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La scena e il paesaggio. Cagliari e Mara, Sant’An­tioco e Iglesias, Sulcis e Sigerro: l’entroterra cagliaritano e il Sulcis. Luoghi geografici e scenari paradisiaci della “Passio” di S. Antioco in un manoscritto secentesco di Salvatore Vidal.

Author:
Curator: Prima edizione.
Publisher: Edizioni dell'Orso.
Date of publ.:
Details: cm.17x24, pp.252, 20 tavole ft. brossura copertina figurata a colori. Collana Sardegna: Memoria e Radici, 3.

Abstract: Salvatore Vidal nasce a Maracalagonis il 26 ottobre 1581 e muore a Roma il 28 gennaio 1647. Fra le sue opere, il manoscritto della Vida si presenta come una sorta di geometrica costruzione storico-metaforica, giocata sulle parti della Passione di S. Antioco – una vera e propria unità drammatica -, ambientata, prima in un archeologico Nord-Africa del I-II Secolo d.C. e poi nei luoghi deputati d’un Sulcis stupefacente nella sua primigenia bellezza: scenario edenico per l’azione drammatico-martiriale. Sicché i paesaggi e i centri del Sulcis o del nord-Africa, di Cagliari o di Iglesias-Froremundu, di Mara o di Sigerro sono sempre loci geografici definiti, ma, allo stesso tempo, anche stupefacenti archetipi, come dilatati su dimensioni universali, fino a diventare scenari ideali della vicenda agiografica di Sant’Antioco. Nella cornice della contesa delle reliquie fra Sulcis ed Iglesias si evolve la festa di Sant’Antioco: tempo religioso, ma anche occasione ludica e commerciale, dove si ballano «ballus sardus» al suono di «launeddas», ci si cimenta in gare di «strumpa», si vendono e si acquistano le merci più svariate. Ne sono emblematico esempio i Tabarchini che abitano l’Isola di San Pietro. Sulcis la bella, luogo d’esilio ma anche di manifestazione del sacro, mantiene, insieme alla virtù taumaturgica del Santo, la potenza di attrarre le folle, finendo col tramutarsi in spazio paradisiaco: nell’Isola di Sant’Antioco.

EAN: 9788876942952
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Premessa di Guido Baldassarri. Alessandria, Edizioni dell'Orso 1993, cm.17x24, pp.VIII,136, brossura, cop.fig.con bandelle. Allo stato di nuovo. Coll.di Letteratura Italiana. Contributi e Proposte,24. L'opera di Angelo Beolco, autore-attore padovano del Cinquecento, ha per protagonisti i ceti più umili: un mondo oscuro che fornisce, come un'inesauribile miniera, facili ""soggetti letterari"" per rallegrare noiose serate. La carica dissacrante e dirompente delle sue commedie ha origini, prima ancora che dalle contemporanee macaronee, dalla sua personalità polemica e multiforme. La disfatta veneziana di Agnadello, la polemica sulla lingua con il Bembo, la contrapposizione alle teorie antivillanesche del Folengo, costituiscono lo scenario in cui vive il suo personaggio più emblematico: quel Ruzante furbo e, tuttavia, credulone, petulante e, ancora di più, pavido: suicidio ed eternamente famelico. Nel panorama ""regolare"" della commedia del Cinquecento, Angelo Beolco rappresenta Ruzante un elemento di disturbo nel paesaggio letterario, una ""nota stonata"" nell'armonia progettuale di un'arte che strizza l'occhio alla città ideale, e che fa da contrappunto al buon governo del Principe. Con lui il genere comico cinquecentesco perde la sua leggerezza, si rannuvola nella sua solarità, coprendosi di un velo drammatico; e il personaggio, contadino che prima era oggetto di riso, diventa soggetto storico invadendo la scena con la sua cultura, sfidando e offuscando con la sua realtà drammatica il pensiero accademico: le parti, sulla scena, si sono invertite.

