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Giobbe. Trilogia.

Author:
Publisher: Filippo Tropea Editore.
Date of publ.:
Details: cm.12x18, pp.416, un ritratto dell'A.in antip., brossura Dorso restaurato, copp. origg, ben conservate. Ottimi interni. (Altra copia rileg.in cart. e priva della cop. orig. a €20).

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Milano, U.Lombardi e C. Editori 1888, cm.10x17,5, pp.228,(2), rileg. coeva in mz.tela verde con filetti impressi a secco e titoli in oro al dorso. (copia priva di frontesp.; firma di appartenenza al v. del II risguardo.)
EUR 28.00
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Nuova edizione accresciuta. Con una recensione di G. Trezza in appendice. Catania, Niccolò Giannotta Editore 1895, cm.9x15, pp.198,VII,(1), brossura, intonso. (dorso brunito, interni ingialliti.)
EUR 20.00
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#331891 Dantesca
A cura di Nicola Bizzi. Prato, Aurora Boreale 2023, cm.13x19, pp.164, illustrazioni. brossura copertina figurata a colori. Collana Simboli & Miti. Mario Rapisardi (1844-1912), scrittore, poeta, classicista, docente universitario e libero muratore, è una di quelle figure che dovrebbero essere di buon grado celebrate come assoluti e indiscussi giganti della letteratura italiana ed europea, eppure pochi oggi conoscono il suo nome e leggono le sue straordinarie opere. Sul "Vate Etneo" - come egli stesso si appellò nel suo autoritratto poetico presente nel poema Atlantide, è calata nel corso del Novecento una tacita damnatio memoriae. Profondo conoscitore delle opere di Dante Alighieri, Rapisardi ci ha lasciato, oltre alla sua celebre Ode a Dante, una serie di fondamentali studi danteschi, tra cui La Beatrice di Dante, un saggio in sei capitoli che vide la luce nel 1877 a Firenze sulla Rivista Europea - Rivista Internazionale, che costituisce ancora oggi uno dei migliori studi sulla figura di Beatrice e sul suo ruolo simbolico, mistico e allegorico nell'opera dantesca. Con queste parole il Vate Etneo siglava la sua premessa al testo: «Intendo mostrare in queste pagine come Beatrice, donna vera e reale e realmente amata dall'Alighieri, si trasformasse a poco a poco nell'anima del Poeta, fino a diventare un simbolo e un'allegoria». Con saggio introduttivo di Nicola Bizzi.

EAN: 9791255043188
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#317973 Arte Saggi
A cura di Nicola Bizzi. Prato, Aurora Boreale 2023, cm.14,8x21, pp.72, brossura. Collana Simboli & Miti. Mario Rapisardi (1844-1912), scrittore, poeta, classicista, docente universitario e libero muratore, è una di quelle figure che dovrebbero essere di buon grado celebrate come assoluti e indiscussi giganti della letteratura italiana ed europea, eppure pochi oggi conoscono il suo nome e leggono le sue straordinarie opere. Sul "Vate Etneo" - come egli stesso si appellò nel suo autoritratto poetico in stile foscoliano presente nel poema Atlantide, è calata nel corso del Novecento una tacita damnatio memoriae. L'interesse e l'amore per l'Arte furono una costante nella vita di Mario Rapisardi, al pari di quelli per la Bellezza, la Filosofia e la ricerca letteraria e poetica. E numerose furono le sue lezioni e conferenze sulla storia dell'Arte, sul significato dell'Arte in rapporto alla cultura e all'evoluzione del pensiero umano e sugli aspetti etici e morali dell'espressione artistica. Abbiamo voluto selezionare e raccogliere in questa pubblicazione quattro fondamentali saggi di Rapisardi sull'Arte: L'Arte è imperitura, La morale dell'Arte, Democrazia e Arte e Decadenza e rinnovazione dell'Arte, tutti risalenti alla fine del XIX° secolo. Con saggio introduttivo di Nicola Bizzi.

EAN: 9791255042822
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#307514 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 3. Pisa, ETS 2010, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Antonio Antony de Witt, coltissimo portavoce del dibattito europeo relativo agli scambi tra Oriente e Occidente, in un articolo del 1936, dal titolo Italia e Cina nell’arte, si soffermava sulle note indagini berensoniane riguardo all'orientalismo di certi trecenteschi e quattrocenteschi toscani, in particolare senesi, concludendo: «Quel che conta (...) è il poter riconoscere un'affinità d'elevata natura spirituale tra certe posizioni dell'intendimento artistico senese e l'altro di alcuni popoli d'Oriente, una spiccata raffinatezza in entrambi di facoltà diciamo trascendentali e una congrua dotazione di mezzi acconci a tradurle nella rappresentazione artistica». Ed è proprio de Witt che elencava le prerogative comuni tanto ai Senesi quanto agli artisti dell'Estremo Oriente, quali «il disegno immaginativo» e «una coloritura tutt'altro che grassa e corposa, sibbene piatta», fino a citare certe dichiarazioni di Emilio Cecchi riguardo all’affinità del cromatismo di Pietro Lorenzetti con le lacche cinesi. Il tema dell'oriente, scelto come tema monografico di questo numero della rivista, trova quindi un suo fondamento in un programma di rivisitazione critica di un fenomeno figurativo nelle sue tangenze con la cultura artistica del Novecento italiano e segnatamente toscano. Un collezionista di libri aveva ingaggiato lo scrittore americano Henry Miller affinchè scrivesse in cambio di cento dollari al mese racconti erotici; l'autore del Tropico del Capricorno aveva accettato, ma poi aveva passato la commissione alla sua amica Anaïs. "Così - racconta la Nin - incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta". Il ricco collezionista, ricevuti i primi testi, raccomandò meno poesia e più dettagli specifici sul sesso. La Nin rispose a tale invito con una lettera che illumina ancora oggi sulle modalità con cui affrontare i temi dell'erotismo: "Il sesso - scrive Anaïs - perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità (...). Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni". E ancora: "Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute!". E come la giovane modista di Parigi, quella Matilde descritta in un racconto della Nin, anche la modella della copertina di questo numero si guarda allo specchio in un sottile gioco erotico dove compiacimento e provocazione si mescolano indissolubilmente. Tra l'altro la nostra scrittrice affermava giustamente che scrivere di sesso era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza e, se vogliamo, la pittura di Vittorio Corcos, mirabilmente analizzata nel saggio di Francesca Cagianelli, non indica proprio questo cammino?
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