CARRELLO vai al carrello
Libri
Totale
SPESE DI SPEDIZIONE GRATIS
PER IMPORTI SUPERIORI A
35 € IN ITALIA
70 € IN EUROPAlimiti e condizioni
#251956 Facsimili

Grammatica Sforza. Grammatica del Donato e Liber Iesus. Riproduzione integrale dei codici 2167 (Grammatica del Donato) e 2163 (Liber Iesus) della Biblioteca Trivulziana di Milano. Riproduzione facsimilare delle dorature presenti nei manoscritti. Fedele riproduzione del profilo irregolare delle pagine.Descrizione del facsimile: GRAMMATICA DEL DONATO:pp.108, 12 pagine miniate. Legatura artigianale in pelle di vacchetta, con intarsi decorati e riproduzione degli ori a pennello e degli ori incisi. LIBER IESUS: pp.28, cm.14x19,8, 7 pagine miniate, legatura artigianale in pergamena di capretto.

Curatore: Commentario a cura di Jonathan J. G. Alexander con testi di Pier Luigi Mulas e Marzia Pontone.
Editore: Franco Cosimo Panini Editore.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.La Biblioteca Impossibile.
Dettagli: cm.18x27,5, Coll.La Biblioteca Impossibile. Tiratura limitata di 699 esemplari numerati. Esemplare 312.

Abstract: LA GRAMMATICA DEL DONATO :Conosciuto anche con il nome Ianua, il codice è una Grammatica latina ispirata all’opera dell’autore Elio Donato, vissuto nel IV secolo e noto anche per essere stato il maestro di san Girolamo. I testi di Elio Donato furono utilizzati come fondamentali strumenti di consultazione e di studio per tutto il Medioevo e anche in età umanistica. L’apparato illustrativo si deve a vari miniatori lombardi, tra i quali spicca Ambrogio de Predis. Molte immagini sono corredate di una didascalia in italiano volgare, mentre il resto del testo è in latino. E proprio l’impostazione è ciò che rende estremamente moderno questo codice: le immagini e le rispettive didascalie in volgare rimandano direttamente alla regola di latino che è spiegata nella pagina a fronte, secondo un metodo didattico in uso anche al giorno d’oggi. Così, ad esempio, l’immagine della c. 10v ritrae il giovane duca a cavallo per le vie della città ed è accompagnata dalla didascalia che recita “Va per Milano el conte innamorato. E da tutte le dame e contemplato”. Nella carta successiva è riportata la coniugazione del verbo amare (“Amo, amas, amat”), così che l’apprendimento della regola sia facilitato dall’identificazione del giovane duca con l’immagine e con il motto in volgare.Il manoscritto ha conservato la straordinaria legatura originale in pelle, impreziosita da impressioni a secco e dorate, con gli stemmi e le imprese del duca Sforza.IL LIBER IESUS: Il secondo, delizioso manoscritto è noto come Liber Iesus e contiene l’abbecedario, i dieci comandamenti e le principali preghiere in latino, oltre a una serie di ammonimenti e consigli per il piccolo Massimiliano. Il libro, scritto e illustrato nello stesso periodo della Grammatica, prosegue e completa il percorso educativo del principe, e per questo condivide con essa la medesima ricchezza figurativa, con scene di straordinaria suggestione visiva. La legatura del codice, in pergamena, è settecentesca.LE MINIATURE: A prova del prestigio della famiglia Sforza, i due volumi furono arricchiti di miniature straordinarie affidate a minatori lombardi tra cui spicca Ambrogio de Predis, pittore che aveva collaborato con Leonardo per la Vergine delle Rocce: i due ritratti di Massimiliano bambino e del padre Ludovico, all’inizio e alla fine del codice, sono forse il suo capolavoro assoluto. Echi della pittura di Leonardo da Vinci si trovano in molte tra le miniature dei due codici, proprio perchè il principale artista impegnato nella loro decorazione, Ambrogio de Predis, fu un importante collaboratore del genio toscano. Straordinario e suggestivo il ciclo di miniature che illustra momenti quotidiani della vita del piccolo Massimiliano, e proprio questo legame con la quotidianità determina un’altra importante caratteristica dei manoscritti: tutti i personaggi sono identificabili in persone realmente esistite e vissute alla corte degli Sforza, dal conte Borella, il precettore di Massimiliano, ai vari compagni di studio e di giochi del giovane duca. La Grammatica del Donato, infine, ha uno schema illustrativo che si articola secondo un programma ben preciso, mostrandoci il percorso educativo del futuro duca: partendo dal ritratto di Massimiliano, attraverso la sfera quotidiana scolastica, il trionfo militare e la scelta della Virtù che farà di lui un principe giusto, il codice si chiude sul ritratto di Ludovico il Moro, faro ideale cui deve tendere l’educazione del giovane, affinché diventi un principe giusto e saggio come il padre.

