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Arte Saggi

#307515 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 8. Pisa, ETS 2012, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Antonio Antony de Witt, coltissimo portavoce del dibattito europeo relativo agli scambi tra Oriente e Occidente, in un articolo del 1936, dal titolo Italia e Cina nell’arte, si soffermava sulle note indagini berensoniane riguardo all'orientalismo di certi trecenteschi e quattrocenteschi toscani, in particolare senesi, concludendo: «Quel che conta (...) è il poter riconoscere un'affinità d'elevata natura spirituale tra certe posizioni dell'intendimento artistico senese e l'altro di alcuni popoli d'Oriente, una spiccata raffinatezza in entrambi di facoltà diciamo trascendentali e una congrua dotazione di mezzi acconci a tradurle nella rappresentazione artistica». Ed è proprio de Witt che elencava le prerogative comuni tanto ai Senesi quanto agli artisti dell'Estremo Oriente, quali «il disegno immaginativo» e «una coloritura tutt'altro che grassa e corposa, sibbene piatta», fino a citare certe dichiarazioni di Emilio Cecchi riguardo all’affinità del cromatismo di Pietro Lorenzetti con le lacche cinesi. Il tema dell'oriente, scelto come tema monografico di questo numero della rivista, trova quindi un suo fondamento in un programma di rivisitazione critica di un fenomeno figurativo nelle sue tangenze con la cultura artistica del Novecento italiano e segnatamente toscano. Un collezionista di libri aveva ingaggiato lo scrittore americano Henry Miller affinchè scrivesse in cambio di cento dollari al mese racconti erotici; l'autore del Tropico del Capricorno aveva accettato, ma poi aveva passato la commissione alla sua amica Anaïs. "Così - racconta la Nin - incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta". Il ricco collezionista, ricevuti i primi testi, raccomandò meno poesia e più dettagli specifici sul sesso. La Nin rispose a tale invito con una lettera che illumina ancora oggi sulle modalità con cui affrontare i temi dell'erotismo: "Il sesso - scrive Anaïs - perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità (...). Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni". E ancora: "Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute!". E come la giovane modista di Parigi, quella Matilde descritta in un racconto della Nin, anche la modella della copertina di questo numero si guarda allo specchio in un sottile gioco erotico dove compiacimento e provocazione si mescolano indissolubilmente. Tra l'altro la nostra scrittrice affermava giustamente che scrivere di sesso era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza e, se vogliamo, la pittura di Vittorio Corcos, mirabilmente analizzata nel saggio di Francesca Cagianelli, non indica proprio questo cammino?

