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#247879 Religioni

Raccontare l'amore: Parabole di uomini e donne.

Autore:
Editore: Rizzoli Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Rizzoli best.
Dettagli: cm.14x22,5, pp.178, legatura ed. sopracop.fig.a col. Coll.Rizzoli best.

Abstract: Ci sono storie, nei Vangeli, che a distanza di duemila anni sanno ancora sorprenderci e provocarci, perché sono capaci di farci osservare la realtà da una prospettiva inattesa. Le parabole sono racconti di uomini e donne come noi - padri, figli, lavoratori - e hanno in Gesù il loro narratore d'eccezione. L'eredità che lasciano a chi le ascolta o a chi, come noi oggi, le legge, è rivoluzionaria e scardina i pregiudizi e la concezione tradizionale di giustizia, mantenendo intatto lo sguardo umanissimo di Gesù sul quotidiano: famiglie in crisi, poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, lavoratori stanchi e modi diversi di amare e vivere la preghiera. Tra le parabole evangeliche, Enzo Bianchi ne ha scelte quattro tra le più note e, muovendosi con agilità tra passato e presente, ci consegna un'appassionata rilettura di quelle che restano ancora oggi pagine aperte dei Vangeli. In esse la parola si fa rivelazione del volto di Dio, guidandoci in profondità, fino al centro del suo cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande. Per ricordarci che è attraverso la parola di Cristo che l'amore di Dio si trasferisce all'umanità, trasformandone per sempre l'esistenza.

EAN: 9788817065733
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Torino, Einaudi Ed. 2008, cm.14x22, pp.114, legatura ed. sopraccop.ill.a col. Coll.Frontiere. L'angoscia di fronte alla domanda: "che tempo fa?" è certo più forte quando un semplice evento atmosferico può distruggere in pochi minuti un anno di lavoro. Allora non è poi così strano vedere il parroco del paese incedere nella tempesta, il piviale viola scosso dal vento, fendere l'aria con l'aspersorio dell'acquasanta e implorare con voce ferma Dio di fermare la grandine: "Per Deum verum, per Deum vivum". In un mondo sempre più abitato da suoni nuovi e pervasivi è facile perdere le voci antiche che scandivano lo scorrere del tempo: il canto del gallo all'alba, il rintocco delle campane che annunciava momenti lieti o tristi, il grido dell'acciugaio e il richiamo del venditore ambulante di carta da lettere. Suoni quotidiani, destinati a tutti. Il cibo, a ben guardare, oltre che un nutrimento necessario è anche qualcosa di cui si deve "aver cura". La tavola è luogo di incontro e di festa e la cucina è un mondo in cui si intrecciano natura e cultura. Preparare il ragù può diventare allora un momento di meditazione e la bagna càuda un vero e proprio rito in cui gli ingredienti che la compongono rappresentano uno scambio di terre, di genti, di culture. A dispetto di ogni localismo (anche culinario) tutti i cibi anche i più nostrani, sono carichi di debiti con l'esterno e con chi, in terre lontane, ha coltivato le materie prime, le ha fatte crescere e le ha raccolte. Storie ricche di personaggi singolari, di saggezza popolare, di amore per la terra, di riflessioni sulla vita, la morte e la ricchezza della diversità.

