Nel regno della mafia. La prima denuncia di una trattativa lunga un secolo.

Firenze, Ponte alle Grazie Ed. 1989, cm.11,5x19,5, pp.108, brossura Coll.Pamphlet,1.

Catania, Filippo Tropea Editore 1888, cm.11,5x16,5, pp.110, brossura, copertina muta. Copertina internamente mantenuta.

Catanzaro, Rubbettino 1984, cm.13x20, pp.XXIII,105, brossura. Ristampa anastatica con introduzione di Daniele Pompejano.

Introduz.di E.Sestan. Traduz.italiana di Giovanni Miccoli. Firenze, Sansoni Ed. 1977, cm.13,5x20, pp.XII,912, 47 tavv.bn.ft. brossura sopraccop. Coll.Super Biblioteca. Storia di Firenze,6.

Dall'Indice:--Vol.I:Prefazione del traduttore. Prefazione dell'Autore (193). Introduzione. --I problemi della filosofia della storia e della religione in Russia. La "Santa Russia" , Mosca come terza Roma. La riforma di Pietro. L'avvicinamento della Russia all'Europa. La reazione teocratica dopo la rivoluzione francese e la sua sconfitta a Sebastopoli. Gli inizi della rivoluzione politica e filosofica (Caterina II- Nicola I). L'emancipazione dei contadini nel 1861 e le riforme dell'amministrazione. Rinnovamento e continuazione del regime di Nicola dopo una breve pausa liberale. Lo sviluppo della rivoluzione- guerriglia terroristica ed Alessandro II sua vittima. L'inasprimento della reazione teocratica e il controterrorismo. Sua sconfitta nella guerra contro il Giappone. La prima rivoluzione di massa e gli inizi della costituzione. La controrivoluzione. I problemi della filosofia della storia e della religione in Russia. Schizzi sulla filosofia della storia e della religione in Russia. P.J.Caadaev. La teocrazia cattolica contro la teocrazia ortodossa. Lo slavofilismo. Messianismo della teocrazia ortodossa. Slavofilismo e panslavismo. L'occidentalismo, V.G.Belisnkij. Sintesi dell'occidentalismo e dello svalofilismo, Apollon Grigor'ev. Alessandro Herzen. Il radicalismo filosofico e politico. M.A.Bakunin. L'anarchismo rivoluzionario. Il realismo e nichilismo. Cernysevkij e Dobroliubov- Pisarev. Vol.II:I cosiddetti soggettivisti sociologici:Lavrov e Michajlovskij. --I teorici della teocrazia ufficiale , Katkov, Pobedonoscev, Leont'ev. --Vladimir Solov'ev, la religione come misticismo. --Il nuovo socialismo, il marxismo e la socialdemocrazia. Marxismo e populismo. La crisi del marxismo. la questione religiosa. I socialisti rivoluzionari. Il nuovo anarchismo, P.Kropotkin, anarchismo e socialismo. --Il liberalismo. Sulla crisi del rivoluzionismo, la questione religiosa. --democrazia contro teocrazia, il problema della rivoluzione. Il problema gnoseologico della filosofia russa. Il problema religioso della filosofia russa. Democrazia contro teocrazia. Democrazia e rivoluzione. La Santa Russia:Il monaco russo e Feuerbach. A cura di Ettore Lo Gatto. Nuova edizione completamente riveduta con aggiornamento storico e bibliografico. Bologna, FirenzeLibri Editore 1971, 2 voll. cm.16,5x22,5, pp.XXVII,513, XIV,445, brossura sopracc.figg. Coll.I Libri di Massimiliano Boni. Biblioteca di Cultura,1. Con cofanetto. Intonsi. Tomáš Garrigue Masaryk (Hodonín, 7 marzo 1850 – Lány, 14 settembre 1937) è stato un sociologo, filosofo e politico cecoslovacco, famoso per essere stato il fondatore e primo presidente della Cecoslovacchia. Fondò anche l'Università di Brno, che in seguito fu rinominata Masarykova univerzita in suo onore.

Roma, Salerno 2017, cm.12,5x19,5, pp.228, brossura copertina figurata a colori. Coll.Mosaici,2. L'ultimo anno della Grande Guerra è l'anno della sconfitta e della vittoria. Tra l'Italia di Caporetto e quella di Vittorio Veneto prende forma l'Italia del Piave. Caporetto non segna solo una ferita militare, ma passa alla storia come l'immagine emblematica della disfatta. La ricerca dei responsabili s'intreccia con gli alibi della classe dirigente, che attribuisce la colpa alla viltà dei soldati e al clima disfattista che serpeggia nelle retrovie. La paura del tradimento percorre l'intera penisola. Dai fantasmi della sconfitta riemergono però le "Italie" che resistono, quella militare e quella del fronte interno. L'esercito si riorganizza, la resistenza sul Grappa e sul Piave acquista una dimensione patriottica ed elimina ogni traccia di dissenso riducendo al silenzio i "nemici interni". L'Italia del Piave resiste all'offensiva austro-ungarica del giugno 1918 e si avvia alla vittoria finale. Vittorio Veneto permette la costruzione del mito della Grande Guerra e al tempo stesso diventa la premessa di una vittoria subito percepita come mutilata.