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#301318 Sociologia

Imperativo sostenibilità. Pensare e governare lo sviluppo umano e ambientale.

Autore:
Curatore: Traduzione di Luigi Sanvito. Edizione italiana.
Editore: Slow Food.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Terrafutura.
Dettagli: cm.14x21,5, pp.302, brossura copertina figurata a colori. Coll.Terrafutura.

Abstract: La sostenibilità non è un sogno impossibile. È un imperativo globale, un traguardo scientifico e politico che l'umanità ha davanti a sé. La grande sfida della sostenibilità consiste nell'attivare una relazione equilibrata e virtuosa tra fonti energetiche, sicurezza alimentare, crescita demografica, agricoltura rispettosa degli ecosistemi, rapporti tra paesi ricchi e poveri, uso di pesticidi e fertilizzanti, disuguaglianze economiche e sociali, lavoro e ricchezza, credito e commercio internazionale, produzione industriale. Con la proficua interazione tra i soggetti che operano sul campo e professionisti e scienziati, le politiche sostenibili impongono un cambio di mentalità affinché uomini e donne diventino consapevoli agenti del cambiamento e soggetti capaci di coniugare saperi e pratiche virtuose per ridurre povertà e disuguaglianze. Sostenibilità e sviluppo sostenibile richiedono un'attenzione più alta non solo al progresso economico e sociale, ma anche alla difesa delle dinamiche ambientali e delle risorse naturali da cui dipendono le nostre speranze di prosperità.

EAN: 9788809870925
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Traduz.di Augusto Illuminati, Ferruccio Masini, Wanda Perretta. Bari, Editori Laterza 1977, cm.11x18, pp.309, brossura, cop.fig.a col. (piccole gore di umidità al dorso ma copia in buono stato.) Coll.UL,420.
EUR 12.00
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#120382 Sociologia
Terza ediz.con una premessa di Umberto Eco e una nuova prefaz.dell'autore. Roma, Donzelli Ed. 2007, cm.14x20, pp.XIV,191, brossura cop.fig. Coll.Virgola,29. (Quali sono i meccanismi che hanno portato a legittimare l'idea di usare la morte come "pena"? Si può pensare di uccidere per fare giustizia? Questo libro nasce con un orientamento molto preciso: non tanto ricostruire la storia della pena di morte, quanto guardare alla morte come pena. Non è un gioco di parole. Accogliere il primo presupposto significa dare per indiscutibile la bestialità umana e accettare l'uccisione "giudiziaria" di una persona come un fatto naturale e ovvio, che è sempre esistito, del cui svolgimento si narra la storia, cominciando dagli antichi egizi o dagli assiro-babilonesi e finendo ai giorni nostri. Guardare dal secondo punto di vista significa constatare come non sempre la pena di morte sia stata usata come pena, e individuare quando e perché un mezzo di tale brutalità sia stato utilizzato dal legislatore, esaltato dagli intellettuali, applaudito dalla folla, sanzionato, presentato e sentito come uno strumento consono alla civiltà e alla religiosità di un popolo. Visto così, il problema non è più prendere atto della bestialità umana, ma cercare di capire perché l'istinto omicida è stato sublimato in istituto giuridico e come un momento impulsivo e incontrollabile dell'agire umano sia stato trasformato in azione legale, razionalmente predisposta, regolata da precise norme e sanzionata con una sentenza).

EAN: 9788860361295
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