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La porta stretta.

Autore:
Curatore: Traduzione di Andrea Montemagni.
Editore: Edizioni Clandestine.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Highlander.
Dettagli: cm.12,5x19, pp.124, brossura copertina figurata a colori. Coll.Highlander.

Abstract: "La porta stretta" è incentrato nel sentimento d'amore che Jéròme, il protagonista, percepisce per la cugina Alissa, sentimento destinato a rimanere casto e platonico. La fanciulla, infatti, si mostra combattuta tra l'abbandonarsi a una passione a suo dire 'impura' e l'imboccare la strada della rinuncia e dell'ascesi personale. "Dio geloso, che mi avete spodestato, prendete dunque il mio cuore. Tutto il calore ormai lo abbandona e nulla potrà più destare il suo interesse. Aiutatemi a vincere questa tristezza che domina il mio spirito. Questa casa, questo giardino incoraggiano in modo intollerabile il mio amore. Voglio fuggire in un luogo dove non potrò vedere altri che Voi". Un romanzo fortemente autobiografico, in cui emerge tutta la rigidità del perbenismo morale a cui Gide fu costretto a sottostare durante la sua infanzia e adolescenza.

EAN: 9788865969717
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Traduz.di R.Arienta. Milano, Mondadori 1948, cm.12x19, pp.229, brossura Coll.I Quaderni della Medusa,XXV. Prima Edizione.
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Paris, L'Arche 1949, cm.16x23, pp.VII,113,(8), rilegatura coeva in mz.pelle, piatti in carta francese, titoli e filetti in oro al dorso, segnalibro in stoffa. Copertina originale conservata. Ottimo esempl.
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Traduz. di Franco Fortini. Milano, Longanesi & C. su licenza Einaudi 1969, cm.11,5x18, pp.301,(13), tascabile, cop. fig. a colori. Coll. I Libri Pocket, 224. "Il libro è scritto in forma di diario e racconta il lungo viaggio di Gide e del suo compagno Marc Allegret, nel Congo francese, in un arco di tempo che va dal luglio 1925 al giugno 1926. Al ritorno Gide presentò un rapporto al Ministro delle Colonie Léon Perrier, come documento della missione ufficiale che gli era stata affidata. La pubblicazione dell’opera letteraria che ne seguì fece molto scalpore e suscitò infinite polemiche perché Gide non risparmiò di narrare al pubblico le azioni violente imposte dai francesi alla popolazione locale e, soprattutto, le nefandezze che le grosse Compagnie in concessione perpetravano localmente e sistematicamente, riducendo alla fame e alla miseria interi villaggi, o decimandoli in caso di rivolta. Viaggio al Congo è un libro di denuncia, suo malgrado; e infatti Gide non volle mai schierarsi politicamente perché riteneva che la letteratura non sopporti alcuna costrizione. Eppure è un libro estremamente politico, nel senso più alto: parla di quel malgoverno che porta un paese al dissanguamento e parla di quella mancanza di lungimiranza economico-amministrativa che rende povero un potenziale effettivo altissimo; se proprio non vogliamo raccogliere sotto la voce "politica" una certa sensibilità nei confronti dei diritti umani. Strano libro perché, allo stesso tempo, può essere la delizia di un etnologo e un mondo di sorprese per un naturalista, o addirittura un libro di cacce, dal momento che Gide coltiva la passione per l’entomologia, l’erboristeria e la caccia. Neppure la letteratura viene messa da parte perché, durante il viaggio, Gide legge e racconta quello che legge; anche se, immersi in quel mondo esotico e duro, quelle considerazioni letterarie suonano false e fuori luogo, e al lettore vien la voglia di saltarle pari pari per tornare subito alla foresta del Congo. Moliere in Congo? E le Affinità Elettive? In un paese dove il vocabolario locale non contempla la parola "grazie" e le signore francesi residenti ne deducono che i negri siano animali (e va be’; lo snobismo razziale ha larghe vie), ma anche senza riconoscenza?" (Antonella Beccari)
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Traduz.di Maria Gallone. Milano, Fratelli Fabbri Ed. 1985, cm.12,3x18,5, pp.301, legatura ed.soprac. Coll.I Grandi della Letteratura.
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Traduz.di Bruno Tasso. Milano, Garzanti 1962, cm.13x20, pp.146, legatura editoriale. Dopo avere abbandonato le scene teatrali ed essere rimasta vedova, la ricchissima signora Stone trascorre il suo tempo a Roma, cercando di evitare le vecchie amicizie americane e intrattenendo rapporti con il crudele mondo dei gigolo. Sente che la sua vita sta andando alla deriva, ma non può, o forse non vuole, opporsi. Una donna un tempo bellissima, ora bella ma con i primi segni dell'età, "e con una certa grandeur che aveva sostituito la precedente bellezza": cosi ci viene presentata la signora Stone, protagonista del primo e unico romanzo di Tennessee Williams, pubblicato più di cinquant'anni fa. In uno stile ricco di pathos, si staglia uno splendido ritratto di donna, di erotica morbosità, sullo sfondo luminoso degli antichi palazzi romani.
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