EAN: 9788846732477
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#307514 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 3. Pisa, ETS 2010, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Antonio Antony de Witt, coltissimo portavoce del dibattito europeo relativo agli scambi tra Oriente e Occidente, in un articolo del 1936, dal titolo Italia e Cina nell’arte, si soffermava sulle note indagini berensoniane riguardo all'orientalismo di certi trecenteschi e quattrocenteschi toscani, in particolare senesi, concludendo: «Quel che conta (...) è il poter riconoscere un'affinità d'elevata natura spirituale tra certe posizioni dell'intendimento artistico senese e l'altro di alcuni popoli d'Oriente, una spiccata raffinatezza in entrambi di facoltà diciamo trascendentali e una congrua dotazione di mezzi acconci a tradurle nella rappresentazione artistica». Ed è proprio de Witt che elencava le prerogative comuni tanto ai Senesi quanto agli artisti dell'Estremo Oriente, quali «il disegno immaginativo» e «una coloritura tutt'altro che grassa e corposa, sibbene piatta», fino a citare certe dichiarazioni di Emilio Cecchi riguardo all’affinità del cromatismo di Pietro Lorenzetti con le lacche cinesi. Il tema dell'oriente, scelto come tema monografico di questo numero della rivista, trova quindi un suo fondamento in un programma di rivisitazione critica di un fenomeno figurativo nelle sue tangenze con la cultura artistica del Novecento italiano e segnatamente toscano. Un collezionista di libri aveva ingaggiato lo scrittore americano Henry Miller affinchè scrivesse in cambio di cento dollari al mese racconti erotici; l'autore del Tropico del Capricorno aveva accettato, ma poi aveva passato la commissione alla sua amica Anaïs. "Così - racconta la Nin - incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta". Il ricco collezionista, ricevuti i primi testi, raccomandò meno poesia e più dettagli specifici sul sesso. La Nin rispose a tale invito con una lettera che illumina ancora oggi sulle modalità con cui affrontare i temi dell'erotismo: "Il sesso - scrive Anaïs - perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità (...). Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni". E ancora: "Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute!". E come la giovane modista di Parigi, quella Matilde descritta in un racconto della Nin, anche la modella della copertina di questo numero si guarda allo specchio in un sottile gioco erotico dove compiacimento e provocazione si mescolano indissolubilmente. Tra l'altro la nostra scrittrice affermava giustamente che scrivere di sesso era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza e, se vogliamo, la pittura di Vittorio Corcos, mirabilmente analizzata nel saggio di Francesca Cagianelli, non indica proprio questo cammino?
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#307512 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 11. Pisa, ETS 2013, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. A voler anticipare le innumerevoli suggestioni destinate a inondare l'immaginario dei lettori di questo nuovo numero di "Livorno cruciale" dedicato alla sessualità e nel tentativo di offrire al pubblico una visione non scontata di un tema che potrebbe apparire fin troppo à la page, sono ritornato con la memoria a una lettura compiuta in uno dei miei primi soggiorni a Parigi alla metà degli anni Settanta, The Deltus of Venus, una raccolta di racconti scritti da Anaïs Nin per un collezionista 'privato', apparsa postuma nel 1978. Questo libro, poi tradotto anche in italiano, è da considerarsi a tutti gli effetti uno dei capolavori della letteratura erotica del Novecento cui molti ancora oggi attingono. La storia di questa raccolta di racconti è assai nota, ma vale la pena riassumerla brevemente per la sua stranezza. Un collezionista di libri aveva ingaggiato lo scrittore americano Henry Miller affinchè scrivesse in cambio di cento dollari al mese racconti erotici; l'autore del Tropico del Capricorno aveva accettato, ma poi aveva passato la commissione alla sua amica Anaïs. "Così - racconta la Nin - incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta". Il ricco collezionista, ricevuti i primi testi, raccomandò meno poesia e più dettagli specifici sul sesso. La Nin rispose a tale invito con una lettera che illumina ancora oggi sulle modalità con cui affrontare i temi dell'erotismo: "Il sesso - scrive Anaïs - perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità (...). Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni". E ancora: "Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute!". E come la giovane modista di Parigi, quella Matilde descritta in un racconto della Nin, anche la modella della copertina di questo numero si guarda allo specchio in un sottile gioco erotico dove compiacimento e provocazione si mescolano indissolubilmente. Tra l'altro la nostra scrittrice affermava giustamente che scrivere di sesso era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza e, se vogliamo, la pittura di Vittorio Corcos, mirabilmente analizzata nel saggio di Francesca Cagianelli, non indica proprio questo cammino?

EAN: 9788846735904
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#307511 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 15. Pisa, ETS 2015, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori.

