Passignano in Val di Pesa. Un monastero e la sua storia. I. Una Signoria sulle anime, sugli uomini e sulle comunità (dalle origini al sec. XIV).

Firenze, Olschki Ed. 2005, 2 Volumi. cm.17x24, 2 tomi di pp.X,730 con 98 cartine nt., brossure sopracoperte figurate a colori. Coll. Cultura e Memoria, 27. Il primo volume dell’«Atlante storico del territorio di Firenze», corredato da una serie di indici analitici, compendia in traduzione italiana tredicimila testimonianze inedite concernenti gli insediamenti del contado fiorentino nel periodo 1300-1350. C This first volume of the planned historical atlas of the territory of Florence consists of thirteen thousand summaries (in Italian translation) of hitherto unpublished documents bearing evidence of Florentine settlement between 1300 and 1500. Peasants’ ho

Firenze, Olschki 2008, cm.17x24, pp.240 con 6 ill. nt. brossura Coll.Cultura e memoria, vol.40. Prosegue con questo volume il progetto sulle forme del popolamento nelle campagne fiorentine medievali. Risultato di un’indagine sistematica su una larga messe di documentazione sia di natura privata, sia reperita negli atti pubblici del Comune fiorentino, sia desunta dalle cronache coeve, questo articolato corpus documentario sui castelli, le grandi Terre murate e i centri di nuova fondazione offre anche un’inedita testimonianza sui tempi e sulle modalità di formazione del nascente Stato territoriale fiorentino.

Roma, Viella Ed. 2008, cm.15x21, pp.236, brossura copertina illustrazioni a a colori con bandelle. Coll.Valdarno Medievale, Studi e Fonti,2.

Firenze, OpusLibri 1993, cm.16,5x24, pp.162, con ill.e tavv.bn.e a col.nt.e ft. brossura cop.ill.a col.

Dalla Nuova Antologia, 1° novembre 1910. Roma, Nuova Antologia 1910, cm.16x24, pp.19, brossura un punto metallico. Ottimo esempl.

Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1977, cm.11x18,5, pp.236, copertina illustrazioni a colori. Coll.Oscar,756.

Milano, Feltrinelli Ed. 2011, cm.14x22, pp.202, brossura cop.fig.a col. Coll.Storie. La memoria pubblica è un "patto" in cui ci si accorda su cosa trattenere e cosa lasciar cadere degli eventi del nostro passato. Su questi eventi si costruisce l'albero genealogico di una nazione. Sono i pilastri su cui fondare i programmi di studio per le scuole, i luoghi di memoria, i criteri espositivi dei musei, i calendari delle festività civili, le priorità da proporre nella grande arena dell'uso pubblico della storia, le scelte sulla base delle quali si orientano tutti i sentimenti del passato che attraversano la nostra esistenza collettiva. I fondamenti di quel "patto" cambiano a seconda delle varie "fasi" che scandiscono il processo storico di una nazione. Vent'anni fa, la classe politica uscita dal crollo della Prima Repubblica venne chiamata a una complessiva opera di "rifondazione". Si trattava di rinnovare un intero apparato simbolico. Vent'anni dopo prendiamo atto di un vero fallimento. A tenere insieme il patto fondativo della nostra memoria sono oggi infatti il dolore e il lutto che scaturiscono dal ricordo delle "vittime". Della mafia, del terrorismo, della Shoah, delle foibe, delle catastrofi naturali, del dovere, vittime, sempre e solo vittime. Il loro dolore, per potersi vedere riconosciuto, deve sopravanzare quello delle altre. Per emozionare, commuovere, suscitare consenso, le sofferenze vanno gridate. Quasi che le emozioni siano merci e che sia il mercato a imporre le sue regole, nel controllarne la domanda e l'offerta.

Firenze, Polistampa 1995, cm.17x24, pp.112, illustrazioni. brossura con copertina figurata a colori.