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#169015 Arte Pittura

Caravaggio e l'Europa. Il movimento caravaggesco internazionale da Caravaggio a Mattia Preti.

Autore:
Curatore: A cura di Vittorio Sgarbi.
Editore: Skira Ed.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.24x28, pp.520, 174 colori e 2 bn. nel testo, legatura editoriale cartonata.

Abstract: La mostra, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del terzo centenario della morte di Mattia Preti è realizzata dal Comune di Milano con la partecipazione della Regione Lombardia e dal Liechtenstein Museum di Vienna. Caravaggio e l'Europa si annuncia come la più completa rassegna dedicata al movimento caravaggesco e ha come sua naturale sede Palazzo Reale a Milano, facendo seguito, dopo oltre mezzo secolo, alla storica mostra milanese di Roberto Longhi del 1951. Con questo grande evento si concludono decenni di studi, ricerche, approfondimenti, contributi, documentazioni e nuovi ritrovamenti che configurano in maniera articolata ed esauriente la suggestiva e rivoluzionaria apparizione del grande maestro lombardo e di quella folta schiera di artisti che furono influenzati dal suo drammatico genio. La mostra farà quindi tappa al Liechtenstein Museum di Vienna che la ospiterà nelle sue splendide sale, recentemente restaurate e riaperte al pubblico. Grazie a un comitato scientifico presieduto da Vittorio Sgarbi e di cui fanno parte eminenti studiosi internazionali (Sergio Benedetti, Luigi Spezzaferro, Caterina Bon di Valsassina, Mina Gregori, Liesbeth M. Helmus, David Jaffé, Johann Kräftner, Wolfgang Prohaska, Nicola Spinosa, Claudio Strinati, Rossella Vodret) e alla partecipazione dei principali enti museali d'Europa, la mostra si configura come una grande manifestazione a carattere europeo con circa centocinquanta opere selezionate in modo da fornire un quadro, il più completo possibile, delle complesse vicende che caratterizzarono il panorama artistico romano all'inizio del Seicento. Caravaggio e l'Europa prende in esame quello che può essere considerato un momento cruciale della pittura in Italia. Un periodo che nasce negli ultimi anni del XVI secolo in una Roma ancora in crisi per il traumatico scisma luterano e che si sviluppa, con sempre maggiore vigore, attraverso il pontificato di Clemente VIII Aldobrandini, Paolo V Borghese, Gregorio XIV Boncompagni e Urbano VIII Barberini; dagli avvenimenti accaduti in questi anni è dipeso gran parte dello sviluppo delle correnti artistiche europee fino alla fine del XVII secolo. I primi anni sono segnati dal confronto serrato e diretto tra due giganti della pittura italiana: il bolognese Annibale Carracci, capo indiscusso della pittura classicista, e il lombardo Caravaggio, creatore di una nuova suggestiva rappresentazione della realtà che non sembra inadeguato definire rivoluzionaria. Le stimolanti basi gettate dai due maestri (scomparsi a un anno esatto l'uno dall'altro: il 15 luglio 1609 Annibale, il 18 luglio del 1610 Caravaggio) furono raccolte e sviluppate sia da quanti seguirono il drammatico naturalismo di Caravaggio, sia dai pittori classicisti bolognesi che avevano seguito Annibale nella città papale. Le due correnti dominarono il panorama artistico romano del secondo decennio, continuamente modificate e arricchite non solo da frequenti influssi e intrecci reciproci, ma anche da intensi scambi con numerosi pittori toscani, emiliani, genovesi, lombardi e, soprattutto, stranieri (francesi, olandesi e spagnoli) presenti a Roma in quel periodo. Di cruciale interesse è l'esuberante schiera di artisti europei, attirati a Roma non solo dalle prestigiose committenze papali e da quelle delle grandi famiglie romane che in quegli anni andavano formando le loro collezioni, ma anche dalla fama della nuova maniera caravaggesca che, con fulminea rapidità, in pochi anni si era diffusa in tutta Europa. Lo studio di questo particolare fenomeno artistico, che può essere considerato il primo a carattere veramente europeo, non è stato ancora affrontato con sufficiente approfondimento e la presentazione in mostra di tanti dipinti, tra loro coevi, che riflettono le varie tendenze, costituisce un'occasione