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La capanna dello zio Tom.

Autore:
Curatore: Edizione integrale riveuta e corretta a cura di Franco Romanini.
Editore: Crescere.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.13x20, pp.188, brossura cop.fig.a col. La Biblioteca dei Ragazzi.

Abstract: Nel Kentucky, un proprietario di schiavi ricco di umanità, Arthur Shelby, è costretto a vendere ad un mercante di schiavi dall'animo crudele, due uomini della sua servitù. Si tratta dello zio Tom, il suo fidato braccio destro, e di Harry, un bambino di soli cinque anni figlio di Elisa e George Harris, mulatti. Tom ama il suo padrone e comprende che la decisione di venderlo era stata dettata dalla necessità. George Shelby, il figlio tredicenne di Arthur, gli promette che un giorno andrà a cercarlo e lo libererà. Tom viene imbarcato su un piroscafo con il mercante di schiavi, dove viaggiano anche la piccola Eva St. Clare, che si affeziona a Tom, e suo padre, Augustine, un proprietario terriero della Louisiana. Un giorno la piccola Eva, a causa di un improvviso e brusco movimento, perde l'equilibrio e cade in acqua. Tom, gettatosi prontamente riesce a salvarla e così il padre, riconoscente, lo compra. Ma Eva muore e mentre Augustine si appresta a preparare i documenti per ridare la libertà a Tom, viene colpito in una rissa e perde la vita. T Tom viene così comprato da Simon Legree, un proprietario insensibile e cattivo, che possiede una piantagione di cotone sul Red River. Età di lettura: da 8 anni.

EAN: 9788883373824
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Volto in italiano con annotazioni e schiarimenti economico geografici di Giuseppe Napoli, Stabilimento tipografico del Tramater 1853, 3 volumi rilegati in un tomo unico. cm.10,5x15,5, pp.240, 216, 189, Edizione di un anno successiva alla prima edizione italiana del 1852. Nella prima edizione venne tradotto il termine cabin con tugurio , poi sostituito nelle edizioni successive al 1853 in capanna. Venne pubblicato a Firenze nel 1852, presso la tipografia Mariani. Un curioso fatto che riguarda questo testo è che, facente parte di un carico di volumi diretto a Perugia, venne intercettato dalle guardie pontificie e tradotto presso la censura. Dobbiamo ricordare che la politica del Granduca Leopoldo era illuminata e tra le altre concessioni v'era pure quella della libertà di stampa (entro certi limiti); è senz'altro uno dei motivi per cui in Toscana, in particolare a Firenze, si trovavano le più moderne tipografie e venivano fondate numerose le case editrici - come del resto in Piemonte. Non così nello Stato Pontificio, dove vigevano severe le leggi del Papa Re, che nulla concedevano all'innovazione, vista come un pericolo verso l'autorità costituita. In tal senso il testo della Beecher-Stowe venne interpretato dai censori, poiché si promuoveva la liberazione degli schiavi, ma il vero aggancio al quale i censori fecero riferimento per l'iscrizione all'indice era il fatto che l'autrice era di fede metodista, per cui "eretica protestante". In realtà l'iscrizione all'indice vera e propria non ci fu, perchè il titolo non risulta nelle liste di proscrizione. Tutto questo ci è stato riportato da Massimo Motta, che ci ha anche fornito queste splendide immagini.
Note: Il volume presenta al frontespizio una mancanza a tassello rettangolare evidentmente ritagliata, solamente al frontespizio del primo volume, per il resto ottimo esemplare.
EUR 80.00
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