Vita esaltante di un giramondo fiorentino. L'avventura americana.

Traduzione di Giuseppe Casella. Torino, Einaudi Ed. 1954, cm.16x22, pp.524, 29 tavv.e ill.e 2 cartine bn.ft. legatura ed.in tutta tela. Coll.Biblioteca di Cultura Storica,42.

Firenze, Florence Art Edition 2001, cm.11,5x21, pp.282, brossura

Harper 2016, cm.12,5x20, pp.XXIV,484, brossura copertina figurata a colori. Coll.Collins Crime Club. Winner of the 2016 EDGAR, AGATHA, MACAVITY and H.R.F.KEATING crime writing awards, this real-life detective story investigates how Agatha Christie and colleagues in a mysterious literary club transformed crime fiction. Detective stories of the Twenties and Thirties have long been stereotyped as cosily conventional. Nothing could be further from the truth. The Golden Age of Murder tells for the first time the extraordinary story of British detective fiction between the two World Wars. A gripping real-life detective story, it investigates how Dorothy L. Sayers, Anthony Berkeley, Agatha Christie and their colleagues in the mysterious Detection Club transformed crime fiction. Their work cast new light on unsolved murders whilst hiding clues to their authors’ darkest secrets, and their complex and sometimes bizarre private lives. Crime novelist and current Detection Club President Martin Edwards rewrites the history of crime fiction with unique authority, transforming our understanding of detective stories, and the brilliant but tormented men and women who wrote them.

Introduzione e traduzione di Antonio Banfi con uno scritto di Fulvio Papi. Milano, SE 2023, cm.13x22, pp.132, appendice iconografica bn.ft., brossura copertina fig.con bandelle, Coll.Testi e Documenti,191. «A questo disegno di promuovere, al di fuori della cerchia specialistica, quella forma tutta interiore di comprendere che rivive e intuisce le condizioni dell’atto stesso della produzione filosofica, io intendo qui contribuire con l’esposizione e la discussione di alcuni fondamentali problemi e dei tentativi di soluzione che offre la storia della filosofia, e intendo farlo da questo caratteristico punto di vista: io vorrei cioè offrire l’immagine di questi grandi filosofemi, così come essi si presentano a un filosofo che cerca una propria soluzione di quei problemi e che a questo fine richiama e discute le loro soluzioni anteriori. Il suo scopo non è allora affatto di carattere storico, ma è concretamente speculativo; vale a dire che il problema non ha per lui valore solo perché Platone o Hegel lo abbiano discusso, ma, al contrario, Platone o Hegel hanno valore per lui solo in quanto hanno discusso quel problema. Nella corrente del suo pensiero le loro dottrine affioreranno dunque solo come onde di forma particolare, senza infrangerne la continuità con il porsi come fine a se stesse. E poiché tali dottrine sono solamente le stazioni del cammino del suo proprio pensiero, perdono in esso il carattere sistematico la cui chiusa rigidità impedisce spesso di penetrare nella loro vita interiore, e che, come loro forma esterna e caduca, viene via via sconfessata dall’evoluzione storica dello spirito. In tal modo il proprio movimento spirituale segnerà i contorni del pensiero tradizionale e potrà infondersi in esso, che senza tale trasfusione e consentimento rimarrebbe, nel suo fondo, inaccessibile. Io non intendo oltrepassare nell’esposizione quei limiti che corrispondono a questo punto di vista, né offrire per i problemi alcuna personale soluzione, la cui inevitabile unilateralità contrasterebbe con l’obiettività del mio compito attuale». Introduzione e traduzione di Antonio Banfi.. Con uno scritto di Fulvio Papi.