Cose viste vol.III: 1924, 1925.

Milano, A.Mondadori Ed. 1936, cm.13x19,5, pp.307, (copia in ottimo stato). brossura sopraccop.in velina.

Milano, A.Mondadori Ed. 1940, cm.12,5x19,5, pp.326, brossura sopraccop.in velina.

Milano, A.Mondadori Ed. 1934, cm.12,5x18,5 pp.326, brossura e rilegatura Coll.Opere di Ugo Ojetti.

Milano, Fratelli Treves Ed. 1939, cm.12x18,5, pp.307, (copia in ottimo stato). rilegatura in tutta tela verde, tassello in pelle con titoli in oro. Coll.Opere di U.O.

A cura di Pierpaolo Brugnoli. Presentaz.di Alfredo Berzanti. Verona, Società Cattolica di Assicurazione 1980, cm.25x26, pp.236, decine di ill.bn.e a col.nt. legatura ed. sopracop.fig.

Nuova versione a cura di Giovanna Fozzer e Marco Vannini. Firenze, Lorenzo De Medici Press 2018, cm.14x21,5, pp.144, brossura copertina figurata a colori. Collana La Lucerna,9. Il capolavoro di Czepko, i "Sexcenta monodisticha sapientum", è la raccolta poetica che ha ispirato all'amico Angelus Silesius il "Pellegrino cherubico" e, al pari di questo, si può considerare una vera e propria summa della tradizione spirituale classica e cristiana. I distici di Czepko trattano, con concettosa brevità, il tema cruciale del destino dell'uomo e dell'unione dell'anima con Dio. Il materiale speculativo dei versi è fornito all'autore dalla filosofia greca, dal mondo cristiano antico, ma soprattutto dalla mistica tedesca, medievale (Eckhart, Taulero, la Theologia deutsch) e rinascimentale (Franck, Weigel, Böhme). Con sublime arditezza il poeta ci parla così di distacco da se stessi, di "morte dell'anima", di ritorno all'origine e ricongiungimento a quell'Uno da cui, in realtà, non siamo mai usciti.