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Ruggero il Rosso. Storia di un brigante.

Autore:
Curatore: Testo e disegni dell'Autore.
Editore: Antonio vallardi Ed.
Data di pubbl.:
Dettagli: cm.16x24, pp.309, num.tavv.bn.ft. rilegatura in tutta tela, cop.a col.della brossura applicata al piatto ant.

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Disegni dell'autore. Torino, Einaudi 1973, cm.17x24, pp.342, num.tavv.bn.nt. brossura copertina figurata. Disegni dell'Autore E. Novelli (Pisa 1875 - Firenze 1943) era figlio del celebre attore Ermete Novelli. Giornalista, saggista, romanziere, drammaturgo, autore di fumetti e illustratore delle sue opere, dedico' le sue storie ai ragazzi e all'eta' tecnologica, verso la quale mantenne sempre un atteggiamento ironico e polemico.
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Romanzo fantastico per fanciulli. Firenze, Vallecchi 1944, cm.14,5x20, pp.200, num.ill.nt.dell'A. brossura cop.fig.a col.
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Firenze, Vallecchi 1944, cm.14,5x20,5, pp.158, 10 quadri a col.ft.di Yambo, rilegato in mezza tela e angoli in tela, tassello in pelle al dorso. Esemplare appena rilegato.
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Prima edizione. Firenze. Bemporad 1937, cm.14,5x21,5, pp.414, rilegato in mezza tela, tassello al dorso.
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#129122 Facsimili
Il 2°Volume, che accompagna la riproduzione, è di Gabriele Paolo Carosi: "Subiaco e l'introduzione della stampa in Italia". Edizione in fac-simile dell'incunabolo sublacense. Milano, Bramante Edit. 1972, Voll.1+1 in cofanetto con apertura a libro in seta ed oro, cm.26x35, pp.367 nn.+pp.75(1) con 16 tavv.bn.ft. Legatura in pergamena con nervi e titoli al dorso, chiusa da due laccetti di cuoio, il 2° vol.in legatura ed.in seta, titoli in oro. Il cofanetto presenta uno strappo alla tela del cofanetto. Ediz.in 275 esemplari numerati, il ns.è il CLX. Chiamati presumibilmente dal cardinale Nicolò Cusano, gli stampatori tedeschi Konrad Sweynheim e Arnold Pannartz, che erano chierici rispettivamente delle diocesi di Magonza e di Colonia, fra il 1464 e il 1465 lasciarono la Germania per recarsi a Roma e impiantarvi una tipografia. La morte inattesa del Cusano nell'estate 1464 e forse altri motivi che oggi sfuggono convinsero i due chierici tedeschi a fermarsi e fare tappa nel monastero benedettino di Subiaco dove installarono la prima tipografia sul suolo italiano. Durante l'estate 1467, produssero a Subiaco quattro edizioni: un Donato minore, ora disperso; il dialogo De oratore di Cicerone, terminato antecedentemente al 30 settembre 1465; le opere di Lattanzio, datate a Subiaco il 29 ottobre 1465; e l'agostiniana Città di Dio, terminata il 12 giugno 1467. L'edizione di Lattanzio fu eseguita in 275 esemplari: di essa si conoscono superstiti poco più di quaranta copie, di cui diciassette in Italia. 1. Divinae Institutiones (304-313): il titolo si contrappone alle Institutiones pagane, di tipo oratorio o giuridico; si tratta, infatti, di un trattato in sette libri che si propone non solo l'apologia del Cristianesimo tramite la confutazione degli errori pagani (libri I-III: De falsa religione, De origine erroris, De falsa sapientia), ma anche di fornire ai cristiani un manuale sistematico in cui dare un'esposizione complessiva del pensiero cristiano (libri IV-VII: De vera sapientia et religione, De iustitia, De vero cultu, De vita beata). Il grande successo dell'opera portò Lattanzio stesso a farne, dopo il 314, un riassunto (Epitome). 2. De ira Dei (dopo il 313): Lattanzio polemizza con gli Stoici e gli Epicurei, sostenitori dell'atarassia e dell'imperturbabilità degli dèi, affermando che Dio interviene nelle vicende umane, in bene o in male, specie per punire gli uomini che lo offendono. In particolare, Lattanzio si accanisce contro Epicuro e la sua convinzione del disinteresse divino per le umane vicende. 3. De opificio Dei (303-304): in quest'opera, Lattanzio esalta la potenza divina che si riflette nell'atto della creazione di quel microcosmo che è il corpo umano.
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#205378 Religioni
A cura di Camilla Hermanin e Luisa Simonutti. Firenze, Olschki Ed. 2011, 2 volumi. cm.17x24, pp.XIV,1012, brossura sopracc. Coll.Studi e Testi per la Storia della Tolleranza in Europa nei secoli XVI-XVIII, 13. [opera in ottimo stato]. Chiave di lettura per la comprensione dell’opera di Antonio Rotondò, questa raccolta traccia lo scenario dell’incontro ideale con le ricerche di Richard H. Popkin. I contributi offrono spunti di ricerca che spaziano da aspetti specifici dell’ebraistica cristiana di età moderna al ruolo dello scetticismo nel processo fondativo di un’etica laica, dalla diffusione dello spinozismo che innerva i decenni cruciali tra la fine del ’600 e l’inizio del ’700, fino alla teorizzazione politica e alla codificazione giuridica della tolleranza. / The purpose of these volumes is to give a contribution to the synthetic understanding of Antonio Rotondò’s activity as a historiographer, as well as the possibility of an ideal merging of his work with Richard H. Popkin’s research. The essays provide a variety of researches, ranging from specific aspects of Christian Hebrew studies in the modern age to the role of sceptic trends in the foundation of secular ethics. At the same time, a primary focus would be from the spreading of Spinozism, which constitutively enters the crucial decades from the late seventeenth and the early eighteenth centuries, up to the political theorization and juridical coding of toleration.

