Poesie. La ballata del carcere di Reading.

A cura di Aldo Camerino. Roma, Gherardo Casini Ed. 1958, cm.14x21, pp.658, legatura ed.in tutta tela, titoli in oro al dorso. Col.I Grandi Maestri,8.

Scelti e tradotti da Alex R.Falzon. Milano, Mondadori 1986, cm.10,5x17,5, pp.154, brossura copertina figurata a colori. Coll.Oscar Saggi.

Introduzione di Masolino D' Amico. Traduzione di Laura De Palma. Testo inglese a fronte. Milano, Rizzoli Ed. 2002, cm.10,5x17,5, pp.263, brossura cop.fig.a col. Coll.BUR Teatro. Sir Robert Chiltren è un uomo integerrimo dalla brillante carriera politica, circondato dalla stima degli amici, oggetto d'amore da parte della moglie che vede in lui il prototipo dell'onestà e dei valori del tempo. Ma questa felicità è minacciata dall'intrigante signora Chevely che rivela alla moglie di Sir Robert come all'origine della fortuna di questi vi sia un atto di profonda disonestà. Questa drammatica scoperta provoca nella coppia una crisi profonda e apparentemente insanabile. Sarà il buon senso di Lord Goring, un brillante uomo di mondo, a impedire al matrimonio di naufragare restituendo ai coniugi la felicità perduta.

Tragedia in un atto. Introduzione di Alberto Arbasino.Traduzione di Domenico Porzio. Milano, Rizzoli 1974, cm.23x29,5, pp.86, 19 illustrazioni a piena pagina di Aubrey Beardsley. brossura cop.fig. Coll.Le Strenne della BUR.

Roma, Ist.Poligrafico e Zecca dello Stato- Archivi di Stato 2003, cm.23x30,5, pp.250, 20 ill.bn.e 380 a col. legatura ed.in tutta tela, stemma in oro al piatto ant.e titoli in oro al dorso, sopracop.fig.a col. Coll.Varia.

Milano, Universale Electa/Gallimard Ed. 1995, cm.12,5x18, pp.192, num.ill.bn.e col.nt. brossura cop.fig.a col. Coll.Storia e Civiltà,56.

Edited by Peter Garland. With an Essay by Ingram Marshall. Santa Fe (NM), Soundings Press 1981, cm.21,5x28, pp.112, brossura, cop.fig. [copia in stato eccellente]

Bologna, Perdisa Pop 2007, cm.12x18, pp.114, brossura copertina figurata. Coll.Babelesuit. Non avrebbe dovuto cantare quella canzone. Non avrebbe dovuto. È stato così che l'ho guardata. Ho guardato la sua voce. Anche le voci hanno una faccia, un volto. Dei lineamenti. Una fisionomia. La sua era morbida come il viso di un bambino. Sembrava arrivare da dentro, sembrava uscire e sorridere. Ma sorrideva amaro, con un pianto. Come la mamma quando era triste. Siamo tutti fragili, diceva. Non doveva cantare quella canzone. Non doveva.