EAN: 9788876941412
Nuovo
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Alessandria, Edizioni dell'Orso 1998, cm.17x24, pp.624, 20 tavole ft. brossura copertina figurata a colori. Coll.Sardegna Memoria e Radici. Seconda edizione ampliata e rivista. Salvatore Vidal nasce a Maracalagonis il 26 ottobre 1581 e muore a Roma il 28 gennaio 1647. Fra le sue opere, il manoscritto della Vida si presenta come una sorta di geometrica costruzione storico-metaforica, giocata sulle parti della Passione di S. Antioco – una vera e propria unità drammatica -, ambientata, prima in un archeologico Nord-Africa del I-II Secolo d.C. e poi nei luoghi deputati d’un Sulcis stupefacente nella sua primigenia bellezza: scenario edenico per l’azione drammatico-martiriale. Sicché i paesaggi e i centri del Sulcis o del nord-Africa, di Cagliari o di Iglesias-Froremundu, di Mara o di Sigerro sono sempre loci geografici definiti, ma, allo stesso tempo, anche stupefacenti archetipi, come dilatati su dimensioni universali, fino a diventare scenari ideali della vicenda agiografica di Sant’Antioco. Nella cornice della contesa delle reliquie fra Sulcis ed Iglesias si evolve la festa di Sant’Antioco: tempo religioso, ma anche occasione ludica e commerciale, dove si ballano «ballus sardus» al suono di «launeddas», ci si cimenta in gare di «strumpa», si vendono e si acquistano le merci più svariate. Ne sono emblematico esempio i Tabarchini che abitano l’Isola di San Pietro. Sulcis la bella, luogo d’esilio ma anche di manifestazione del sacro, mantiene, insieme alla virtù taumaturgica del Santo, la potenza di attrarre le folle, finendo col tramutarsi in spazio paradisiaco: nell’Isola di Sant’Antioco.

EAN: 9788876942952
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Alessandria, Edizioni dell'Orso 1996, cm.17x24, pp.534, brossura, copertina figurata a colori. Coll.Sardegna Memoria e Radici. La situazione socio-economica della Sardegna tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo non era certo florida: le popolazioni, afflitte da continue carestie e pestilenze, conducevano una vita di stenti alleviata soltanto dai rari momenti di festività religiose. L'isolamento geografico e la quasi inesistenza di giornali non favorivano poi la circolazione nell'Isola di notizie dall'esterno. Le tipografie locali erano poche e dedite quasi esclusivamente all'edizione di testi religiosi che costituivano il genere prevalente di cultura. E' in questo contesto che si colloca l'attività drammatico-letteraria di Maurizio Carrus, che si svolge a San Vero Milis tra il 1718 e il 1731. Rispettivamente del 1718, del 1726-'27 e del 1731 sono i suoi tre manoscritti di gosos, componimenti diffusissimi all'epoca che venivano cantati durante le processioni drammatiche nelle quali si trasportavano i simulacri dei santi. Del 1728 è, invece, la prima rappresentazione del suo dramma sacro intitolato Comedia de la Sacratissima Passion de Nuestro Señor Iesu Christo, sacada de los quatro Evangelistas, il cui testo è una particolarissima varietà di sardo culto, a metà tra il campidanese e il logudonese, con didascalie castigliane. Nell'opera del Carrus – fino a questo momento totalmente inedita – si evidenziano frequenti concordanze con Antonio Maria da Esterzili che fanno pensare non a un'influenza esterna diretta, da parte di autori spagnoli o italiani, quanto piuttosto a una trasmissione interna. I suoi manoscritti non sono testimonianze mute di un ormai morto e sepolto gusto teatral-religioso della "Villa" di San Vero Milis del circondario di Oristano, ma costituiscono la registrazione di uno spaccato di vita culturale di un'epoca.

EAN: 9788876942396
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Alessandria, Edizioni dell'Orso 2001, cm.17x24, pp.520, 30 ill. in bianco e nero, 20 tavv. a colori ft. brossura copertina figurata a colori. Coll. Sardegna: Memoria e Radici. PARTE I • IL FONDO AMAT-SANJUST: CAP. I – DESCRIZIONE DEL FONDO AMAT DI SANFILIPPO-SANJUST DI TEULADA • CAP. II – I LIBRETTI D’OPERA NEL FONDO AMAT-SANJUST • CAP. III – LE COMMEDIE, I DRAMMI, LE TRAGEDIE • CAP. IV – I QUADERNI MANOSCRITTI DEL SANJUST E L’ELENCO AMAT • CAP. V – ENRICO AMAT ED ENRICO SANJUST: CENNI BIOGRAFICI E PROFESSIONALI • PARTE II • I TEATRI DI CAGLIARI: CAP. I – I LUOGHI DEL TEATRO • PARTE III • COMPOSITORI MUSICALI ED AUTORI DI PROSA NEI MANOSCRITTI AMAT-SANJUST: CAP. I – INDICE DI FREQUENZA DEI COMPOSITORI • CAP. II – IL SECONDO MANOSCRITTO DEL SANJUST • CAP. III – IL TERZO MANOSCRITTO DEL SANJUST • CAP. IV – IL QUARTO MANOSCRITTO DEL SANJUST • PARTE IV • I GENERI TEATRALI: CAP. I – I GENERI TEATRALI PRESENTI NEI TEATRI DI CAGLIARI • CAP. II – I GENERI TEATRALI RIPORTATI NEL SECONDO MANOSCRITTO DEL SANJUST • CAP. III – IL TERZO QUADERNO MANOSCRITTO DEL SANJUST • CAP. IV – IL QUARTO QUADERNO MANOSCRITTO DEL SANJUST • PARTE V • LE COMPAGNIE TEATRALI: CAP. I – LE COMPAGNIE PRESENTI AL TEATRO NUOVO DIURNO • CAP. II – LE COMPAGNIE PRESENTI AL TEATRO CERRUTI • CAP. III – LE COMPAGNIE PRESENTI AL POLITEAMA REGINA MARGHERITA • CAP. IV – LE COMPAGNIE PRESENTI NEI TEATRI CARBONI E NEL TEATRO VALDÈS • PARTE VI: INDICE DEGLI AUTORI • PARTE VII: APPENDICI DOCUMENTARIE • INDICE DEI NOMI DI PERSONA E DEI TEATRI • SEZIONE GRAFICI • TAVOLE FUORI TESTO.

