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#309688 Storia Medioevo

La falsa inimicizia. Guelfi e ghibellini nell'Italia del Duecento.

Author:
Publisher: Salerno.
Date of publ.:
Series: Coll.Aculei,34. Collana diretta da Alessandro Barbero.
Details: cm.13x20, pp.160, brossura copertina figurata. Coll.Aculei,34. Collana diretta da Alessandro Barbero. Rsistampa del 2021.

Abstract: La narrazione dell'esilio di Dante, i neoguelfi e i neoghibellini risorgimentali, le polemiche attuali sulla faziosità come carattere distintivo e immutabile degli italiani sono solo alcuni esempi di come la memoria delle lotte fra guelfi e ghibellini ha condizionato attraverso i secoli la nostra cultura, fino a ridursi ad un luogo comune, privo di qualsiasi aggancio alla realtà storica del tempo. Con questa espressione, infatti, si indica oggi una contrapposizione cieca e ideologica fra due parti animate da odio reciproco e fra le quali ogni dialogo è impossibile. Il quadro dell'Italia duecentesca, invece era molto più complesso. Questo libro mostra che guelfismo e ghibellinismo furono fattori di divisione interna, ma anche di coordinazione esterna: l'adesione alle parti creò infatti per la prima volta legami politici di dimensione peninsulare, superando la divisione fra il centro-nord comunale e il Regno di Sicilia nel meridione. Ancora, constateremo che la contrapposizione tra le due parti era tutt'altro che ideologica e aprioristica. Nel periodo qui preso in considerazione, l'appartenenza ai due schieramenti non prevaleva quasi mai sui reali interessi locali: guelfi e ghibellini si potevano alleare fra loro contro altri guelfi e altri ghibellini, vi erano guelfi bianchi contro guelfi neri, ma anche ghibellini contro altri ghibellini, vi erano molti cittadini che restavano fuori dalle logiche di parte e premevano per la conciliazione, vi erano - e pochi se ne stupivano - papi ghibellini e imperatori guelfi.

EAN: 9788869733451
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A cura di Cesare Letta. Pisa, Ediz.ETS 2009, cm.12,5x19, pp.140, brossura cop.fig. Coll.Pensieri Diversi,3. Nello scrigno della Bibbia sono racchiusi alcuni dei vertici più alti della poesia di tutti i tempi. A questa presenza e a una più generale riflessione sul rapporto tra esperienza religiosa e poesia è stato dedicato un ciclo di lezioni tenute tra il gennaio e il febbraio del 2006 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa, di cui qui si propongono i frutti. Paolo Xella mette a fuoco le caratteristiche strutturali e formali della poesia nella Bibbia, confrontandole con quelle di alcuni testi mitologici da Ugarit (c. 1400-1200 a.C.). Leonardo Amoroso analizza il valore della parola e della musica nei Salmi. Andrea Grillo, partendo da una "parabola buddista" e da un sorprendente testo di San Tommaso, sottolinea l'importanza del linguaggio dei simboli, comune alla poesia, alla teologia e al rituale liturgico. Mirko Tavoni propone un'originale analisi della vertiginosa visione di Dio nell'ultimo canto del Paradiso dantesco, mostrando in modo convincente che non si tratta di una semplice finzione letteraria, ma di una visione reale, strutturata in termini onirici, che egli analizza alla luce delle teorie psicanalitiche di Ignacio Matte Blanco, e giunge a individuare un rapporto con l'iconografia della maiestas Domini entro nimbo a mandorla. Infine Elena Salibra scandaglia la presenza costante di un'ansia e di una ricerca religiosa mai risolta lungo tutta la produzione poetica di Giorgio Caproni, rappresentante emblematico delle lacerazioni e delle inquietudini del Novecento.

EAN: 9788846721938
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