EAN: 9788846743169
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#307510 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 6. Pisa, ETS 2011, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Nell'immaginario collettivo non vi è alcun dubbio che il luogo più amato, più frequentato, più conosciuto, anche al turista che quasi per caso passa per la città di Livorno, è il lungomare: quel fronte con il mare che dai margini della città dei borghi cresciuti all'inizio dell'Ottocento si svolge per non meno di sei chilometri lungo la costa. Una prova ci viene dalle accese polemiche che in questi anni hanno accompagnato le trasformazioni che almeno in parte hanno modificato la fisionomia del lungomare dalle teoria di palme che oggi accompagna il primo tratto del passeggio, messe a dimora in sostituzione delle più tradizionali tamerici, timido omaggio ad una tradizione mediterranea che guardava all'Oriente. E perché non ricordare le invettive che ancora oggi, per quanto più saltuariamente, occupano le pagine dei quotidiani cittadini sulle nuove "baracchine" (strano nome, a ben vedere, leggermente dispregiativo, quasi a significare costruzione provvisorie e di risulta): costruzioni, quest'ultime, forse troppo minimaliste che immediatamente, e non a caso, sono state letteralmente inondate di ogni possibile orpello, una maniera per nascondere trasparenze e geometrie di un'architettura che pure ha resistito al disordine crescente. La storia del lungomare è, come dimostra anche questo numero della rivista, storia di segni architettonici, alcuni realizzati, altri rimasti solo sulla carta, che hanno negli anni invaso questa lunga striscia di terra che fronteggia il mare. E certo, della centralità del lungomare, era ben consapevole Costanzo Ciano, che volle dare il suo nome al grande piazzale gettato sulla Spianata dei Cavalleggeri, dove ancora agli inizi del Novecento risplendeva con tutte le sue curiosità un grande parco dei divertimenti, trascrizione di una metafisica Piazza d'Italia sul mare. Vi è poi il lungomare di sapore Belle Epoque, con i suoi bagni a ridosso della città e il Palace Hotel, la cui imponente mole richiama le monumentali strutture alberghiere delle fine dell'Ottocento, palcoscenici per le nuove pratiche della villeggiatura. Non stupisce quindi che si potesse immaginare la creazione di un Casinò, un ponte abitato proteso sul mare, o ancora una nuova città-giardino ad Ardenza, dove già alla metà dell'Ottocento nascevano i casini di Ardenza, una nuova tipologia di residenza per le vacanze. Come non parlare allora di quelle pratiche quotidianità che ancora oggi vedono l'affollarsi del lungomare di giovani, di famiglie, di persone che qui cercano una rinnovata socialità. Nel 1950 Osvaldo Peruzzi dipingeva una giovane bagnante con colori squillanti, circondata da un paesaggio balneare altrettanto squillante, metafora di una città che sperava nella ricostruzione, una ricostruzione che appare assai attuale anche nella Livorno dell'oggi.

EAN: 9788846730527
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#307509 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 4. Pisa, ETS 2010, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Livorno Cruciale dedica questo numero al tema dell'architettura degli interni: nella sezione intitolata al XX secolo abbiamo voluto presentare i casi emblematici, peraltro assai poco noti se non inediti, di due importanti allestimenti di spazi privati realizzati nella Livorno degli anni '30. Si tratta di opere di micro-architettura dovute al disegno di Roberto Uccelli e Piero Bottoni, il primo, ingegnere che ha svolto la sua attività a Livorno con interventi di pregevole qualità, il secondo, personalità di spicco dell'architettura razionalista italiana. Se ne trae l'indubbia convinzione che Livorno, in quel torno di tempo, fosse ricettiva alle novità dell'architettura contemporanea; e tale attenzione si può ritrovare anche in altre architetture di questi anni, come la casa dello Strologo di Piero Bottoni, la villa Tavani di Giancarlo Palanti e ancora, il palazzo del Governo, segnato dagli interventi di Alberto Legni e Armando Sabbatini, vincitori di un concorso nazionale che aveva visto la partecipazione delle maggiori personalità del Novecento italiano. Immediato è quindi il riferimento alla situazione presente: non è certo un caso che proprio questo numero della rivista offra, nelle rubriche dedicate all'attualità, affondi, decisamente polemici, su alcune tematiche cardine per l'architettura e l'urbanistica della Livorno del nuovo millennio. Ci riferiamo al progetto del nuovo centro, ora ribattezzato Quartiere San Martino, e all'ipotesi, non ancora tradotta in termini di disegno, del nuovo ospedale. Non è nostra intenzione in questa sede entrare nel merito degli aspetti procedurali e amministrativi che hanno condotto alla previsione di diversa dislocazione dell'attuale attrezzatura sanitaria, decisione che rischia di incidere pesantemente sull'immagine architettonica della città dei prossimi decenni. Ci siamo limitati a segnalare come tale decisione avvenga all'oscuro di una strategia di più ampio respiro, lasciando troppi punti indefiniti, a partire dal destino urbanistico e architettonico dell'antico nosocomio. Si finge di ignorare che si tratta di un tema assai delicato che, ove la previsione di tale spostamento fosse assunta in maniera definitiva, coinvolge il riuso e la riconversione di un immenso patrimonio architettonico, patrimonio ormai acquisito, anche da punto di vista storiografico, alle vicende del Novecento italiano. Non pochi sono i dubbi che sorgono, se pensiamo alla manchevole sensibilità che nel recente passato si è voluto dimostrare nei confronti di analoghe testimonianze architettoniche, valga per tutte la demolizione della fabbrica della Peroni o del cinema Odeon. Non siamo necessariamente affezionati allo star system dell'architettura, anche se non possiamo non ricordare che proprio recentemente a Pisa, in un caso analogo, si è scelto di affidare, tramite un concorso internazionale, l'elaborazione del master plan delle aree dell'antico ospedale ad uno dei più noti studi europei. La nostra riflessione diventa tanto più opportuna, se ci volgiamo alle scelte progettuali adottate per il nuovo centro, disastrosamente anonime, che sembrano addirittura mutuate dalle pagine di qualche rivista patinata degli Emirati arabi e che ben poco mostrano di relazionarsi con lo spirito del luogo o con le nuove tendenze dell'architettura contemporanea. Tale giudizio non può non estendersi anche ai risultati dei recenti concorsi banditi dall'Ammnistrazione Comunale nell'ambito dei PIUSS (Piani Integrati di Sviluppo Sostenibile), risultati completamente disattesi, sembra per problemi procedurali, e sostituiti con una nuova progettazione affidata agli uffici interni all'Ente. Le immagini recentemente divulgate di queste architetture non sono con tutta sincerità convincenti: si tratta di una progettazione di routine, forse anche corretta da un punto di vista tecnico, ma certo non tale da offrire alcuno slancio all'immagine della Livorno futura. È un bilancio assai amaro quello che, a nostro giudizio, si profila: al di là delle affermazioni trionfalistiche ufficiali, la città si mostra assente sulle impegnative sfide dell'architettura contemporanea.

