Jeanloup Sieff. Danza.

Milano, Leonardo 1991, 2 volumi in cofanetto. cm.41x54, pp.circa 250 di tavole su carta spessorata. legature editoriali in mezza pelle. Edizione numerata in 500 esemplari, nostro esemplare 251. Accurata ristampa anastatica dell'ediz. di Roma del 1756.

Per cura di Ottavio Morali. Milano, Per Giovanni Pirotta 1818, cm.22,5x31,5, pp.XXXVI,548, 1 incisione bn.ft.in antip. rilegatura in mz.pelle, fregi e tassello con titoli in oro al dorso. Ex libris.

A cura della destinataria. Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo 2008, cm.15x23, pp.XII,64, brossura cop.fig. Coll.Carte e carteggi. Gli archivi della Fondazione Franceschini, 13. Raccolta delle lettere, in grandissima parte autografe, scritte da Ezio Franceschini alla sua allieva Antonia Ravasi dal 1957, anno della tesi di Laurea di lei, di cui fu relatore, al 1983, anno della morte dello studioso. Le Sue parole, sia che esprimano giudizi, talora anche negativi, o suggerimenti o controlli di tipo scientifico, documentano la grande confidenza, la Fede, la sicurezza che passava dall'una all'altro, in un amore di amicizia tipica di chi, consapevole o no, si ama in Cristo.

Firenze, Sarnus 2013, cm.16x24, pp.328, brossura copertina figurata a colori. Coll.Diari e Memorie. Basato su documenti d'archivio, resoconti e testimonianze orali, il volume ripercorre le vicende che insanguinarono il Valdarno tra Firenze e Pisa nel tragico anno 1944, e particolarmente nei mesi in cui il passaggio del fronte determinò l'aggravarsi delle condizioni della popolazione, esposta ad atrocità d'ogni genere, e l'inasprirsi della violenza dei nazifascisti costretti alla ritirata. La narrazione, muovendo da Firenze e seguendo il corso dell'Arno, ci accompagna attraverso luoghi insanguinati dalla barbarie: San Vincenzo a Torri, Mosciano e San Martino alla Palma presso Scandicci, Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite, Empoli con Bassa e Gavena, Granaiolo, Fucecchio, San Miniato, Palaia, Calcinaia e il Monte Pisano, Vecchiano e Pisa coi suoi dintorni, senza dimenticare i martiri di Prato che con tanti altri toscani salirono su un treno per Mauthausen per non fare più ritorno.