unica per la piena comprensione di questo particolare momento creativo. Tornati nei loro paesi d'origine tra la fine degli anni dieci e gli inizi degli anni venti, gli artisti europei fecondarono, con la fondamentale esperienza romana, le istanze artistiche locali, dando luogo a esiti straordinari, basti pensare a Rembrandt e a de La Tour. La mostra, che rappresenta la più completa rassegna mai dedicata al caravaggismo, ha un rilevante valore scientifico, analizzando dettagliatamente l'intero panorama artistico e inoltrandosi anche nell'esame della ritrattistica caravaggesca, con numerosi capolavori del maestro lombardo, archetipi e ispiratori per decine di importanti pittori italiani e stranieri che, a Roma, apprezzarono e subirono la sua influenza e che sono presenti in mostra con i loro dipinti più rappresentativi. La mostra prevede, inoltre, l'allestimento di una sezione dedicata ai quesiti e ai problemi caravaggeschi con l'inserimento di opere di artisti sconosciuti e raccolti sotto pseudonimi che potranno essere oggetto di una più accurata indagine e di una più approfondita riflessione. Alcune sale saranno destinate a una sezione documentaria di confronto tra la mostra longhiana del 1951 e la presente, sottolineando anche l'attenzione ormai storica delle esposizioni milanesi, e in particolare a Palazzo Reale, sui fatti caravaggeschi e a conferma dell'impegno profuso per offrire alla conoscenza degli studiosi e del gran pubblico eventi di grandissimo valore culturale e mediatico. La mostra è articolata in sei sezioni principali: I. Caravaggio Sono state selezionate 24 tra le opere più significative della produzione del grande maestro lombardo (da suddividersi fra le due sedi in programma) in modo da documentare al meglio il continuo modificarsi dei modi della sua produzione stilistica. Da segnalare, in particolare, il nutrito gruppo di pitture giovanili "chiare" (precedenti alla sperimentazione dei drammatici effetti di luce), ancora legate alle radici lombarde della sua prima formazione, databili ai primi anni del soggiorno romano (1593-1599 circa), prima del clamoroso debutto pubblico di Caravaggio (avvenuto in occasione dell'Anno Santo 1600 con le tele della Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi). A questi dipinti sono accostate le opere della prima maturità, dove sono già ben presenti gli elementi caratteristici della ricerca luministica maturata dal grande pittore. L'ultimo drammatico periodo di Caravaggio è ben documentato dal San Giovannino della Galleria Borghese (prestito non ancora confermato), recentemente restaurato con effetti sorprendenti. Il quadro era uno dei tre dipinti che Caravaggio portò con sé sulla "feluca" che, partita da Napoli, lo condusse nel suo ultimo viaggio fino a Palo. Accanto alla tela Borghese è presente in mostra un'importante, recente scoperta: il San Francesco proveniente da Carpineto Romano, ultima acquisizione al catalogo di Caravaggio, riconosciuto come sicuro autografo del maestro a seguito del restauro eseguito nell'aprile del 2000. II. I primi seguaci Tutti di formazione tardo manieristica e attivi a Roma già nei cantieri avviati da Sisto V (1585-1590) in vista del giubileo del 1600, questi pittori, pur comprendendo la grande portata del messaggio caravaggesco, non sempre lo attuano in pieno. Spesso sovrappongono il nuovo linguaggio a moduli compositivi tardo cinquecenteschi e a quelli che sono i fondamenti della loro formazione, dando luogo a risultati di grande interesse, fondamentali per la piena comprensione del significato del messaggio caravaggesco. Attraverso di loro, l'eredità di Caravaggio (assente da Roma dal 1606) sarà trasmessa ai numerosi artisti che, da ogni parte d'Italia e da molte nazioni europee, accorsero a Roma nel corso del secondo decennio del Seicento. Nell'ambito di questa sezione e in occasione del confronto diretto tra i dipinti, accostati per la prima volta, saranno affrontate problematiche cruciali ancora aperte, che potranno chiarire alcuni nodi attributivi ancora irrisolti, sui quali la critica ha da tempo avviato un ampio dibattito; tra quest.

EAN: 9788876246173
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