuele Papi Adriano fu soprattutto un imperatore "architetto": un princeps illuminato e smisuratamente ambizioso, che, pur senza promuovere nuove grandi conquiste, concepì il potere come un instancabile moto progettuale e costruttivo destinato a imprimere segni profondissimi sulla fisionomia del mondo romano. Se la vita di Adriano fu un viaggio continuo da un confine all'altro dell'impero, due città ne costituiscono però i sicuri capisaldi: in nessun altro luogo la sua opera trasformatrice è riconoscibile come a Roma e ad Atene. In questo libro Carandini e Papi, tra i massimi conoscitori della storia antica di queste due città, mettono finalmente a disposizione del lettore un'inedita, duplice mappa della monumentale eredità che questo imperatore ci ha lasciato. Dal Pantheon all'Hadrianeum, dal Sepulcrum - trasformato nei secoli in Castel Sant'Angelo - al sarcofago imperiale riadattato in fonte battesimale barocco, passando per templi e biblioteche, archi trionfali e basiliche, terme e anfiteatri: ciascun sito archeologico è indagato alla luce delle scoperte più innovative e ricostruito nel dettaglio con l'aiuto di minuziose tavole grafiche. Nel racconto, storia e architettura si fondono per rievocare anche la vita e i personaggi che hanno abitato quei luoghi: la poco amata moglie di Adriano, Vibia Sabina, e l'amato Antinoo, e alcune figure finora rimaste in ombra come Plotina - la moglie di Traiano che fece adottare il futuro principe dal marito già morto, garantendogli così una discussa successione - o la suocera Augusta Salonina Matidia. Tassello dopo tassello, a ricomporsi davanti ai nostri occhi è così un sorprendente ritratto bifronte dell'imperatore. Dove su tutto domina il suo sguardo, in grado di coprire le distanze che separano Occidente e Oriente, in una sintesi forse irripetibile che non ha mai smesso di nutrire una civiltà, la nostra, radicata nella classicità adrianea. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2019.

EAN: 9788851167790 Note: Mancante della sopracoperta.
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Milano, Palazzo Reale, 28/11/2003-15/2/2004. A cura di Alain Toubas. Milano, Silvana Ed. 2003, cm.17x24, pp.287, num.ill.e tavv.a col.nt. brossura cop.fig.a col.con bandelle. La rassegna presenta centoquaranta opere che documentano, a dieci anni dalla sua scomparsa, la vita di Giovanni Testori attraverso gli studi, gli interessi e le passioni che lo hanno sempre accompagnato: i quadri, i lavori teatrali, i romanzi, i testi critici e di storia dell'arte. La mostra, curata da Alain Toubas, è divisa in sezioni che approfondiscono i vari momenti dello sviluppo del pensiero testoriano. La prima è “Valassina” che introduce il visitatore nel mondo lombardo di Testori. La Milano dei primi successi teatrali di un Testori neorealista affascinato della Milano celebrata da Visconti, e pure della censura che colpì la sua Arialda. “I pittori della peste” è dedicata al Seicento è anche il trionfo dell'Erodias, ossia di uno dei suoi capolavori teatrali e linguistici e particolare attenzione è riservata ad una serie di inchiostri autografi. “I Promessi Sposi” che Testori richiamò più volte nel proprio lavoro di scrittore e critico, sono ricostruiti attraverso una serie di quadri che ne documentano il tempo, o il clima. Dai pitocchi di Ceruti, ai nobili ritratti di Fra' Galgario, fino alla dolcezza di Lopez Garcia. “Il teatro degli Scarrozzanti: Amleto, Edipus e Macbetto” vede esposti qui, per la prima volta, otto disegni autografi serviti per lo studio dei costumi di un film (mai realizzato) sull'Amleto. “Corona per la madre” è la sezione che si apre con un dipinto di Jardiel dedicato alla madre ma che subito si allarga al tema generale della maternità e dell'amore filiale. “Ai piedi della croce” ispirata ad un testo critico che Testori scrisse per Mitsuuchi, indaga invece il tema, caro all'artista, della Crocifissione, tanto religiosa e sacra, quanto laica, come capita in In Exitu. “Apocalisse” trae il titolo da un grande quadro di Varlin, ma il vero protagonista della sala è il tema della vanità. Quindi il teschio si annuncia come il filo rosso della sezione, a partire dai celebri quadri di Morlotti, fino alla piu' intimistica Malinconia di Francese, passando per lo sconvolgimento astratto della Crux di Rainer o per i feti abnormi post-apocalisse di Battarola. Tramonti”, ripresi soprattutto nella sua ultima stagione, fornisce un metodo per ritrovare il senso d'addio che appartiene al momento del calare del sole. Dalle Bagnanti di Morlotti, alle visioni di Guttuso, il tramonto è l'estremo saluto di Testori; qui è collocato anche il suggestivo ritratto firmato da Fetting, l'ultimo per il quale posa il grande artista.

EAN: 9788882156572
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Dal sommario: Diario (di Enzo Siciliano); In cosa consista l'essere ebreo (di Giorgio van Straten); Oceano Canada; Scritture; Ritratti dal sottosuolo; Mario Tobino; Cantiere; Giornali di bordo.Parente, Daniele Boccardi, Alessio Caliandro, Giovanni Heidemberg, Francesco Macrì, Giordano Meacci. N. 14, Quinta serie, aprile - giugno 2001. Milnano, Mondadori Ed. 2001, cm.12x20, pp.382, brossura copertina figurata a colori. Coll.Nuovi Argomenti.

EAN: 9788804489504
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