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Italia Medioevale e Umanistica. Periodico annuale. XLIV (2003). Contiene: M. Petoletti, Nuove testimonianze sulla fortuna di epigrafi classiche latine all'inizio dell'umanesimo (con una nota sul giurista Papiniano e CIL, VI/5, n.II*); A. Manfredi, S. Agostino, Niccoli e Parentucelli tra San Marco e la Vaticana. Rinnovamento delle biblioteche e diffusione di testi; S. Iaria, Diffusione e ricezione del "Libellus dialogorum" di Enea Silvio Piccolomini; C. Pertusi, L'apocalittica domenicana e la "Flagellazione" di Piero della Francesca (tavv. I-VI); G. Petrella, Per la fortuna di Pietro Ranzano, storicod'Ungheria. excerpta dagli "Annales omnium temporum" nella "Descrittione d'Italia" di Leandro Alberti; A. Tessier, Un corso veneziano su Sofocle di Giorgio Valla (con un piccolo addendum euripideo) (tavv. VII-VIII); M.T. Sambin de Norcen, "Certe composicione de marmoro pisto": sui primi stucchi rinascimentali a Mantova (tavv. IX-XI); Miscellanea; Indici.

Autore:
Curatore: A cura di Rino Avesani, Mirella Ferrari, Giuseppe Frasso, Gianvito Resta, †Paolo Sambin.
Editore: Editrice Antenore.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.17x25, pp.X,328,(2), brossura ; intonso.

EAN: 9788884555700
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Estratto da "Studi in onore di Anthos Ardizzoni". Roma, Ediz.dell'Ateneo 1980, cm.14,5x22,5, pp.104, brossura Coll.Filologia e Critica,32.
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A cura di Mariarosa Cortesi. Firenze, Olschki Ed. 2007, cm.17x24, pp.VII,64, brossura Coll.Quaderni di Rinascimento,43. Ricordi di incontri, di intensi rapporti e di dense discussioni su itinerari di ricerca emergono dalle 'memorie' qui raccolte di amici, che con Giuseppe Billanovich hanno condiviso, a vari livelli e in ruoli istituzionali differenti, la sua vasta, preziosa e ininterrotta elaborazione culturale, hanno subìto il fascino dei nuovi percorsi di ricerca da lui tracciati nella storia della tradizione dei testi classici conquistati dalla ricca personalità dell' uomo e dello studioso.

EAN: 9788822256430
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Contiene: †C. Dionisotti, Discorso di un vecchio amico per Giuseppe Billanovich; G. Pozzi, Lo stile di San Francesco; G. Murano, Opere diffuse 'per exemplar' e pecia. Indagini per un repertorio; M.P.Billanovich, Il sarcofago di Costanza d'Este e di Guido da Lozzo (e di s. Antonio?). Padova: Basilica del Santo (tav. I-III); M.P. Billanovich - E. Necchi - F.G.B. Trolese, Il complesso di s. Giustina a Padova. Tradizioni agiografiche: I. M.P. Billanovich, Un'antica tradizione sul luogo della morte di s. Luca: Beozia o Bitinia?; F. Carboni, Poesie liriche del XIV e XV secolo nella Tuscia (tav. IV-V); F. Gualdoni, Dal "De supplicationibus maiis" al "De religionibus et caerimoniis": vicende di un testo inedito di Angelo Decembrio; U. Motta, L'Ambr. S 77 sup. e l'inventario dei libri di Antonio Querenghi: antichi e moderni nell'erudizione di fine Cinquecento; Indice dei nomi; Indice dei manoscritti. A cura di Rino Avesani, Maria Pia Billanovich, Mirella Ferrari, Giuseppe Frasso, Gianvito Resta, Paolo Sambin. Padova, Editrice Antenore 2000, cm.17x25, pp.VIII,426,(2), brossura ; intonso.

EAN: 9788884555137
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EAN: 9788884555748
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Firenze, Ed.Medicee 1971, cm.13,5x21, pp.XXIX, 489, brossura intonso.
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Roma, Edizioni di Storia e Letteratura 1960, cm.16x24, pp.236, XXV tavv.in bn.ft., brossura intonso. Stato di nuovo. Coll.Quaderni di Cultura Francese, 2.

