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Le città non vogliono morire­The cities do not want to die.

Autore:
Editore: Polistampa.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.14x21, pp.208, brossura copertina figurata. Collana I Libri della Badia, 21.

Abstract: Il 2 ottobre 1955 a Firenze Giorgio La Pira con l'appassionato discorso Le città non possono morire apriva i lavori del Convegno dei Sindaci delle Città Capitali. Il sindaco di Firenze intendeva così lanciare da Firenze, nel clima della guerra fredda tra Stati Uniti ed Unione Sovietica, un appello per la pace attraverso la firma di una dichiarazione da parte di sindaci di città di tutto il mondo: le città attraverso i loro massimi responsabili rivendicavano il loro diritto all'esistenza e alla crescita materiale, culturale e spirituale. I sindaci di Washington e di Mosca, di Roma e di Pechino dichiaravano che i governi degli Stati nazionali non avevano più diritto di bombardare le città. Nel clima di contrapposizione che caratterizzava quel periodo storico e di fronte al pericolo che in pochi secondi una guerra nucleare ponesse termine a secoli di storia, civiltà e tradizioni, risuonò forte il messaggio del convegno di Firenze: "le città non possono morire". Oggi come allora il motto di La Pira "unire le città per unire le nazioni" può indicare la strada a chi ha a cuore la pace.

EAN: 9788859615606
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#569 Firenze
Firenze, Vallecchi Ed. 1967, cm.17x24, pp.170, 41 ill.in tavv.bn.ft. brossura cop.fig.
Note: Mende alla copertina.
EUR 12.00
Disponibile
A cura di Giuliano Crifò. Firenze, Ediz.Polistampa 2014, cm.14x21, pp.468, brossura cop.fig.con bandelle. Coll.I Libri della Badia,20. Il carteggio inedito tra Emilio Betti, professore di materie romanistiche, e Giorgio La Pira, suo promettente discepolo nelle Università di Messina e di Firenze negli anni '20 del Novecento, mette in scena la vicenda e le vicissitudini di un rapporto maestro-allievo. Neanche quattordici anni d'età separano i protagonisti - Betti è nato nel 1890, La Pira nel 1904 - ma ciascuno interpreta con convinzione il proprio ruolo. Dense di discussioni scientifiche (La Pira, guidato dal maestro, scrive la tesi di laurea e la monografia del 1930 sulla successione ereditaria), costellate di indiscrezioni e di giudizi anche duri sull'università, ricche di umanissimi contrasti: queste lettere accuratamente commentate da Crifò - mancato Crifò, l'ultima revisione si deve ai suoi allievi romani e a Carlo Lanza - ci permettono, oggi, di penetrare idealmente nello studio di un romanista di un secolo fa, permettendoci di rivivere un momento alto, e privato, di vita accademica e di cultura.

EAN: 9788859612964
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#287399 Religioni
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EAN: 9788859617693
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