EAN: 9788846728463
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#307507 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 12. Pisa, ETS 2013, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Il tema portante di questo numero sono i fiori; niente di più appropriato, verrebbe da dire, per accompagnare questo passaggio di testimone, in continuità con quello che è stato. Da una stessa pianta con radici ben fondate sbocceranno sempre, se alimentata con cura e passione, dei fiori bellissimi. È la metafora della vita stessa, sovente descritta dall’uomo proprio attraverso le piante: nature morte e paesaggi in ambito pittorico, parchi e giardini in quello architettonico, sono i generi che hanno permesso, assieme al poetico-letterario, di trasfigurare meglio degli altri il regno vegetale in opere d’arte. Talvolta questo tema è stato trattato, erroneamente, come un fenomeno effimero legato alla moda del momento. È indubbio che vi siano stati periodi in cui piante e fiori hanno incontrato minore o maggiore successo, il secolo XIX ne è una testimonianza, ma è altresì vero che, figurati in chiave simbolica o ritratti dal vero, protagonisti indiscussi o anche solo elementi di corredo, questi organismi viventi sono da sempre uno dei soggetti prediletti dagli artisti. Come non ricordare a tale proposito i dipinti di Corrado Michelozzi, il pittore dei fiori, la cui poetica è stata sapientemente rivalutata da Francesca Cagianelli nel suo saggio, oppure i numerosi giardini segreti che ancora oggi danno bella mostra di sé in un cospicuo numero di dimore livornesi del primo Ottocento. Ma l’episodio più noto è forse quello del parco di Villa Fabbricotti, raccontato nel volume da Paola Baldari, nel quale natura e architettura si fondono tramite il progetto; niente è lasciato al caso anche là dove alberi e fiori sembrano disporsi senza un ordine predefinito. Siamo nuovamente di fronte a un’allegoria, quella dell’homo artifex che plasma il mondo, piegando sovente la natura che lo circonda, non solo per garantirsi un’esistenza migliore, ma anche per poterne trarre un godimento estetico.

EAN: 9788846737656
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#307506 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 9. Pisa, ETS 2012, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori.

