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#176670 Economia

Un mondo senza Wall Street?

Autore:
Curatore: Traduz.di M.Fiorini.
Editore: Marco Tropea Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Centolire.
Dettagli: cm.13x20, pp.157, brossura cop.fig.con bandelle. Coll.Centolire.

Abstract: Nel mezzo di una crisi che investe le nostre vite e le nostre aspettative sul futuro, si rende ormai evidente l'insensatezza di un mondo dominato dall'instabilità della finanza globale. François Morin ci spiega che la sola via per evitare una nuova catastrofe come quella del '29 è mutare radicalmente il sistema economico di cui Wall Street è l'emblema. Con un'analisi lucida e rigorosa, lo studioso chiarisce come e perché l'ipersviluppo dei mercati non serve più all'economia reale, e anzi la penalizza a favore di giochi finanziari puramente speculativi. Ci sono però soluzioni concrete per modificare il presente: si tratta di un progetto che è prima di tutto politico, di riforme che permettano agli Stati e ai cittadini di sottrarsi definitivamente al potere esorbitante dei gestori di capitale, che oggi dettano le regole del gioco. Allo stesso modo, appare necessario salvaguardare con forza e coerenza i beni comuni dell'umanità, giungendo a considerare la moneta come uno di essi e affrontando la questione della fiscalità internazionale. Insomma, per uscire da questa economia malata, viene proposta un'utopia del tutto reale, quella di un mondo senza Wall Street.

EAN: 9788855801850
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Roma, Donzelli Ed. 2007, cm.14x20, pp.144, brossura cop.fig.a col. Coll.Virgola,35. L'Italia è stata caratterizzata per secoli da accentuate contrapposizioni, che ne hanno fatto un "paese diviso" per unanime riconoscimento. Molti altri paesi del mondo occidentale hanno conosciuto nella loro storia profonde divisioni interne, ma in nessuno di essi, secondo l'autore, questo tratto si è presentato e riprodotto in maniera tanto continuativa. L'Italia, per ricorrere a un'abusata ma sempre significativa metafora, è rimasta nei secoli la terra dei Guelfi e dei Ghibellini. Le tre Italie susseguitesi dopo il 1861, quella liberale monarchica, quella fascista e quella democratica repubblicana, hanno avuto tutte l'ambizione di dare allo Stato una base di consenso capace di saldare attorno alle istituzioni una coscienza unitaria stretta da un vincolo comune che andasse al di là delle inevitabili, necessarie differenze ideologiche, culturali, politiche e sociali. Ma il progetto, nella tesi di Salvatori, è sistematicamente fallito, con la conseguenza che la dialettica tra le forze di governo e le forze di opposizione si è configurata in modo tale da produrre l'atavica "anomalia italiana", segnata da una politica altamente conflittuale, dal contrasto tra il senso dell'etica pubblica e della legalità e la sua negazione, dalle culture della contrapposizione. L'insieme dei saggi qui proposti mettono a fuoco lo svolgersi della dialettica "amico-nemico" nelle varie fasi della storia politica dello Stato unitario, evidenziando in che modo questa si sia riflessa nella storiografia italiana.

EAN: 9788860361462
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