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Gioco senza regole. Contro vento e marea vol.III.

Author:
Curator: Traduzione di Ximena Rodriguez Bradford.
Publisher: Libri Scheiwiller.
Date of publ.:
Series: Coll. Prosa e Poesia.
Details: cm.14x22, pp.271, brossura, cop. fig. a colori con bandelle. Coll. Prosa e Poesia.

Abstract: 1977. Mario Vargas Llosa è in Italia per una conferenza all'Università di Torino. "Muri e finestre imbrattate, vetri infranti, porte murate, gruppi di giovani sui tetti armati di bastoni, come per respingere un'invasione. L'Università era in sciopero, uno sport che in Italia sarebbe presto diventato più popolare del calcio [...]. Il portone s'aprì lasciando intravedere un comitato di accoglienza. A presiederlo, una giovane professoressa; un'ispanista che sembrava uscita da un concorso di bellezza. Si rivolse subito a me: ero io il dirigente rivoluzionario sudamericano? Le spiegai che ero a malapena un romanziere peruviano. Nel comitato si diffuse allora lo sconcerto [...] avevano predisposto tutto per accogliere il rivoluzionario latinoamericano che gli era stato promesso...". Il tema dell'egemonia culturale è il fil rouge di questo terzo volume di "Contro vento e marea", che raccoglie saggi e articoli risalenti alla fine degli anni Settanta. Scritti di singolare freschezza che, quando si tratta di coniugare riforma sociale e pluralismo politico, libertà di stampa e diritti umani, dimostrano oggi tutta la loro urgente attualità. In disaccordo con Noam Chomsky, Llosa descrive Israele come un paese capace di resistere alla tentazione totalitaria in virtù di un'originale mescolanza di pragmatismo e idealismo. Profetico nell'individuare le contraddizioni che avrebbero portato all'estinzione della sinistra radicale, contro la moda dello strutturalismo...

EAN: 9788876446467
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Traduzione di Francesco Ferrucci. Milano, Libri Scheiwiller 2011, cm.14x22, pp.383, brossura, cop. fig. a colori con bandelle. Coll. Prosa e Poesia. I testi che compongono questo libro, scritti tra il 1990 e il 1994, trattano delle nuove sfide alla cultura della libertà nate con la fine del comunismo e la caduta del muro di Berlino. Sotto osservazione, il mondo intero. Dal regime castrista cubano alla resistenza democratica di Guatemala e Venezuela; dalla Cina di Deng Xiaoping al Cile senza Pinochet; dalla Cecoslovacchia di Havel, all'Iraq di Saddam Hussein. Da Algeria e Iran nuovamente nelle mani del fondamentalismo musulmano, alla "dittatura perfetta" del Messico sconvolto dagli attacchi del fronte zapatista. Lo scrittore si sposta dalla frontiera afgano-pachistana a Porto Rico, dagli Stati Uniti di Clinton travolti dall'ossessione del "politicamente corretto" e della molestia sessuale, a una Svizzera priva di humor. Cittadino del mondo, straordinario osservatore e interprete del nostro tempo, Llosa denuncia le cecità politiche di Heidegger, la fumosa impostura della decostruzione, l'inganno dei cultural studies, il terrorismo dei senderisti e l'ambigua teologia della liberazione. Seguendo le stelle polari Popper, Hayek e Berlin, Llosa indaga e talora anticipa con visione profetica i diversi aspetti di quel fenomeno che a distanza di qualche anno l'intero pianeta avrebbe conosciuto con il nome di globalizzazione.

EAN: 9788876446351
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Traduzione di Chiara Tana. Milano, Libri Scheiwiller 2011, cm.14x22, pp.162, brossura, cop. fig. a colori con bandelle. Coll. Prosa e Poesia. "Con Epitaffio per un impero culturale" ha inizio la pubblicazione di "Contra Viento y Marea", l'opera in più volumi in cui Mario Vargas Llosa ha raccolto e ordinato il meglio della sua produzione saggistica e giornalistica dagli anni Sessanta agli anni Novanta. Questo primo tomo riunisce gli scritti 1962-1967: anni di fermenti e innovazioni, di impegno politico e contrapposizioni frontali. Llosa descrive l'allegria della rivoluzione cubana e il mattatoio della guerra del Vietnam; si interroga sul ruolo dell'intellettuale nei movimenti di liberazione nazionale e denuncia la violenza della repressione peruviana sotto la dittatura di Odria. Appoggia il movimento di guerriglia di Paul Escobar e condanna l'Unione Sovietica per la repressione contro gli scrittori. Ci conduce nel cuore di un mito arcaico funzionale a una visione reazionaria e immobilizzata del Sudamerica, ci fa scoprire il Paraguay di Roa Bastos e analizza la contraddittoria politica di Charles de Gaulle... Note scaturite nel fervore della polemica e del dibattito pubblico; tra rivoluzione e compromesso, violenza e libertà, politica e utopia. Un'indispensabile lettura per chi voglia comprendere a pieno il disegno della "raffinata cartografia del potere" che gli è valsa il Nobel per la letteratura 2010.

