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I falsari. In Appendice Diario dei falsari.

Autore:
Curatore: Traduzione di Oreste Del Buono.
Editore: Bompiani.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.11x18,5, pp.444, brossura. Collana I Delfini. Classici, 27.

Abstract: Primo e unico vero romanzo di André Gide e allo stesso tempo antiromanzo per eccellenza, “I falsari”, pubblicato nel 1925, è un atto d'accusa nei confronti della letteratura per la mancanza di coraggio, per lo scarso approfondimento, per l'oscura coscienza, per essere complice nella costruzione della menzogna, dello psicologismo facile e assolutorio. Sorprendente e affascinante, diverso da qualsiasi altra cosa eppure forte di una struttura perfettamente riconoscibile, mette in scena le vicende di un gruppo di personaggi disparati, moltiplicando i punti di vista, i generi e le linee narrative secondarie, distaccandosi così dalla tradizione del tradizionale romanzo lineare. Per mostrare i limiti delle pretese del romanzo di riprodurre il mondo Gide concerta quest'opera come una sinfonia, sviluppando i temi a lui più cari: i tormenti dell'adolescenza, i disturbi dell'identità e soprattutto la falsità e la menzogna, quella mancanza di autenticità che i romanzieri, i veri e propri falsari, sono i primi a creare e diffondere nella loro sciocca illusione di poter aderire perfettamente alla realtà. Scritto in quella prosa cartesiana che è la vera cifra stilistica di Gide, “I falsari”, antesignano del Nouveau Roman e di tanto postmodernismo, rimane un testo fondamentale per capire la Francia di ieri, ma anche l'intera Europa scomparsa nel fuoco dell'ultimo grande conflitto.

EAN: 9788845224713
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A cura di Franco Venturi. Testo francese a fronte. Milano, La Vita Felice 2021, cm.12,5x17, pp.194, brossura copia figurata. Coll.Il Piacere di Leggere,114. Non c’è emozione, per quanto speciale e nuova possa sembrare, che non abbia in natura tutti i suoi equivalenti – la collezione completa – uno per ogni mondo. Ma l’emozione centrale di questo libro non è un’emozione particolare: è proprio quella che ci ha regalato il sogno della vita, dalla nascita attonita fino alla morte non convinta: e i miei marinai senza carattere a loro volta diventano o l’intera umanità, o si riducono a me stesso. Ignorano il loro destino e non governano più la loro nave, ma il desiderio di volontà li attira e fa prendere loro per risolta la rotta che seguirà la loro pericolosa nave. – Prima si privano di tutti i piaceri, non in vista di ricompense future che non li soddisferebbero, ma in vista di azioni gloriose in cui la loro forza viene messa alla prova, in modo da mantenerla integra... Tutto quello che potrei ancora aggiungere, Urien lo dice o lo racconta. Se parliamo bene di queste cose, è perché ne abbiamo sofferto: povera generazione che vorrebbe l’eroismo in un tempo che non l’appaga più di bellezze; – in modo tale che possiamo dire: Chiesero al romanzo di sostituire le grandi avventure che non avevano fatto: gli chiesero di soddisfare al meglio il vago desiderio di eroismo che la loro immaginazione conservava e che il loro corpo non riusciva a realizzare.

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