EAN: 9788846733207
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#307498 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 13. Pisa, ETS 2014, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Proprio in una fase preelettorale in cui la nostra redazione attende le strategie culturali della prossima Amministrazione, auspicabilmente proiettate verso una fuoriuscita dal Maelström del decennio precedente, coincidente con l’esponenziale declassamento del ruolo dell’intellettuale cittadino – secondo quanto ribadito da Claudio Frontera (Versus, rubrica a cura di A. Papini) – si è deciso di varcare l’abisso culturale e psicologico del femminino, astraendoci vigorosamente da certo usurato femminismo e semmai virando verso slogan, iconografie e tipologie esondanti rispetto a una demagogia, ormai insoffribile, da suffragette. L’universo femminile è stato indagato dalla nostra redazione e dai nostri collaboratori nelle sue multilaterali e contraddittorie coordinate culturali, laddove la componente soprannaturale e demoniaca prospettata da Dostoevskij si sposa con il vaticinio di Claudel: nell’attualità, una outsider come Isabella Staino può meglio di chiunque altro incarnare il volatile mistero di una fiaba densa di inaspettati protagonisti, dove la donna diventa calamita di apparizioni fantasmiche decriptabili sull’onda della “cosmografia” felliniana, così come della sadica aritmetica sessuale di un Balthus. Non c’è spazio per strumentali quote rosa o desuete risse di emancipazione, laddove regna la pervasiva effige di una dominatrice di salotti e circuiti culturali come Virginia Banti, illuminata consorte di Salvatore Orlando, icona della collezione scoperta e valorizzata da “Archivi e Eventi” in quest’occasione, oltre che di una femminilità eletta, raffinata, tattica e comunicativa. Non a caso l’idolo japoniste di Severine immortalato in copertina, digrigna i denti nel segno dell’internazionalità cappiellesca, fulmina lo spettatore in un’ideale congiunzione animalistica, davvero precognitrice, e segna il trionfo dell’eroina che, frondista dalle infinite sfumature sentimentali, seppe ingegnosamente miscelare professionalità e privacy. L’obiettivo primario resta la riaffermazione del potere dell’onda lunga dell’ingegno femminile, non riconvertibile sulla base di schematismi revanscisti o ancor peggio di semplificazioni populistiche. In quest’ottica l’Associazione “Archivi e Eventi”, promotrice della rivista, e da sempre all’avanguardia nelle strategie culturali cittadine, mira, mai come in quest’occasione, a un dialogo innovativo con le istituzioni, rilanciando il proprio impegno con l’ampliamento del comitato scientifico, già oltremodo prestigioso, verso le eccellenze dei circuiti universitari regionali e nazionali, dando il benvenuto ad Amedeo Belluzzi, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, certificata garanzia di un osservatorio straordinariamente qualificato da parte della nostra rivista sul futuro urbanistico della città di Livorno.

EAN: 9788846738967
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#307497 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 7. Pisa, ETS 2011, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori.

EAN: 9788846731210
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#307496 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 5. Pisa, ETS 2011, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Il traguardo del VI numero di «Livorno Cruciale» è stato festeggiato all'insegna della moda, per ribadire quanti e quali rivoli siano ancora da percorrere in una Livorno inedita e di qualità. Si parla ovviamente dei fasti della Belle Epoque, quando la nostra città non sembrava affatto appagarsi esclusivamente del panorama portuale e della stagione balneare, ma ambiva a candidarsi in Italia quale snodo eccellente di mondanità e intellighenzia internazionali. Ed è proprio in questa Livorno, dove aleggiano il genio di Leonetto Cappiello e le sue invenzioni di brillante affichiste, che germogliano personalità e umori dall'estro più disparato, che tuttavia trovano nelle curiosità eleganti della moda dell'epoca un raccordo di idee e di realizzazioni non trascurabili, tra le quali è impossibile non menzionare i rapidi e raffinati figurini tratteggiati da Gastone Razzaguta, che proprio in quegli anni condivideva con Renato Natali una stagione di aggiornamento sugli stilemi parigini. Si scivola quindi all'oggi, dove altrettante scoperte di eleganze nuove si ergono alla nostra attenzione per rassicurarci di una Livorno diversa da quella semplicemente appagata da libeccio e balneazione: e si tratta non solo di manifestazioni espressive di estro, sperimentali e provocatorie alla maniera di Caterina Crepax, così come Giulia Bernini e Caterina Zucchi, ma anche di realtà professionali consolidate da una prestigiosa tradizione quale quella della Costumeria Panciatici raccontata da Gabriella Panza. Sogni e fantasie di un'eleganza moderna e destinata ai giovani, quale quella incarnata da Enrica Mannari, a conferma che a Livorno si può e si deve essere testimoni, grazie anche ad una iniziativa editoriale quale quella di «Livorno Cruciale», di tutte quelle manifestazioni di talenti professionali che non rappresentano certo l'identità trionfante di questa città sommersa dalla piaga di un incolmabile ritardo culturale e di un riottoso autocompiacimento: talenti professionali che decollano grazie alle loro squisite specializzazioni nel silenzio e nell'indifferenza di un'ufficialità che sembra pagare solo una pigra quanto confortevole mediocrità. Sono proprio nuove e sempre più qualificate iniziative culturali che possono invece aiutare a orientarsi tra i migliori talenti e a discernere le occasioni meritevoli nel magma di un'offerta vernacolare e indiscriminata, per concretizzare finalmente quel progetto di qualità e innovazione che solo può consentire un minimo di recupero.