EAN: 9788884987594
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Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani 1948, 1 vol.in 2 tomi, cm.24x32, pp.1192,1226, centinaia di ill.bn.nt.e tavv.a col.ft. legature editoriali in mezza pelle, piatti in tela, titoli e fregi in oro ai dorsi. [copia in ottimo stato].
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copertina illustrata con un disegno di Adolfo Natalini. Volume interamente illustrato con fotografie e disegni. Catalogo e documentazione della mostra «Arredamento a memoria» Tre mostre allo studio Franca Pisani. Firenze, Maggio 1978. Firenze, Tipografia G.Capponi 1978, cm.21x29,5, pp.80 ill.bn. brossura copertina figurata. Prima edizione. Sono illustrati 3 progetti: 1. «Le sbarre della memoria - Erinnerungsschielder» (Firenze - Vienna, maggio/giugno 1976): "Ogni anno una persona incide su una sbarra in ottone (rame alluminio) un evento da ricordare. Le sbarre vengono disposte in fila sul muro... La vita privata può divenire pubblica, i ricordi personali possono essere esposti al pubblico... A Vienna, col Superstudio, ho attaccato le mie Erinnerungsschielder al muro della stazione della metropolitana disegnata da Wagner... Questo perché l'arte per la città è fatta di monumenti e non dei gesti, delle paure e delle speranze di quelli che l'abitano. La città ricorda solo i suoi dominatori e i suoi costruttori... Così tutti ricordano il faraone ma nessuno ricorda uno per uno le miglia di schiavi che eressero la piramide. Volevo cominciare a ricordare tutti, uno per uno" (pag. 4). 2. «La cassa della sopravvivenza» (Firenze - Marina di Vecchiano, febbraio '76 / giugno '77): "Una foto dell'interno di un sarcofago di pietra, mostrante i mobili che appartenevano al defunto, trovata in un libro sulla storia dell'arredamento, mi ha messo in moto una serie di associazioni. La prima era quella di usar per la morte gli stessi oggetti usati per la vita. La seconda era quella di vivere in mezzo ad oggetti di pietra: i mobili nella morte si schiacciano alle pareti. La terza era quella di rendere immobili le cose col ricordo: la memoria, come lo sguardo di Medusa, pietrifica. Ho cominciato a scegliere gli oggetti da ricordare; altri mi hanno scelto con la loro semplice presenza per esser ricordati. Li ho ricostruiti come di pietra, in una cassa della sopravvivenza divisa in sezioni da una riscoperta archeologica. Ho sistemato la cassa in diverse stanze, confrontandola con gli altri oggetti e con l'architettura. Infine, su una spiaggia, togliendo la sabbia che la ricopriva, ho scoperto che il tumulo per gli oggetti era uguale al tumulo per l'uomo di cui parlava Loos: «Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dentro di noi dice: qui è sepolto qualcuno. Questa è architettura»" (pag. 30). 3. «Quattro case a memoria» (Firenze, settembre 1977): "Il mio lavoro per molti anni è stato d'architettura. Ho disegnato, letto, guardato, costruito (molto poco). Ho descritto con le parole e coi segni molte architetture. Ho provato a ricordarne quattro. Si sono semplificati i rapporti, sono scomparsi i dettagli, ho dimenticato la struttura e i materiali. Riportate sul foglio le architetture non avevano più nulla in comune con le architetture di carta da cui pure erano partite. Le ho ricostruite in refrattario e le ho fatte cuocere. Poi le ho avvolte in panni bianchi legati con lacci e le ho protette, una per una, in cassette di legno. La prima riproduce un'urna greca a forma di casa trovata ad Argos. La seconda è una casa che ho disegnato quando avevo cinque anni. La terza è una casa progettata quando ancora credevo molto nel fare architettura. La quarta è una casa che ho costruito proprio quando pensavo di non far più arechitettura" (pag. 62). I tre progetti documentano la mostra «Arredamento a memoria»: "Il 9 maggio ho sistemato su tre pareti contigue, a un metro e settanta d'altezza, la mia autobiografia incisa su lastre di ottone, poste di seguito ma con alcuni vuoti per mancanza di ricordi relativi ad alcuni anni. Il 13 maggio ho sistemato una cassa come di pietra con una serie di oggetti come di pietra attraversata da un filo di metallo longitudinale e tre fili di metallo trasversali tirati perpendicolarmente tra le opposte pareti. Il 20 maggio ho sistemato un tavolo di legno molto alto con sopra quattro piccole architetture in refrattario... Stratificando nel tempo la memoria invece della vita, degli oggetti e dell'architettura, la stanza, vista di sbieco dalla porta, rimaneva come l'avevo vista la prima volta" (pag. 76).
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