Dantesca

Edizione riveduta. Padova, Editrice Antenore 1993, cm.17,5x25, pp.X-266, brossura a fogli chiusi. Coll.Medioevo e Umanesimo,85.

Prefaz.di S.Pasquazzi. Roma, Bonacci Ed. 1976, cm.15,5x20,5, pp.XII-164, brossura Coll.L'Ippogrifo,8.

A cura di Pier Giorgio Ricci. Società Dantesca Italiana. Ediz.critica. Milano, Mondadori 1965, cm.15x23, pp.275, brossura soprac. e legatura ed.in tutta tela. Coll.Le Opere di Dante Alighieri. Edizione Nazionale.

Commentata da Isidoro Del Lungo. Firenze, Le Monnier 1944, cm.12x19, pp.345, brossura (altra copia, leg.in pelle, con cop.staccata).

Firenze, Le Monnier 1970, cm.14,5x21, pp.34, brossura copertina figurata. Coll.Lectura Dantis Scaligera.

Firenze, Le Monnier 1866, cm.12x18,5, pp.248, brossura

Venezia, Ist.Veneto di Scienze, Lettere ed Arti 1980, cm.16x24, pp.278, brossura Coll.Memorie,37,f.3.

Firenze, Felice Le Monnier Editore 1924, cm.12,5x19, pp.241, 10 tavv.bn.ft. brossura

Premessa di Cosimo Ceccuti. Firenze, Casa Ed.Le Monnier 1994, cm.17x24, pp.IX-172, brossura sopracop.fig.a col. Coll.Quaderni della Nuova Antologia,LI.

Roma, Zauli Ed. 1995, cm.14x21, pp.126, brossura Coll.Gli Zaffiri. Studi sulla Cultura del Medioevo e del Rinascimento,2.

Con indice analitico generale dei nomi di persona, luoghi e cose. Firenze, Barbera 1964, cm.12x18,5, pp.453,CLVII, legatura editoriale.

Conferenza letta da F.Flamini nella sala di Dante in Orsanmichele. Firenze, Sansoni s.d.(ca.1920), cm.16x24, pp.34, brossura cop.fig.

Letta da V.Crescini nella Sala di Dante in Orsanmichele. Firenze, Sansoni sd.(ca.1913), cm.16x24, pp.39, brossura cop.fig.

Conferenza letta da F.Novati nella Sala Dante in Orsanmichele. Firenze, Sansoni 1913, cm.16x24, pp.34, brossura cop.fig.

Letto da C.Grabher nella Biblioteca Classense in Ravenna. Firenze, Sansoni 1942, cm.16x24,5, pp.36, brossura copertina figurata.

Firenze, G.C.Sansoni Editore 1925, cm.16x24, pp.30,(8), brossura, cop.e frontespizio figg.

Saggio. Seconda Ediz.accresciuta. Roma, Giovanni Volpe Ed. 1969, cm.18x24,5, pp.380, 31 tavv.di cui 11 a col e un facsimile, legatura ed.in tutta tela, sopracop.fig. (firma a penna al frontespizio).

Firenze, Le Cariti Ed. 2003, cm.15x21, pp.166, 28 tavv.bn.ft. brossura con bandelle. cop.fig. Coll.Logos, Biblioteca di Saggistica,1.

A cura di Tommaso Casini. Quinta edizione accresciuta e corretta. Firenze, Sansoni 1915, cm.13,5x20,5, pp.XVII,868, rilegato.

Milano, Electa Ed. 1995, cm.21,5x30, pp.149, num.ill.e tavv.bn.e col.nt. brossura cop.fig.a col.

Pref.di S.Gensini. Nel VII centenario della nascita di Dante Alighieri. Castelfiorentino, Soc.Storica della Valdelsa 1965, cm.17x24, pp.129, brossura soprac.fig. Coll.Miscellanea Storica della Valdelsa.

Pisa, Pacini Ed. 1991, cm.14x22, pp.165, brossura cop.con bandelle. [copia in eccellente stato]. Coll.Saggi Critici,24.

A cura di Antonio Lanza. Presentaz.di Geno Pampaloni. Anzio, De Rubeis 1990, cm.17x24, pp.VIII,412, brossura Coll.Medioevo e Rinascimento,1.

Firenze, Le Lettere 2006, cm.14x22, pp.368, brossura cop.fig.a col. Coll.Saggi. Questo volume nasce dal desiderio di comprendere come i maggiori scrittori e poeti italiani dal Trecento al Cinquecento si siano posti di fronte al messaggio liberatorio della Divina Commedia sul destino dell'anima e il suo possibile affrancamento dal dolore. In quattro diversi percorsi ermeneutici, viene analizzato inizialmente il tòpos del "rispecchiamento narcisistico" nel Canzoniere petrarchesco, assieme a quello della "spiritualità occultata" nella generale struttura del Decameron: un'opera che ha il coraggio di basarsi sul "femminino" come emblema del "sentire" a cui cristianamente si riconosce il potere di ristrutturare e purificare l'umano. In seguito, dedicandosi all'Orlando furioso, l'analisi si incentra sul personaggio di Olimpia e sul motivo della "donna abbandonata", esaminando le differenze fra la prospettiva del razionalismo materialista lucreziano e quella ironico-scettica della sensibilità ariostesca. L'ultima indagine - la più impegnativa - presenta un'interpretazione della Gerusalemme liberata come esempio di un diverso concetto di èpos, rispetto a quello greco-latino, che ogni volta, sulla scorta dell'esempio dantesco del pellegrino "smarrito" ed "esiliato", mostra come la vittoria dell'eroe nuovo possa in fine compiersi, ma solo a patto di un terribile rinnegamento dell'"io" razionale, nell'incontro con la "bestia" inconscia che divora, generando abbandono alla funzione rinnovatrice, al segreto dell'anima.