CondizioniNuovo
EUR 5,400.00
-55%
EUR 2,400.00
Ultima copia
Aggiungi al Carrello

Visualizzati di recente...

#154588 Economia
Bari, Laterza Ed. 1981, cm.13x20, pp.184, brossura Coll.UL,555.
Usato, molto buono
EUR 7.00
Ultima copia
#160054 Facsimili
L’opera è accompagnata da due volumi di commentario a cura di Milvia Bollati, con contributi di Luca Azzetta,Milvia Bollati,Peter Kidd,Marco Petoletti e GennaroToscano. Un volume di saggi, pp.204 pagine con 95 illustrazioni a colori. Un volume di schede con 140 pagine con 112 illustrazioni a colori. Ms. Yates Thompson 36, British Library ,London. Modena, Franco Cosimo Panini Editore 2006, 1 vol.+ 2 di commentario. cm.26x37, pp.396 con miniature a colori oro. Tiratura 750 copie numerate e certificate. Esemplare 716. Collana La Biblioteca Impossibile. Gelosamente custodito presso la British Library di Londra, questo eccezionale manoscritto della Divina Commedia è riccamente decorato con oltre 100 splendide miniature e con iniziali istoriate poste in apertura di ogni cantica. Il codice fu realizzato in Toscana, intorno alla metà del XV secolo, per conto di un illustre committente, il re di Napoli Alfonso d'Aragona, detto il Magnanimo. Mecenate illuminato ed egli stesso sensibile umanista, il sovrano fece di Napoli un vivace centro artistico e culturale. Il sontuoso corredo di miniature della Divina Commedia è opera di due diverse mani, anche se l'incarico di decorare le tre cantiche venne probabilmente conferito a un unico artista identificato con il senese Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta. Il pittore toscano decorò tutti i capolettera e le scene dell'Inferno e del Purgatorio, alle quali attese fra il 1442 e il 1450. La decorazione del Paradiso si deve invece a un altro senese, Giovanni Di Paolo, artista immerso in una trasognata dimensione spirituale che nelle sue miniature si traduce in atmosfere fiabesche e irreali accomunate da tre costanti: la struttura dell'universo, rappresentata dal nitore azzurrino del cielo e dalle sfere celesti, spesso sfolgoranti d'oro; la struggente bellezza dei paesaggi, ispirati alla campagna toscana a sud di Siena e talora chiaramente riconoscibili; e la presenza unificante, nella maggior parte delle miniature, delle figure appaiate di Dante e Beatrice. Alla straordinaria suggestione delle miniature del codice, si aggiunge la ricchezza degli elementi in oro che decorano finemente la cornice di ogni scena. L'elegantissima calligrafia del testo, scritto su una colonna e impreziosito dai capolettera, è perfettamente leggibile: peculiarità questa che permette di unire all'incanto delle illustrazioni il piacere della lettura in versi.
Usato, molto buono
Note: Esemplare in stato eccellente. Piccole porzioni del dorso in pergamena del cofanetto presentano un distacco dal cartone sottostante .
EUR 9,500.00
-61%
EUR 3,650.00
Ultima copia
Prima edizione. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. aprile 1982, cm.14x21,5, pp.211, legatura ed. sopraccop.fig.a col. Coll.Scrittori Italiani e Stranieri.
EUR 9.00
Ultima copia