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Jubilaeum 1300-2000. In occasione del Grande Giubileo millenario del 2000, l’Archivio Segreto Vaticano inaugura il Progetto Exemplaria Praetiosa affidando a Scrinium la pubblicazione di due documenti papali, affini per funzione ma separati da 700 anni di storia.Si tratta rispettivamente della Bolla di Indizione Antiquorum habet fidem con la quale nel 1300 Bonifacio VIII proclamò il primo Gubileo della storia della Cristianità e della Bolla Incarnationis Mysterium per l’indizione del Grande Giubileo di Giovanni Paolo II del 2000.Per il loro valore storico e il profondo significato simbolico universale, l’Archivio Segreto Vaticano ha disposto la realizzazione, a partire dai documenti originali e dalle matrici dei sigilli pontifici, di una propria emissione ufficiale, unica al mondo. I bellissimi Sigilli papali di Bonifacio VIII e di Giovanni Paolo II, pendenti dalle rispettive bolle, sono stati fedelmente riprodotti operando sulle matrici originali conservate in Vaticano.Realizzazioni per l’archivio segreto Vaticano.Custodia in plexiglas contenente:Sigilli dei Papi.Bolla Antiquorum habet fidem per l’indizione del primo giubileo - Bonifacio VIII (1300).Bolla Incarnationis Mysterium per l’indizione del grande giubileo - Giovanni Paolo II (2000).

Editore: Scrinium.
Dettagli: Exemplaria Praetiosa I. Esemplari numerati e certificati dall'Archivio Segreto Vaticano. Tiratura mondiale limitata, numerata. esemplare numero 161/2000.

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#282193 Facsimili
Il volume “Opere Italiane” raccoglie tutte le opere in volgare di Francesco Petrarca: il Canzoniere, i Trionfi e le Rime estravaganti. Il manoscritto 924 della Biblioteca Casanatense è uno dei primissimi codici a custodire, in maniera così completa e organica, l’opera del grande poeta. L’importanza di questo manoscritto risiede in particolare nella presenza di componimenti che non trovano riscontri in nessun’altra testimonianza coeva, a cui si aggiunge la “cura scientifica” del testo, ribadita dalle annotazioni e dai commenti al testo originale fatti nei decenni seguenti. Rome, Biblioteca Casanatense, Ms. Casanatense 924. L'opera si compone del libro facsimile e del commentario. Modena, Franco Cosimo Panini 2006, 2 volumi. cm.16x25, legatura in tutta pelle con incisioni a secco, per il volume di facsimile, legatura editoriale cartonata e sopraccoperta figurata a colori per il commentario. Commentario a cura di Emilio Pasquini e Paola Vecchi Galli. Con un saggio di Carl Appel. Coll.La Miniatura. Edizione limitata in 500 esemplari. Il codice, realizzato nella seconda metà del Quattrocento nell’area del Veneto, aveva con ogni probabilità una committenza di alto rango, come dimostrano la qualità della pergamena, il regolare specchio di scrittura e la raffinatezza delle iniziali decorate. Al prestigioso materiale del manufatto si aggiunge la “cura scientifica” del testo, ribadita dalle annotazioni e dai commenti al testo originale fatti nei decenni seguenti: nel giro di un centinaio di anni, il manoscritto si trasformò infatti da libro di lettura (per il committente) a oggetto di studio e collettore di rarità. Tutto il codice è percorso da tracce di decorazione “all’antica”, cioè di una scrittura e dell'ornamentazione d’apparato che si affermano nel Quattrocento sulla scia di Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna. A rendere il codice 924 della Casanatense un vero e proprio unicum è la presenza, al termine del volume, di due fogli contenenti poesie estravaganti che in parte si sovrappongono e in parte ampliano il contenuto dell’opera: di alcuni di questi componimenti non esistono altre testimonianze, pertanto potrebbero costituire le uniche copie da originali petrarcheschi. Il codice – di cui sono del tutto ignote del vicende storiche – venne acquistato nel 1763 a Roma presso il libraio e stampatore Venanzio Monaldini.

