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#149031 Dantesca

Studi Danteschi. Vol.LXVII. Dall'indice: F.Mazzoni, Epilogo alla introduzione della "Commedia". P.Allegretti, Il maestro de "lo bello stilo che m'ha fatto onore" (Inf.I 87), ovvero la matrice figurativa della sestina, da Arnaut Daniel a Virgilio. G.Casagrande, "Accidioso fummo" (Inf.VII 123). G.Indizio, La profezia di Niccolò e i tempi della stesura del canto XIX dell'Inferno. V.Bartoli, P.Ureni, La malattia di Maestro Adamo. G.Gorni, Le "guide" di Dante, o la Sibilla negata. E.Curti, Un esempio di bestiario dantesco: la cicogna o dell'amor materno. E.Fenzi, L'esperienza di sé come esperienza dell'allegoria (a proposito di Dante, Convivio II i 2). N.Bianchi, Brevi note su alcuni postllati danteschi. S.Bertelli, Nuovi testimoni per il censimento dei manoscritti e dei commenti alla Commedia. M.Boschi Rotiroti, Un frammento sconosciuto della Commedia. ...

Curator: Periodico semestrale poi annuale fondato nel 1920 da Michele Barbi. Pubblicaz.a cura della Soc.Dantesca Italiana.
Publisher: Le Lettere.
Date of publ.:
Details: cm.16x23, pp.258, brossura intonso.

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#199132 Archeologia
Pisa, ETS 2014, cm.17x24, pp.258, 19 tavv.a col.ft. brossura cop.fig.a col. Coll.Agri e chorai tra Magna Grecia e Etruria (6). C’è un solo punto dal quale è possibile, oggi come ieri, il controllo del litorale tirrenico dell’odierna Calabria centro-meridionale: la città di Vibo Valentia. Il possesso e l’organizzazione militare ed insediativa di Hipponion-Vibo Valentia in età greca, brettia e romana e la complessa stratificazione della città, che documenta una tenace continuità di frequentazione dell’altura, sono leggibili solo attraverso esili tracce. Nei primi anni dell’Ottocento, per un ricercatore attento e permeato dall’inarrestabile curiosità per la storia e l’archeologia, com’era il conte Vito Capialbi, quelle tracce hanno rappresentato il punto fermo da cui partire per l’approfondimento dei suoi studi e per la stessa costituzione della sua rinomata collezione archeologica, oltre che dell’annessa ricca biblioteca. Un particolare gruppo di reperti archeologici della collezione Capialbi, rinvenuti nella città e nel suo territorio (la ceramica a vernice nera), consente ora, sottoposto ad analisi, di accertare, attraverso la rilettura dei suoi scritti - grazie al raffronto con tutto il materiale presente nella collezione - che lo studioso aveva eseguito scavi ‘programmatici’ e ‘in estensione’ in un fondo di sua proprietà, ubicato sulla cima del colle, il Cofinello, sede di una necropoli non però di età classica, com’è stato generalmente ritenuto: la peculiarità del rituale funerario consente in effetti di inquadrarla tra la seconda metà del IV e la fine del III secolo a.C. “Ricucendo” il legame tra i materiali della collezione e gli scritti del conte, la fase italica della necropoli al Cofinello (e non solo) conferma sia il mantenimento da parte della città di una spiccata vivacità commerciale in età brettia, che un’abile quanto peculiare strategia insediativa italica, attenta ai rapporti di convivenza con l’elemento italiota: il tutto grazie agli inediti tasselli offerti alla ricostruzione storica dall’ illuminato studioso dell’Ottocento.

EAN: 9788846740908
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