EAN: 9788846729187
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#307495 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 0. Pisa, ETS 2009, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. "Livorno Cruciale" inizia con questo numero le proprie pubblicazioni come rivista d'arte e di cultura attenta alle vicende della Livorno contemporanea. Un titolo così perentorio richiede qualche spiegazione: non sfugge il richiamo ad uno storico saggio di Carlo Ludovico Ragghianti che affermava la centralità del dipanarsi della storia artistica di una città, in quel caso Bologna, dal moderno al contemporaneo. La rivista propone precise scelte di campo: ricade sotto la nostra attenzione la totalità dei fenomeni visivi che hanno segnato la vicenda artistica della città nel secolo appena trascorso e nell'attualità del XXI. Non vi è in tale scelta l'assunto che si possa o si debba trovare in tutto questo un filo di continuità, piuttosto vi è l'esigenza di creare possibili genealogie di fenomeni artistici, assumendo come privilegiato punto di osservazione quello di una città come Livorno, attraversata nella sua storia recente da numerose pulsioni, in costante dibattersi tra aneliti verso l'esterno e chiusure nel rassicurante mondo della provincia. E se al momento attuale ravvisiamo nelle scelte compiute dalla cultura ufficiale cittadina proprio la strada della chiusura, Livorno Cruciale si pone innanzitutto come ricerca di tutte quelle esperienze e quei fermenti che nella storia recente e nell'attualità hanno postulato una dimensione non provinciale del fare artistico. Non è senza significato, proprio nell'idea di seguire possibili genealogie non provinciali, che si sia scelto come primo argomento il tema della grafica pubblicitaria, analizzata nelle più diverse manifestazioni dai raffinati affiches di Leonetto Cappiello, alle pubblicità di ispirazione vagamente neorealista di Cafiero Filippelli, alle recenti prove grafiche di un quotidiano, nel caso specifico il giornale cittadino "Il Tirreno", per approdare al web design e quindi al disegno dei siti internet. Nel mentre la rivista stava per andare in stampa è mancato Stefano Fugazza, uno dei maggiori storici dell'arte italiana, direttore della Galleria d’Arte Moderna "Ricci Oddi" di Piacenza: amico carissimo aveva discusso con noi il progetto di questa rivista in uno dei suoi soggiorni livornesi e aveva accettato di collaborarvi. Questa nostra fatica è dedicata a Stefano. Dario Matteoni

EAN: 9788846724533
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#307494 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 1. Pisa, ETS 2009, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Al lettore che, certo incuriosito dal tema scelto per l'avvio definitivo di "Livorno cruciale", La caricatura, e forse sedotto dalla raffinata copertina illustrata da Alberto Gennari, sfoglierà queste pagine una domanda si pone immediata: quali sono i possibili nessi tra la velata ironia dei disegni di Alfredo Müller e Leonetto Cappiello, le vignette pubblicate da "Il Telegrafo", i rapidi appunti grafici stesi da Silvano Filippelli durante la sua vita di partito, "dove la verosimiglianza cede sempre il campo al segno del carattere" – come egli stesso scriveva – e infine le copertine strillate del "Vernacoliere" che dalle locandine delle edicole attirano almeno per un attimo lo sguardo distratto dei frettolosi passanti. Non di possibili nessi vogliamo parlare ma piuttosto di materiali che, assumendo Livorno come luogo privilegiato di osservazione, presentano differenti registri comunicativi. Vi è differenza di linguaggi infatti, ma vi è anche differenza di veicoli di comunicazione, anche se i palcoscenici sono, alla resa dei conti, affini. Müller e Cappiello coglievano con i loro disegni umoristici aspetti delle mode dell'epoca, dalla passione per la bicicletta che si andava diffondendo all'inizio del Novecento fino alla vita dei teatri: si tratta di abbreviate impressioni caricaturali dedicate a raduni mondani o a volti di celebri attrici, che dilagano sulle numerose riviste sciorinate nei chioschi parigini. Le caricature e le vignette satiriche che nei primi decenni del XX secolo appaiono sulle pagine del quotidiano cittadino "Il Telegrafo" seguono comunque il medesimo filone: prendono di mira i luoghi della mondanità livornese, dai Pancaldi al Politeama, e al contempo i personaggi più in vista della città. Le vignette di Gino Gamerra apriranno poi il versante ben assortito della satira politica. Di contro, per Silvano Filippelli, la caricatura ha una valenza tutta privata: è gesto quasi automatico per sottrarsi alla noia di prolungate riunioni. Vi è pur sempre nel tratto corsivo, nel disegno tracciato con immediatezza sulla pagina del taccuino o sulla carta intestata della Regione Toscana, il medesimo intento, quello di restituire quasi un'istantanea del personaggio. Diverso dunque è il valore comunicativo di tali segni grafici rimasti tra le carte dell'artista o anche affidati all’archivio di amici e collaboratori. E ancora un altro estremo, "Il Vernacoliere", veicolo di una satira politica e di costume il cui innegabile successo, anche a livello nazionale, molto deve più che all'immagine, pure di moderna accezione caricaturale, all'invenzione davvero inesauribile di notizie assolutamente improbabili, non importa se rivolte alla politica o all'annosa rivalità con i Pisani, "sparate" con caratteri aggressivi, composti senza apparenti regole sulle locandine. Dario Matteoni

