Storia dell'aeronautica.L'America in guerra.

Torino, Einaudi 1958, cm.16x21,5, pp.385, numerose tavole bn.ft. legatura editoriale cartonata in tutta tela, sopracoperta figurata a colori. Collana Saggi,234. Questo saggio non si occupa della "civiltà delle immagini", descrive invece alcuni campi di produzione e manifestazione dell'immagine: le descrizioni figurate, le immagini immobili e sospese, l'immagine rispecchiata e l'immagine di sé, gli effetti e le metafore delle immagini, l'identità e la somiglianza fisiognomica, il ritratto riprodotto e riconoscibile, la copia, la duplicazione e la moltiplicazione... Due figure del mito classico accompagnano questo percorso sulle immagini: Dedalo costruttore di un vero e proprio labirinto di situazioni figurate e Narciso il quale pur immerso in una semplice coscienza dell'immagine di sé, vuole passare attraverso qualcosa di esterno e di riflesso.

Traduzione di Aldo Piccato. Milano, Mondadori Ed. 2005, cm.14,5x22, pp.484, legatura ed.soprac.fig.col. Coll.Frecce. La rielezione di George W. Bush a presidente degli Stati Uniti, ottenuta con un numero di voti popolari senza precedenti, induce a chiedersi se il Partito repubblicano sia destinato a diventare stabilmente il partito di governo. A favore del "Great Old Party" giocano, infatti, non solo alcuni fattori oggettivi (l'espansione delle zone residenziali suburbane e della proprietà azionaria diffusa, la deindustrializzazione e il declino sindacale, la spinta demografica verso il Sudovest), ma anche la capacità di rispondere al bisogno di sicurezza della nazione. In questo libro John Micklethwait e Adrian Wooldridge, giornalisti dell'"Fconomist", ricostruiscono le origini, le metamorfosi e l'impressionante crescita della destra conservatrice americana.

Livorno, Nella Stamperia di Pietro Meucci 1825-1826, 7 tomi. cm.14x21,5, pp.215,180,208,236,220,276,227, brossure originali, intonse.

Bologna, Cappelli Editore 1959, cm.14x22, pp.284, legatura editoriale, sopracoperta figurata a colori. Coll.Storia e Vita. Collana diretta da Amedeo Tosti.

Rimini, Idealibri S.r.l. 2000, cm.24x27, pp.223, centinaia di ill.e tavv.a col.nt. legatura ed., sopracop.fig.a col.

A cura di Franco Bortolotti e Chiara Buonaiuti. Pisa, Plus Ed. 2003, cm.13x19, pp.336, brossura Coll.Lavoro -Studi e Ricerche.

Torino, Einaudi 2008, cm.15x22, pp.144, legatura ed. Coll.Supercoralli. È notte, l'orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte si sente perduta nel buio fondale della solitudine più assoluta. Ogni notte Cecilia si alza di nascosto e raggiunge il suo posto segreto: scrive alla persona più intima e più lontana, la madre che l'ha abbandonata. La musica per lei è un'abitudine come tante, un opaco ripetersi di note. Dall'alto del poggiolo sospeso in cui si trova relegata a suonare, pensa "Io non sono affatto sicura che la musica si innalzi, che si elevi. Io credo che la musica cada. Noi la versiamo sulle teste di chi viene ad ascoltarci". Così passa la vita all'Ospedale della Pietà di Venezia, dove le giovani orfane scoprono le sconfinate possibilità dell'arte eppure vivono rinchiuse, strette entro i limiti del decoro e della rigida suddivisione dei ruoli. Ma un giorno le cose cominciano a cambiare, prima impercettibilmente, poi con forza sempre più incontenibile, quando arriva un nuovo compositore e insegnante di violino. È un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli colore del rame. Si chiama Antonio Vivaldi. Grazie al rapporto conflittuale con la sua musica, Cecilia troverà una sua strada nella vita, compiendo un gesto inaspettato di autonomia e insubordinazione.

Paris, Maisonneuve & Larose 2001, cm.16x24, pp.152, alcune illustraz. bianco e nero nel testo, brossura. copertina figurata a colori. Testo in francese. À la fin du XVe siècle, deux voyageurs débarquent sur les côtes du Maghreb. L'un, Abdalbasit b. Halil (1440-1514), est un musulman du Caire, l'autre, Anselme Adorne (1424-1483), un chrétien des Flandres. Le premier est un commerçant à l'esprit éclairé, venu rencontrer érudits et poètes dans l'émirat raffine des Hafsides de Tunis ; le second mène la vie aventureuse d'un homme politique et d'un diplomate, activité qui le conduit de Bruges jusqu'auprès du roi Jacques III d'Ecosse, pour lequel, sans doute, il entreprend, comme honorable espion mais sous couvert de pèlerinage, ce voyage à Tunis. Ces deux hommes, d'origines, de cultures et de langues radicalement différentes, nous livrent ici deux comptes-rendus de leurs séjours en " Berbérie ", fascinants par leur style, l'attention apportée aux hommes et aux choses, la nature des renseignements rapportés. La divergence même de perspective fait toute la richesse de ces récits nous offrant de multiples angles de vue sur le Maghreb de la fin du Moyen Age, ils nous entraînent à la cour de l'émir Uthman de Tunis, nous font découvrir ses souks légendaires et admirer cette riche contrée où se croisent commerçants génois, vénitiens ou catalans. Documents précieux et très vivants, ces récits de voyage inédits passionneront le lecteur - chercheur, étudiant ou simple curieux - qui trouvera dans cette réédition à la fois un livre d'érudition et de divertissement.