Esther.

Traduz.,introduz.e note a cura di M.Ortiz. Firenze, Sansoni Ed. 1963, cm.13,5x20, pp.CXLVIII,840, legatura ed.in tutta pelle, titoli e fregi al dorso.

Venezia, Marsilio Editori 1983, cm.16x24, pp.XVI,254, brossura, cop.fig. Stato di nuovo. Coll.Ricerche.

Traduz.e cura di Maria Luisa Spaziani. Testo francese a fronte. Milano, Garzanti Ed. 1986, cm.11x18, pp.XLV,435, brossura, cop.fig.a col. Allo stato di nuovo. Coll.I Grandi Libri,335. (Altra copia con piccola firma di appartenenza all'occhietto,€6,00). Le tragedie di Racine ruotano intorno a un nucleo di situazioni nelle quali, come ha scritto Roland Barthes, sotto "la purezza della lingua, le grazie dell'alessandrino, la precisione della psicologia" non è difficile ritrovare "le figure e le azioni dell'orda primitiva": l'incesto, la rivalità tra fratelli, l'uccisione del padre, l'amore e l'odio. Poeta della passione, del fato e della debolezza umana, Racine ha portato nel teatro le qualità di un grande lirico, forse il maggiore che la Francia abbia avuto.

Contiene: Notice surJ.Racine, extraite des Mémoires de Louis Racine; La Thébaide; Alexandre; Andromaque. Paris, L.De Bure, Libraire 1823, cm.7,5x12, pp.XXVIII,274, un ritratto dell'A.in antip., rilegatura coeva in t.pelle, impress.a secco e cornici in oro ai piatti, dorso a 4 nervi con titoli e fregi in oro, tagli marmorizzati. Buon esemplare. Coll.Bibliothèque Portative de l'Amateur.

materiali cortonesi. A cura di B.Gialluca. Ediz.per il"Bicentenaire de la Révolution Francaise" Conv.Internaz.di Studi, Arezzo 1989, cm.17x24, pp.30, fascicolo.cop.fig.

Milano, Rusconi Ed. 1982, cm.14x21, pp.341, num.tavv.bn.ft. legatura ed. sopracop.fig.a col. (strappo sulla sulla sovaccoperta) Coll.Le Vite.

Traduit en français par Irène Gernsheim. Castagnola (CH), Villa Favorita, Thyssen-Bornemisza Collection 1981, cm.13x22,2, pp.367,(1), oltre 250 ill. in nero n.t. e una foto in nero all'antiporta, brossura, copertine fig. a colori.

Firenze, Angelo Pontecorboli Editore 2011, cm.15x21, pp.192, brossura con bandelle. Quante volte a ciascuno di noi è capitato di rivolgere le sue riflessioni sulla libertà? Probabilmente molte. Lo è stato anche per me, e non sempre da solo, anche se posso vantare l’attenuante di aver vissuto per i primi venti anni della mia vita in un regime politico nel quale la libertà era considerata una sovrastruttura mentale non solo inutile e ingombrante, ma anche pericolosa. Ebbene, qualche volta tali riflessioni sono state per me talmente coinvolgenti al punto da sentire il bisogno di fermarle alla meglio su un foglio di carta e, quando mi è stato impossibile farlo, non mi hanno abbandonato, sicché ne porto ancora memoria.