EAN: 9788846725516
EUR 10.00
-10%
EUR 9.00
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#307493 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 2. Pisa, ETS 2010, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. La storia del collezionismo, le stagioni del gusto, le vicende del mercato a Livorno tra Ottocento e Novecento corrono spesso in parallelo con la storia e la fortuna delle gallerie d'arte. Ed è attraverso alcuni dei protagonisti di tale storia e fortuna che si è inteso in questo numero accendere i riflettori su un fervore di attività commerciale che ha contemplato nei secoli capitoli davvero fondamentali nella promozione degli artisti labronici dal XIX al XXI secolo. Se infatti Gino Romiti inaugurava negli anni Venti una geniale iniziativa commerciale nel suo studio-galleria, tra le sale di "Bottega d'Arte" avveniva l'epico confronto tra la pittura livornese e il Novecento Italiano, finché un promotore del gusto quale Bruno Giraldi garantiva nuove strategie per la diffusione delle avanguardie. Proseguono nel 2000 una tale prestigiosa tradizione tutte quelle gallerie che consentono, tra esposizioni monografiche, rassegne, premi, conferenze, da una parte l'approfondimento della stagione postmacchiaiola e novecentesca dall'altra, il rilancio e la diffusione delle avanguardie storiche, senza escludere infine momenti di illuminate e coraggiose proposte di giovani esordienti e non.

EAN: 9788846726162
EUR 10.00
-10%
EUR 9.00
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#307492 Arte Saggi
Firenze, Edifir 2015, cm.15x21, pp.62, brossura copertina figurata a colori. Col.Otto e Novecento. Collana di Storia dell'Arte e della Cultura,1.

EAN: 9788879707435
EUR 8.00
3 copies
#236364 Arte Saggi
Edizione con CD. Firenze, Edifir 2017, cm.17x24, pp.599, brossura cop.figurata. Coll.Studi e percorsi storico-artistici. "Quale è il significato di una lunga ricerca euristica che mette assieme più di quattromila documenti, editi, inediti, citati o stralciati, antichi rinvenimenti ottocenteschi e nuovi ritrovamenti e li ordina cronologicamente? La metodologia di riordino che sta alla base di questo libro di Francesca Coltrinari risponde da sola alla domanda, apparentemente pleonastica. La storia dell'arte è sempre più studiata per interi sistemi delle arti in cui produttori e consumatori, venditori e compratori si misurano assieme attorno ad un grande e operoso centro di produzione e di diffusione della cultura." (Dalla Prefazione)

