Le sacrifice de Lancelot.

A cura di Sergio Gensini e del Centro di Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo di San Miniato. Pisa, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato- Archivi di Stato 1996, cm.17x24, pp.IX-474, brossura sopracop.fig.a col. Coll.Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Saggi,41.

Texte établi et présenté par Charles-H.Boudhors. Paris, Editions Fernand Roches 1930, cm.13,5x20,5, pp.LXIX,180, brossura intonso. Cop. ingiallita e con piccolo strappo, perfetti interni. Les Textes Français, Collection des Universités de France.

Lausanne, Jean Mrguerat Editeur 1941, cm.13,5x19, pp.XXXIX,356, 4 tavv.in bn.ft., rilegatura coeva in mz.pelle, piatti in carta francese, dorso a due falsi nervi con titoli e filetti in oro. Ottimo esempl.

Texte établi et présenté par Charles-H.Boudhors. Paris, Editions Fernand Roches 1930, cm.13,5x20,5, pp.222, brossura (copia intonsa e in perfetto stato.) Les Textes Français, Collection des Universités de France.

Postafazione di Raffaele La Capria. Roma, Fandango Ed. 2007, cm.14,5x21, pp.370, brossura cop.fig.a col. Nel cuore di questo romanzo dorme una bomba a orologeria di nome Belinda, la ragazza bionda di 17 anni consegnata al fratellastro Mète perché la custodisca. Nello scenario di una Roma asfissiante sono loro gli "sfiorati", giovanissimi eroi di una generazione che ha avuto ogni cosa senza possederla veramente, che ha visto tutto senza capire nulla: lo sperpero, il ballo, il caos allo stato fluido e puro, le rincorse metropolitane, il televisore perennemente acceso che lancia i suoi riflessi azzurri in stanze piene di fumo. Sandro Veronesi mette in campo i suoi sbandati fratelli minori, ne fissa il carattere fuggevole e volubile e ne accelera il destino fino alla distruzione della loro ambigua innocenza.

Passi scelti dell'Orlando Furioso e della Gerusalemme liberata. A cura di Emilio Faccioli. Messina, D'Anna 1965, cm.15,5x22, pp.XX,514, brossura.

Museum Noderner Kunst Kaernten. MMKK 2006, cm.24x29, pp.159, ill.colori. brossura copertina figurata a colori.

Prefazione di Paolo Mauri. Traduz.di Gaio Sciloni. Torino, Einaudi Ed. 1999, cm.13x19,5, pp.554, brossura cop.fig.a col. Coll.Tascabili Einaudi,678. Come parlare dell'Olocausto alle nuove generazioni? A questa domanda David Grossman ha risposto con "Vedi alla voce: amore", un romanzo di sorprendente originalità stilistica e linguistica. Protagonista e narratore è il piccolo Momik che, figlio di deportati, sente parlare in modo oscuro e allusivo dell'Olocausto, si interroga sul mistero dei numeri tatuati sulla pelle dei genitori, crede che la «belva nazista» sia realmente un animale feroce, sconosciuto e terribile. Ma per capire davvero dovrà crescere, diventare scrittore, mettersi sulle tracce di Bruno Schulz e del suo libro incompiuto e perduto, dovrà seguire le tracce del nonno in Polonia e poi compiere un viaggio impossibile per mare, lasciarsi trasportare da personaggi immaginari e approdare all'ultima fantastica invenzione del libro: un'enciclopedia dove si raccolgono i fili innumerevoli del romanzo, e della vita. Così, con questa grande creazione etica, con questo libro insieme folle e scientifico, ingenuo e poetico, drammatico e grottesco, Grossman realizza il tentativo di interpretare e inventare una realtà segnata indelebilmente dal dolore.