EAN: 9788822259684
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Traduzione e introduzione a cura di Mario Prosdocimi. Bologna, FirenzeLibri Editore 1998, cm.15x21,5, pp.377, brossura copertina figurata. Coll.I Libri di Massimiliano Boni. Uomini,Tempi,Idee,5. Posidonio di Apamea fu una delle menti più "leornardesche" del mondo antico per le molte materie che egli studiò. Ma su poche opere di studiosi dell'antichità come le sue, si accanì il tempo, distruggendole tutte, ma data la grande fama di cui godé in vita, molti scrittori contemporanei citarono nei loro libri, note e os-servazioni tratte da queste opere. Il curatore del libro ha raccolto queste citazioni dalle opere di Posidonio che questi scrittori antichi riportarono nei loro scritti e che ci sono pervenute. Ne diamo qui qualche esempio:--I CELTI: Oggi si parla molto di questo popolo. Nel libro vi sono preziose informazioni sui Celti, popolo in parte ancora misterioso: "Si aggiunge alla follia dei Celti anche un costume barbarico ed inaudito, il quale si riscontra sovente presso le popo-lazioni nordiche, cioè l'usanza di appendere, ritornando dai combattimenti, le teste dei nemici uccisi al collo dei loro cavalli ed inchiodarle nell'atrio delle loro abitazioni. Posidonio dice di avere visto egli stesso tale spettacolo…" -- LA NAFTA O IL PETROLIO VICINO A BABILONIA: (Il petrolio dell'Iraq) "Nella regione di Babilonia si produce anche molto asfalto, del quale Eratostene dice che quello liquido che chiamano nafta … Posidonio dice che le sorgenti di nafta che si trovano in Babilonia ne producono due varietà diverse, una chiara, l'altra scura …" --GLI ETRUSCHI "Ci resta ora parlare dei Tirreni. Essi anticamente distinguendosi per valore con-quistarono un vasto territorio e fondarono numerose città importanti: parimenti forniti di forze navali considerevoli mantennero per lungo tempo il predominio sul mare, e fecero sì che il mare che bagna l'Italia fosse dal loro nome chiamato Tirreno. Impegnandosi anche nell'organizzare le forze di terra essi inventarono la tromba, di grande utilità nei combattimenti … e si presero cura della dignità dei magistrati fornendo loro una scorta di littori e dotandoli di un sedile di avorio e della toga listata di porpora … i romani imitando gran parte di queste istituzioni le introdussero, migliorandole, nel loro Stato. Imbandiscono due volte al giorno mense suntuose e tutto ciò che distingue un tenore di vita elevato e lussuoso, di-sponendo giacigli floreali e vasellame di argento di varia forma …" -- ISPETTORI DI UNA GRANDE POTENZA (ROMA) INVIATI IN PAESI RITENUTI PERICOLOSI (Niente di nuovo sotto il sole) : "Scipione fece chiamare presso di sé Panezio, quando il Senato lo inviò a ispe-zionare le prepotenze o il buon governo degli uomini, come dice Posidonio"

EAN: 9788876223488
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Edidit Alistair Campbell. Zurich, Artemis Verlag 1950 cm.13,5x21, pp.XI,183, brossura HAec editio curis et auspicis collegii, quod praeest societati thesauri mundi, impressa est typis officinae veronensis Valdonega menze Novembris 1950,
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