Gherardo Borgogni.
La fonte del diporto, dialogo.
Venezia, Giovan Battista Ciotti
1602,
In 8, cm.9,5x14,5,
una carta bianca, 8 carte non numerate, pagine numerate 256 (in realtà 254 perché è saltata la numerazione
delle pagine 96-7). Legatura coeva in piena pergamena molle con lacci (assenti), dorso (piccole mancanze di pergamena) con titolo
in inchiostro marrone.
A parte i difetti descritti, splendida copia fresca e marginosa. Seconda ed ultima edizione, vivente l’autore (una edizione ridotta comparve nel 1809 contenente le sole novelle), in gran parte originale. Infatti essa, rispetto alla prima stampata in Bergamo nel 1598, risulta notevolmente accresciuta. Composta o iniziata nel 1596 (vi si parla infatti del Tasso come morto nell'anno precedente), l'opera si sviluppa come un dialogo tra il Borgogni e un personaggio di nome Andronico, che svolge sostanzialmente il ruolo di ascoltatore ammirato (evidente anticipazione, anche a fini meramente pubblicistici, dello stupor barocco, in modo da invogliare ad acquistare il libro che sostanzialmente presenta come grande novità la rielaborazione in italiano di un prodotto d’Oltralpe, come vedremo): nella prima parte il Borgogni narra dieci novelle, che afferma essergli state narrate; nella seconda parte sono riproposti in ordine cronologico tutti i componimenti che il Borgogni aveva recitato nell'Accademia degli Inquieti. Questa opera contiene utili notizie, riguardanti la biografia di alcuni scrittori contemporanei (compreso il Tasso), nonché la storia degli Inquieti. Non si tratta dunque di una vera e propria raccolta novellistica d’autore (tranne forse la prima novella), ma una piccola antologia costruita con pezzi di altri novellieri, composta secondo un criterio di selezione consueto al Borgogni. Come per le sue numerose raccolte di lirica contemporanea, anche qui l’autore cerca di selezionare i testi offrendo un prodotto editoriale di moda, dove appare più che evidente il proposito di lanciare sul mercato italiano un prodotto novellistico inedito, l’Heptaméron di Margherita di Navarra.
Rara raccolta, forse l’ultima del 500, di questo interessante e curioso esperimento editoriale.
Da collezione, buono