EAN: 9788879708135
EUR 25.00
-24%
EUR 19.00
2 copies
#307383 Arte Saggi
A cura di Emanuele Greco. Firenze, Edifir 2016, cm.15x21,5, pp.166, brossura copertina figurata. Otto e Novecento. Collana di Storia dell'Arte e della Cultura. Le originali e brillanti letture di alcuni protagonisti dell'arte contemporanea (dall'impressionismo, alle avanguardie storiche, fino al "classicismo" degli anni del ritorno all'ordine) di un autore ancora oggi poco noto, Giorgio Castelfranco, la cui riscoperta permette una ricostruzione più articolata della storia della critica d'arte del Novecento in Italia.
EUR 14.00
-28%
EUR 10.00
3 copies
#307380 Arte Saggi
Firenze, Edifir 2017, cm.16x24, pp.86, illustrazioni in bianco e nero. brossura copertina figurata. Collana Avere Disegno,1. La collana editoriale “Avere disegno” nasce dalla curiosità di conoscere ed approfondire un argomento storico-artistico che merita serio interesse: il disegno. Si vuole infatti indagare, tramite volumi miscellanei o monografici, l'attività grafica di artisti di qualsiasi disciplina senza limitazioni temporali (dagli albori del disegno fino all'arte contemporanea). Il disegno e l'incisione hanno destato negli ultimi vent'anni un crescente interesse non soltanto tra gli specialisti del settore ed i collezionisti ma anche tra gli studiosi di differenti discipline ed un pubblico di non addetti ai lavori. Per questo motivo si rende necessario uno strumento di divulgazione di studi e ricerche ancora inedite. La collana si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico che permette di assicurarsi nei volumi contributi di alto valore scientifico, mai pubblicati prima. L'intento di questa impresa editoriale è presentare saggi, se possibile di giovani studiosi, che indaghino i vari aspetti della grafica d'arte: tecniche, conservazione dei manufatti su carta, indagini storiche, stilistiche, iconografiche ed iconologiche, approfondimenti sulle carte e le filigrane. La collaborazione tra Istituzioni pubbliche e private, le Università e gli studiosi è il fondamento per la crescita scientifica di un campo di ricerca, come quello sul disegno e la grafica, ancora da approfondire. La collana Avere disegno vuole essere uno strumento utile e di valido supporto agli studiosi, intrecciando le consuete ricerche storico-artistiche con quelle più settoriali del restauro e della conservazione.

EAN: 9788879707961
EUR 16.00
-37%
EUR 10.00
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#307344 Arte Saggi
Mit Textbeitragen von Chrysostomus Giner, Hans Nothdurfter, Helmut Stampfer, Eva Kreuzer Eccel, Karl Wolfsgruber. Athesia 1986, cm.25x29, pp.328, ill.colori. legatura editoriale in tutta tela, sopracoperta figurata a colori.

EAN: 9788870144215
EUR 20.00
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#307251 Arte Saggi
Milano, Electa 1963, cm.26,6x35, pp.430 centinaia di figg.bn.e a colori nt. legatura editoriale in tutta tela grezza, sopracoperta figurata a colori.
EUR 55.00
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#307243 Arte Saggi
Milano, Feltrinelli 1969, cm.22,5x27,5, pp.204 ill.bn.e a colori. legatura editoriale in tutta tela, sopracoperta figurata a colori.
EUR 37.00
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#132916 Arte Saggi
A cura di Francesco Poli. Ivrea, Priuli & Verlucca Ed. 2007, cm.24,5x32,5, pp.192, num.figg.a col.nt. legatura editoriale in cofanetto con piatti figg.a colori. Un'occasione per conoscere o riscoprire le correnti artistiche che hanno animato il Novecento piemontese, secolo di importanti rivolgimenti storici e di grandi realizzazioni in tutti i campi, eppure per certi aspetti ancora da scoprire. Un prezioso compendio che annovera capolavori riconosciuti - dai dipinti di Giacomo Grosso a quelli di Felice Casorati, dalle architetture di Giuseppe Talucchi a quelle di Carlo Mollino e di Ettore Sottsass alle sculture di Leonardo Bistolfi a quelle di Mario Merz e Alighiero Boetti - ma non trascura opere e autori meno noti al grande pubblico.

EAN: 9788880683834
EUR 84.50
-53%
EUR 39.00
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#175015 Arte Saggi
Indice dei nomi e dei luoghi in appendice. Ivrea, Priuli & Verlucca Ed. 2002, cm.24,5x32,5, pp.192, num.figg.a col.nt. legatura editoriale in cofanetto con piatti figurati a colori. Coll.Arte in Piemonte.

EAN: 9788880681960
EUR 84.50
-42%
EUR 49.00
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#51846 Arte Saggi
Poggio a Caiano, Associazione Culturale Ardengo Soffici 1992, cm.15,5x23, pp.189, 3 tavv.bn.nt. brossura copertina figurata.
EUR 25.00
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