Venezia, la fabbrica della cultura. Tra istituzioni ed eventi.

A cura di Carlo Stroscia. Contributi di Erri De Luca e Demetrio Salvi. Fotografie di Umberto Isman e Franco Tanasi. Firenze, Nardini Editore 2000, cm.23x29, pp.288, numerose ill.a col.nt., legatura editoriale cartonata sopraccoperta figurata a colori. Coll. I Tesori di Città. Le vicende storiche, l'arte, la vita sociale e economica nei secoli, i segreti e le curiosità della città vengono indagati mettendo in risalto le caratteristiche spesso nascoste dai classici libri d'arte e dalle guide turistiche: la Napoli dei ricordi, le prospettive che sfuggono agli obiettivi dei turisti, la città delle contraddizioni e delle correnti artistiche, la città dei filosofi e del teatro, la città come scuola di vita. La riscoperta dei mille volti di Napoli viene descritta attraverso pagine di storia e aneddoti, illustrate da immagini realizzate grazie ad una apposita campagna fotografica.

Prefaz.di Stefano Rodotà. Milano, Mondadori Ed. 1977, cm.11x19, pp.212, brossura Coll.L'Immagine del Presente,34.

A cura di Carlo Stroscia. Firenze, Nardini Ed. 2005, cm.23x29, pp.288, num.figg.a col.nt legatura ed. sopracop.fig.a col. Coll.Grandi Opere. Il volume offre un articolato quadro dell'intero patrimonio della città di Genova: storia, tradizioni, monumenti, arte, fabbriche, istituzioni, infrastrutture, il tutto integrato in un contesto urbanistico vivo e vitale. La città di Colombo e dei grandi eventi offre stimoli e tempi che riconciliano con la vita, tra arte e cultura, palazzi e chiese monumentali.

A cura di Carlo Stroscia. Con un contributo di Giuseppe De Rita. Fotografie di Umberto Isman e Franco Tanasi. Firenze, Nardini Editore per Findomestic 1999, cm.23x29, pp.288, numerose ill.e tavv.a col.nt., legatura ed.cartonata, sopraccop.fig.a col. Coll.Grandi Opere.

A cura di Bajini S. Testo Italiano e Francese. Milano, Garzanti 2004, cm.11x18, pp.XXXVI-206, brossura. Collana I Grandi Libri, 447. Qual è l'oggetto della satira di questa commedia? I medici o il malato? L'uno e gli altri. La mania del malato coincide con quella dei medici, è esattamente la stessa; Argante e i suoi terapeuti sono soltanto il tramite di una dolorosa realtà che li trascende: l'illusione umana. Ultima opera di Molière, "II malato immaginario" mette in scena non più i "caratteri", ma tutto l'uomo nel suo momento più tragico, quando è vittima dei propri miti. È il testamento che Molière lascia morendo; lo lascia da par suo, con gli intrighi di sempre, naufragato e nascosto nella beffa e nel riso, nel gioco di prestigio tra finzione e realtà, o meglio tra finzione e finzione della finzione, che è l'amara filosofia di tutto il suo teatro.