EAN: 9788882908041
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Das ist / Beschreibung unnd eygentliche Abbildung der vornehmsten Stätte und Plätze in der Hochlöblichen Eydgnoßschafft / Graubündten / Wallis / und etlicher zugewandten Orthen. Neue Ausgabe, mit einem Nachwort hsgg. von Lucas Heinrich Wüthrich. [Zeiller, Martin, Text] - Wüthrich, Lucas Heinrich (Hsg.). Basel, Bärenreiter 1960, cm.21,5x31, 90 SS. (Text), 80 (davon 69 Falt-) Tafeln (entspr. 101 Abbildungen u. 3 Karten), 5 Bll. (Register), 10 SS. (Nachwort), 2 Bll. Neue Ausgabe. Faksimile-Ausgabe nach der 'andern Edition mit sonderm fleiss durchgangen / und von vorigen Fehlern corrigirt / vermehrt und gebessert', Frankfurt a. M., Merianische Erben 1654 - Mit Verzeichnis der Ansichten (Ortsregister) - "Im 17. Jahrhundert werden die bisher in den Text [.] eingerückten Holzschnitte durch im Tiefdruckverfahren hergestellte Kupferdrucke abgelöst. Auf meist doppelblattgrossen, gesonderten Tafeln werden in den Werken des Merianschen Verlages die Veduten dem Buch beigebunden; gelegentlich sind mehrere Abbildungen auf der gleichen Tafel vereinigt. Das Problem, welchem der beiden Hauptorte der in ständigen Spannungen lebenden Teile des Kantons Unterwalden der Vorrang zu geben sei, löste Matthäus Merian, indem er das ganze Kantonsgebiet aus der Vogelschau zur Abbildung brachte. [.] Auf eine Besonderheit in den verschiedenen Ausgaben von Merians 'Topographia Helvetiae', [.] soll hier noch aufmerksam gemacht werden. Die Ansichten erscheinen meist in vier Varianten, die Bilder des später nur der Frankfurter Ausgabe beigefügten Anhangs in zwei. Sie unterscheiden sich auf den ersten Blick nur durch ihre Beschriftung." (W. H. Achtnich u. Chr. Staudenmann, Schweizer Ansichten 1477-1786. Bern 1978, p. 9 f.) -- Der Basler Matthäus Merian d. Ältere (1593-1650) "behauptet beinahe für ein ganzes Jahrhundert das weite Feld europäischer Ortsbeschreibung. [.] Wir Schweizer verdanken ihm vorerst die Bereicherung des historisch-topographischen Sehens und Gestaltens um wesentlich neue Elemente. Fürs erste hat er das topographische Sehen, das bis anhin ein fast durchwegs metrisches und bei [Martin] Martini ein rein architektonisch-bildhaftes Sehen war, ins landschaftliche Sehen der Niederländer hinübergeleitet und damit der historischen Topographie die letzte Führung zurück in den Bereich der grossen Kunst und der zeitgenössischen Graphik angedeihen lassen." (P. Hilber, Die historische Topographie der Schweiz in der künstlerischen Darstellung. Frauenfeld 1927, pp. 49-53, zit. p. 49 u. 52 f.) - "Die beschreibenden Texte zu den Orten lieferte der Ulmer Historiker Martin Zeiller, wobei er sich an sein älteres Werk Itinerarium Germaniae Nov-Antiquae / Teutsches Reyssbuch (1632 und 1640) hielt. Die Städteansichten, die durch Matthaeus Merian, seinen Sohn Kaspar oder durch ausgewählte Verlagsmitarbeiter erstellt wurden, zeichnen sich im Vergleich zu früheren Topografie-Werken von Braun-Hogenberg, Sebastian Münster und anderen durch ein hohes Mass an Genauigkeit in der naturgetreuen Wiedergabe der Orte aus. [.] Merian hat, wie kein anderer vor und nach ihm, umfassend den Blick seiner Zeit auf die Welt gerichtet: auf die äussere Welt, ihre Lebensräume, die Städte und Landschaften nicht minder als auf die innere Welt, das Denken und Empfinden einer im epochalen Umbruch agierenden Gesellschaft." (SIKART).
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