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Torino, Einaudi 2015, cm.14x22, pp.110, legatura editoriale in tutta tela, con sopraccoperta figurata. Coll.Frontiere Einaudi. Il cibo è tutto ciò che si mangia e che serve per nutrire e per mantenere in vita un essere vivente: uomini, animali, piante. Il cibo è dono: della madre che ci nutre nell'utero e ci offre il seno, della nutrice che ci svezza. Poi, crescendo, l'uomo impara a procurarselo e a cucinarlo da solo. Ma il cibo è anche molto di più: è il gesto sociale per eccellenza, il gesto della comunità nel suo ritrovarsi, nel fare memoria e fare festa. La tavola è il luogo, a volte silenzioso, a volte rumoroso, di comunicazione, scambio, comunione. Gioia. Ecco cos'è il cibo: nutrimento per la convivialità. Mangiare è molto più che nutrirsi, così come bere è molto più che dissetarsi, e l'arte del vivere, la sapienza del vivere, può essere simboleggiata dall'arte del mangiare e del bere. E se mangiare è un'azione al contempo naturale e culturale, l'azione del nutrirsi viene ad assumere un valore simbolico e un carattere sacro. Mangiare ritma il tempo, la giornata, la settimana. Di più, mangiare celebra il tempo: la nascita, l'entrata nell'età adulta, l'epifania delle storie d'amore, la morte. Tra le tante rivoluzioni fatte da Gesù, ci dice Enzo Bianchi, c'è anche quella di aver rivoluzionato il modo di concepire il cibo. Anche a tavola Gesù ci ha insegnato a vivere in questo mondo e ci ha raccontato storie e parabole che parlano di cibo e tavola. È attorno ad una tavola che si snodano i legami familiari, si costruiscono, si distruggono ed è davanti ad una cena che ci sussurriamo segreti e tessiamo le relazioni. Spezzare il pane di Enzo Bianchi ci ricorda come stare seduti intorno a delle pietanze sia simbologia della vita stessa. Il fondatore della Comunità Monastica di Bose e scrittore di molti testi sulla spiritualità cristiana, si sofferma proprio sul significato simbolico della tavola, dove Gesù ringraziava Dio, proprio con un gesto semplice: spezzando il pane. E’ con il cibo che infatti si esprime l’affetto per i propri commensali, preparando per loro un cibo delizioso che sia metafora di accoglienza, amore, fratellanza, da dividere appunto tutti insieme. Questo gesto di condivisione estrema, perché più assoluto non può essere visto che sono proprio il cibo e l’acqua a tenerci in vita,è analizzato dall’autore di L’amore vince la morte con la sapienza degli ingredienti da utilizzare per preparare un piatto, con la dovizia di particolari che richiede un invito a pranzo o a cena. Sedersi attorno ad una tavola per mangiare è un fatto culturale perché diversi sono i modi di ritrovarsi insieme a mangiare il pane. Ci sono culture che richiedono che si stia seduti per terra, altre vogliono dei rituali ben precisi, sempre uguali e bene definiti. Mangiare insieme è soprattutto sinonimo di pace e amore e allora leggendo questo bel saggio si ha voglia di eliminare i pranzi frettolosi, quasi in piedi o solitari e si ha voglia di gioire del piacere della tavola. Dopo aver letto Spezzare il pane di Enzo Bianchi, preparatevi così a mettervi ai fornelli e a scrivere preziosi inviti ad amici e parenti.

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Milano, Rizzoli Ed. 2006, cm.14x22,5, pp.118, legatura ed.soprac.fig.col. Coll.La Scala. Spinto dall'urgenza di affrontare i fenomeni attuali dell'immigrazione e dell'integrazione, Enzo Bianchi cerca nella Bibbia risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. È etico, infatti, accogliere senza poter fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale? Partendo dal presupposto che l'accoglienza non è solo soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia "stranieri e pellegrini" che hanno dovuto subire l'ostilità e addirittura la persecuzione, analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell'ospitalità e dell'apertura, che sono al centro dell'etica cristiana. "Vedere gli stranieri" non è solo il centro tematico dell'intervento pronunciato da Enzo Bianchi al Senato, contenuto in questa nuova edizione, ma un invito all'ospitalità come dono inatteso. Non solo una condivisione degli spazi, ma una qualità aggiunta ad essi, in una logica di concittadinanza dove l'esigenza principale è imparare a riconoscere il prossimo come valore umano inestimabile.

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Iesa (SI), Gorée 2006, cm.15x21, pp.XIX,(1),378,(2), brossura, cop.fig.a colori. Coll.Saggi - Scienze Sociali,1. La provincia di Siena è da diversi anni interessata a un fenomeno immigratorio extracomunitario più consistente della media nazionale, che segue precedenti flussi di immigrazione ricca europea e, in parte del territorio, di una notevole immigrazione da regioni meridionali. Questa natura fortemente composita di una provincia demograficamente depressa e ideologizzata come sede di una toscanità profonda e "intatta" se non arcaica doveva essere affrontata: e questo è quanto si tenta di fare, da approcci disciplinari molto diversi, ma integrati, in questo libro, come prima approssimazione ad una realtà dinamica e anche notevolmente carica di tensioni, alla ricerca di una capitalizzazione della diversità e della molteplicità di apporti come risorsa.

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