EAN: 9788876446412
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Traduzione di Martha Canfield. Milano, Libri Scheiwiller 2010, cm.14x22, pp.148, brossura copertina figurata. Coll.Prosa e Poesia. Gli eventi che nel 1952 portarono Sartre e Camus a un'insanabile rottura sono centrali per comprendere l'origine di un mito culturale: l'engagement, "l'impegno". Da una parte il franco-algerino partigiano della resistenza, coscienza morale di una generazione; dall'altra il critico della società, l'agitatore rivoluzionario. "Tra Sartre e Camus", un osservatore d'eccezione, un giovane scrittore di stanza a Parigi che, dalle pagine dei giornali, articolo dopo articolo, delinea l'autoritratto di un latinoamericano che, cresciuto seguendo la radicalità di Sartre, ha finito per abbracciare il riformismo di Camus. Ed è la letteratura a prefigurare la politica. Nel 1964 Sartre invita a rinunciare alla letteratura in nome dell'azione sociale: in un continente che manca di quadri tecnici come l'Africa, sostiene, è più importante fare il professore in un villaggio che lo scrittore a Parigi. Llosa dissente: se un romanziere di colore rinuncia a scrivere i libri che si porta dentro per insegnare l'alfabeto agli scolari della Guinea, cosa leggeranno questi quando l'unico che avrebbe potuto scrivere dei libri nella loro lingua ha rinunciato a farlo? Traduzioni di Sartre? Una raccolta di saggi che suona come un inno alla libertà e alla bellezza.

EAN: 9788876446238
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Traduzione di M.Canfield, A.Ciabatti. Milano, Libri Scheiwiller 2012, cm.14x22, pp.250, brossura, cop. fig. a colori. Coll. Prosa e Poesia. Vargas Llosa possiede la voce limpida e ferma della responsabilità. Sa che "a causa della natura terribile dei nostri problemi e di una tradizione molto radicata" in America Latina "un scrittore non è soltanto uno scrittore" ma "qualcuno da cui ci s'aspetta un contributo attivo nella soluzione dei problemi". Per questo talora usa parole affilate e recise. Per esempio quando, polemizzando con Mario Benedetti, critica l'asservimento ideologico di Pablo Neruda e Alejo Carpentier o quando, di fronte a una nota del governo cubano che descrive gli esuli come "delinquenti, sottoproletari, antisociali, vagabondi e parassiti, omosessuali, schiavi del gioco e della droga", commenta: "si percepisce qui una maggiore varietà di tipi rispetto a quella che Garcia Màrquez riscontrò fra i rifugiati di Vietnam e Cambogia, che a quanto pare erano solo "dei drogati e qualche milionario"". Gli articoli raccolti in questo quarto volume risalgono ai primi anni Ottanta, quelli del cosiddetto "riflusso", colto nei suoi tratti essenziali già nel luglio 1980. "Non si tratta di un fenomeno esclusivamente politico, ma di qualcosa di più ampio che comprende anche la religione e la morale. Forse in questo caso ha senso anche usare la parola 'reazione', poiché si tratta di un moto all'indietro, di una regressione emozionale verso il passato". Pur senza rinunciare al fair play ereditato da Isaiah Berlin, Vargas Llosa centra il bersaglio senza esitare..

EAN: 9788876446214
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Traduz.di Giovanni Giglio. Ediz.italiana rivista e aggiornata dall'Autore. Caserta, Ipermedium Libri 2007, cm.13x21, pp.133, brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Società Moderna,11. La rivoluzione non è "degenerata" in un momento preciso della sua storia: né dopo la morte del Che nel 1967, né con l’appoggio all’invasione sovietica in Cecoslovacchia nel 1968, né in seguito al "caso Ochoa" nel 1989, né per effetto della legalizzazione del dollaro nel 1993, né a causa dei massicci arresti di dissidenti nel 2003. In realtà, fin dall’inizio il frutto era bacato. La rivoluzione cubana non è mai stata un movimento puro e generoso: fu una presa del potere segnata dal marchio della rivincita, con la volontà di fare tabula rasa e la determinazione di sbarazzarsi in ogni modo di chiunque si opponesse al cambiamento generale. Il castrismo non è solo una variante sui generis del sistema comunista, né il prodotto della megalomania tirannica di un solo uomo. È soprattutto il laboratorio di un totalitarismo tropicale, che si è mantenuto così a lungo al potere grazie all’indulgenza complice di intellettuali, politici, creatori d’opinione: di tutti quelli che non hanno mai voluto vedere che dietro l’illusione romantica si nascondeva la tragedia di un popolo intero.

EAN: 9788886908740
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