EAN: 9788876944727
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Contributi di Pietro Dalena (Le vie di pellegrinaggio medievale nel Mezzogiorno italiano), di Renato Stopani (I pellegrinaggi in Casentino. Dalle peregrinationes maiores al pellegrinaggio locale), di Giorgina Pezza (Alle radici cristiane d'Europa: il ruolo dei pellegrinaggi. Alcune testimonianze nell'area padana), di Giovanni Lunardi (L'ospitalità e l'accoglienza monastica nel medioevo), di Giovanna Lazzi (In Irlanda: il retaggio dei peregrini irlandesi in Toscana), di Elena Prevedello (Il pellegrinaggio medievale a Roma. Contributo per una bibliografia italiana degli anni 1980-2000). Con il patrocinio del Comune di Poggibonsi. Reggello, FirenzeLibri 2002, cm.20,5x27, pp.107, alcune figg.bn.nt. brossura cop.fig.a col. Coll.Centro Studi Romei. De Strata Francigena,X/2.

EAN: 9788876222184
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Rome, Ecole Française de Rome 1998, cm.17x24, pp.980, legatura ed.cop.fig.a col. Bibliothèque des Écoles Françaises d'Athènes et de Rome 300.

EAN: 9782728305315
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Traduzione dal francese di Piero Angarano. Milano, Edizioni di Comunità, 1971, cm.11x18, pp.162, brossura Coll.Cultura e Realtà,40. Terza edizione riveduta e ampliata.
Usato, molto buono
Note: Piccola abrasione all'angolo superiore destro della copertina.
EUR 7.00
Last copy
#314541 Storia Moderna
Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore 2017, cm. 14x22, pp.122, brossura, copertina figurata con bandelle. Collana Serie Bianca. Dopo gli attentati terroristici che hanno colpito Parigi, Bruxelles e Londra ciascuno si è chiesto, almeno una volta, per quale motivo dei giovani nati e cresciuti in Europa finiscano per scegliere la violenza disumana del Califfato. Olivier Roy propone una chiave di lettura sconcertante: non è l'integralismo islamico la prima causa di questo terrorismo, ma un disagio tutto giovanile, un'esigenza folle, violenta e fuori controllo di rottura generazionale. Certo, per compiere questa rottura c'è bisogno di un pretesto. E questi giovani lo trovano facilmente nell'odio puro ostentato dall'lsis. Dopo "Global Muslim" e "La santa ignoranza", Roy ritorna con un'analisi attualissima che propone l'"islamizzazione del radicalismo" come soluzione interpretativa del terrorismo contemporaneo. Il fenomeno riguarda soltanto alcune migliaia di giovani musulmani e pochi convertiti, che appartengono a una generazione del tutto estranea a quella dei propri genitori. Il sociologo indaga le loro abitudini, si chiede che musica ascoltino, chi siano i loro eroi, scopre che non sanno quasi nulla del Corano e che frequentano raramente le moschee. E dimostra che la loro ostilità non affonda le radici nello scontro di religione, ma esprime un'esigenza di rottura che si rivolge non solo contro la cultura dei genitori, ma anche contro la società in cui sono nati, cioè quella occidentale. Da qui proviene il nichilismo radicale al quale il Califfato, con la sua violenza e la promessa di un aldilà paradisiaco, offre un rimedio "nobile" e un'occasione per diventare martiri, veri eroi.

EAN: 9788807173219
Usato, molto buono
Note: Data a penna al frontespizio piccola piega alla copertina.
EUR 14.00
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EUR 7.00
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