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#205290 Archeologia

Of Moon and Land, Ice and Strand. Sea Level during Glacial Cycles.

Author:
Publisher: Leo S.Olschki Ed.
Date of publ.:
Series: Coll.The Annual Balzan Lecture,5.
Details: cm 17 x 24, pp.88, 15 figg.nt. e 2 tavv.a col. ft., brossura, cop.fig.a col.con bandelle. Coll.The Annual Balzan Lecture,5.

Abstract: L’impostazione teorica e pratica di Lambeck, Professore Emerito presso il Dipartimento di ricerca in Scienze Naturali dell’Australian National University (Canberra), tocca questioni fondamentali legate al nostro pianeta. Le sue scoperte sulla geologia terrestre hanno rivoluzionato concetti cruciali delle geoscienze, adottando un’ottica interdisciplinare che spazia dalla geodetica alla geologia, alla geofisica, all’oceanografia e alla paleoclimatologia. I suoi libri rappresentano un punto di riferimento per gli studiosi di geodinamica terrestre. / Professor Emeritus at the Research School of Earth Sciences at Australian National University (Canberra), Lambeck’s theoretical and observational approaches address fundamental questions relating to our planet. His findings on the solid earth have revolutionized crucial concepts in the geosciences, adopting an interdisciplinary outlook ranging from geodetics to geology, geophysics, oceanography and paleoclimatology. His books are essential for students and researchers in terrestrial geodynamics.

EAN: 9788822263391
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Paris, EDDI 2000, cm.22x29, pp.144, num.ill.bn.e col.nt. legatura ed.sopracop.fig.a col.

EAN: 9782237004600
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Traduz.di Adriana Dell'Orto. Milano, Club del Libro su licenza Fabbri, Bompiani, Sonzogno Ed. 1982, cm.14,5x21,5, pp.572, legatura ed. sopraccop.fig.a col.
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#307514 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 3. Pisa, ETS 2010, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Antonio Antony de Witt, coltissimo portavoce del dibattito europeo relativo agli scambi tra Oriente e Occidente, in un articolo del 1936, dal titolo Italia e Cina nell’arte, si soffermava sulle note indagini berensoniane riguardo all'orientalismo di certi trecenteschi e quattrocenteschi toscani, in particolare senesi, concludendo: «Quel che conta (...) è il poter riconoscere un'affinità d'elevata natura spirituale tra certe posizioni dell'intendimento artistico senese e l'altro di alcuni popoli d'Oriente, una spiccata raffinatezza in entrambi di facoltà diciamo trascendentali e una congrua dotazione di mezzi acconci a tradurle nella rappresentazione artistica». Ed è proprio de Witt che elencava le prerogative comuni tanto ai Senesi quanto agli artisti dell'Estremo Oriente, quali «il disegno immaginativo» e «una coloritura tutt'altro che grassa e corposa, sibbene piatta», fino a citare certe dichiarazioni di Emilio Cecchi riguardo all’affinità del cromatismo di Pietro Lorenzetti con le lacche cinesi. Il tema dell'oriente, scelto come tema monografico di questo numero della rivista, trova quindi un suo fondamento in un programma di rivisitazione critica di un fenomeno figurativo nelle sue tangenze con la cultura artistica del Novecento italiano e segnatamente toscano. Un collezionista di libri aveva ingaggiato lo scrittore americano Henry Miller affinchè scrivesse in cambio di cento dollari al mese racconti erotici; l'autore del Tropico del Capricorno aveva accettato, ma poi aveva passato la commissione alla sua amica Anaïs. "Così - racconta la Nin - incominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata, che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità. Ma non ci fu nessuna protesta". Il ricco collezionista, ricevuti i primi testi, raccomandò meno poesia e più dettagli specifici sul sesso. La Nin rispose a tale invito con una lettera che illumina ancora oggi sulle modalità con cui affrontare i temi dell'erotismo: "Il sesso - scrive Anaïs - perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un'ossessione meccanicistica. Diventa una noia. Lei ci ha insegnato più di qualunque altro quanto sia sbagliato non mescolarlo all'emozione, all'appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l'intensità (...). Questo è quel che conferisce al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Lei sta rimpicciolendo il mondo delle sue sensazioni". E ancora: "Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino. Quanto perde con questo periscopio sulla punta del pisello, quando invece potrebbe godersi un harem di meraviglie tutte diverse e mai ripetute!". E come la giovane modista di Parigi, quella Matilde descritta in un racconto della Nin, anche la modella della copertina di questo numero si guarda allo specchio in un sottile gioco erotico dove compiacimento e provocazione si mescolano indissolubilmente. Tra l'altro la nostra scrittrice affermava giustamente che scrivere di sesso era diventata una strada verso la santità invece che verso la dissolutezza e, se vogliamo, la pittura di Vittorio Corcos, mirabilmente analizzata nel saggio di Francesca Cagianelli, non indica proprio questo cammino?
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Patavii, In Aedibus Livianis 1968, cm.14,5x20,5, pp.V,170, brossura. Coll.Scriptorum Romanorum Quae Extant Omnia,98,99. XXIV, Opera Philosophica V.
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