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Reliquie.

Autore:
Curatore: Prefaz.di Claudio Treves.
Editore: Dall'Oglio Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.I Corvi,96.
Dettagli: cm.11x18, pp.288, brossura Coll.I Corvi,96.

EAN: 9788877184788
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A cura di Stefano Caretti. Pisa, Nistri Lischi 1990, cm.14x22, pp.268, brossura soprac.fig. Coll.Opere di Giacomo Matteotti.

EAN: 9788883812101 Note: Qualche segno a lapis nel testo.
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A cura di Stefano Caretti. Pisa, Pisa University Press 2014, cm.14x22, pp.440, brossura soprac.fig. Coll.Opere di Giacomo Matteotti. "Con questo volume giunge a conclusione il progetto di pubblicazione delle Opere di Giacomo Matteotti, inaugurato nel 1983 e al quale Stefano Caretti ha dedicato la grandissima parte del suo impegno di studioso. È dunque la sede più opportuna nella quale tentare un bilancio dei risultati conseguiti e dell'eco che l'iniziativa ha suscitato nella cultura italiana. La pubblicazione è frutto anche dell'impegno di un piccolo editore pisano, Luciano Lischi, dopo il rifiuto di tutte le principali case editrici nazionali, comprese quelle più vicine alla memoria e, anche, al vero e proprio culto della tradizione antifascista, presso le quali Giacomo Matteotti è purtroppo del tutto assente dai cataloghi." (Dalla premessa di Gianpasquale Santomassimo)
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Traduz.di Margherita Silvestri Lapenna. Torino, Einaudi Ed. 1950, cm.15,5x22, pp.V-350, brossura Coll.Biblioteca di Cultura Scientifica,V.
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Il volumetto contiene 3 Acquerelli di Cosimo Budetta. Prima ed unica edizione. Agromonte, Edizioni OGOPOGO 2009, cm.15x21,5, pp.circa 25, fascicolo a fogli sciolti. Fuori commercio. Edizione in 70 esemplari numerati.
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#216460 Regione Lazio
Anagni, Ist.di Storia e di Arte del Lazio Meridionale 1989, cm.17x24, pp.124, brossura sopraccop.ill.a col. Coll.Biblioteca di Latium,8.
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Pisa, Pacini Editore 2019, cm.24x33, pp.168, alcune tavv.e figg.a col.nt. legatura editoriale, copertina figurata a colori. Coll.Storia. «All'inizio del secondo millennio dopo Cristo l'assetto urbano di Siena era ancora quello stabilizzatosi in età longobardo-carolingia, con la civitas abbarbicata sui colli di Castelvecchio e del duomo. Al suo esterno, però, proprio all'inizio del secolo XI cominciarono a formarsi vari insediamenti abitativi lungo il tracciato della via Francigena, la cui prima menzione è contenuta in un contratto dell'ottobre 1042, dove si fa esplicito riferimento ad un "burgo civitatis". L'ideale viaggio che effettueremo all'interno della città vecchia prende le mosse da piazza Postierla, che costituiva il punto di incontro tra i due nuclei fondanti della stessa, appunto l'insediamento di Castelvecchio e quello adagiato sul «planum Sancte Marie». L'odonimo Postierla è assai antico ed è attestato per la prima volta in un contratto di compravendita del 1076, dove tra i testimoni compare un tal Pepolo di Domenico "qui dicitur dala Pusterula". Come già discusso nel precedente volume, esso deriva dal termine latino posterula, con cui si indicava una porta di servizio che si apriva nella cortina muraria forse di età romana; nel Medioevo assunse il nome di porta del Verchione. Proprio in corrispondenza dell'attuale piazza Postierla doveva sorgere il foro della colonia romana Sena Iulia, e più tardi il "cuore" della città alto-medievale, nel classico punto d'intersezione tra il decumanus maximus (la strada con orientamento est-ovest ancora oggi percepibile nelle vie di San Pietro e del Capitano) e il cardus maximus (l'asse orientato a nord-sud, riconoscibile nelle attuali vie di Città e Stalloreggi), uno spazio tuttora eloquentemente denominato i "Quattro Cantoni", essendo l'incrocio di quattro vie. In realtà, da quel luogo così strategico si dipartiva un quinto percorso, più appartato e aggirante l'abitato che si stendeva sulla collina del duomo, che una volta uscito dalla posterula scendeva in ripida pendenza verso il valloncello sottostante. Alle quattro estremità delle strade sorgevano le relative porte, tre documentate e una ampiamente ipotizzabile. A cavallo di via di Città, sulla sommità della Costarella, si apriva porta Salaria, in fondo a via Stalloreggi esistono tuttora i resti di quella denominata popolarmente le 'Due Porte', l'unica ancora percepibile, mentre sul decumano è sicura la presenza di un ingresso all'incrocio tra le vie di San Pietro, del Casato di sopra e Tommaso Pendola, come vedremo meglio più avanti. È invece solo presumibile la localizzazione del quarto accesso nella zona di Vallepiatta, in un luogo imprecisato, ma approssimativamente collocabile sul retro dell'ospedale di Santa Maria, tra via Franciosa e la piazzetta della Selva, dove varie fonti duecentesche collocano una porta detta dei Canonici...» (Roberto Cresti)

EAN: 9788869955242
EUR 22.00
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EUR 18.70
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