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Invece che la TV. Come scegliere le attività extrascolastiche più adatte al proprio figlio.

Autore:
Editore: Red Ediz.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Piccoli e Grandi Manuali,45.
Dettagli: cm.15x21, pp.109, br.cop.fig.a col. Coll.Piccoli e Grandi Manuali,45.

Abstract: Come impiegano il tempo i nostri bambini, finita la scuola e i compiti a casa? Fino a non molto tempo fa, giocavano nei cortili con i loro compagni; oggi preferiscono decisamente i videogiochi, il che purtroppo tende a favorire la passività, a impedire la socializzazione, nonché ad aumentare il rischio di obesità. Fornire al bambino la possibilità di seguire un corso di musica o di lingua straniera, oppure di praticare uno sport, è un aiuto indispensabile al suo sviluppo fisico e intellettivo. Questo libro costituisce una guida informata e imparziale che descrive i vantaggi e i limiti delle varie attività: come scegliere (e quando proporre) lo sport, lo strumento musicale o l'attività più adatti per ciascun bambino.

EAN: 9788874471225
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Como, Red Edizioni 2003, cm.13x20, pp.159, leg.ed. sopracop.fig.a col. Coll.Le Stelle della Lyra,13,

EAN: 9788874470228
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#305131 Religioni
Con le illustrazioni di Don Alemanno autore di jenus. Uno Editori 2021, cm.14x20, pp.100 alcune tavole a coloir nt. brossura copertina figurata a colori. Coll.La Via della Storia Segreta. Cosa dice davvero la Bibbia? Il giardino dell’Eden, Adamo ed Eva, il peccato, l’elohim Yahweh, la Genesi: un’analisi seria dei contenuti biblici a cura di Mauro Biglino, accompagnata da un umorismo sorprendente grazie ai fumetti “divinamente ispirati” di Don Alemanno. “Dopo aver creato l’Eden, Dio stabilisce che mica se lo può coltivare da solo, troppa fatica. E allora creò l’Adam: un lavoratore sottomesso e docile che non deve fare tante storie. Ma che paradiso è quello in cui si sgobba come dei dannati? Non facciamoci troppe domande e seguiamo la vicenda…” Perché parole e fumetti?

EAN: 9788833800707
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Traduzione di Daria Restani. Milano, TEA Ed. 2007, cm.13x19,5, pp.230, br.cop.fig.col. Coll.TEA pratica. Prima le brutte notizie: se siete come la maggior parte degli aspiranti scrittori, il vostro manoscritto verrà ignorato, messo da parte e probabilmente non diventerà mai un libro. Ora, invece, quelle buone: conoscere ed evitare gli errori più comuni e certe cattive abitudini vi distinguerà dalla maggior parte degli altri e vi aiuterà a far sì che le case editrici considerino seriamente sia voi sia i vostri lavori. Ma quali sono questi errori? Ve lo spiega Pat Walsh, editor americano e co-fondatore di un'importante casa editrice, che in questo volume ha raccolto non soltanto gli ingredienti fondamentali di ogni buon testo, ma analizzato anche l'intero mondo editoriale, con le proprie esigenze e particolarità, aiutando così gli aspiranti scrittori a non fare quei passi falsi che possono compromettere la realizzazione del loro sogno.

EAN: 9788850211821
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copertina illustrata con un disegno di Adolfo Natalini. Volume interamente illustrato con fotografie e disegni. Catalogo e documentazione della mostra «Arredamento a memoria» Tre mostre allo studio Franca Pisani. Firenze, Maggio 1978. Firenze, Tipografia G.Capponi 1978, cm.21x29,5, pp.80 ill.bn. brossura copertina figurata. Prima edizione. Sono illustrati 3 progetti: 1. «Le sbarre della memoria - Erinnerungsschielder» (Firenze - Vienna, maggio/giugno 1976): "Ogni anno una persona incide su una sbarra in ottone (rame alluminio) un evento da ricordare. Le sbarre vengono disposte in fila sul muro... La vita privata può divenire pubblica, i ricordi personali possono essere esposti al pubblico... A Vienna, col Superstudio, ho attaccato le mie Erinnerungsschielder al muro della stazione della metropolitana disegnata da Wagner... Questo perché l'arte per la città è fatta di monumenti e non dei gesti, delle paure e delle speranze di quelli che l'abitano. La città ricorda solo i suoi dominatori e i suoi costruttori... Così tutti ricordano il faraone ma nessuno ricorda uno per uno le miglia di schiavi che eressero la piramide. Volevo cominciare a ricordare tutti, uno per uno" (pag. 4). 2. «La cassa della sopravvivenza» (Firenze - Marina di Vecchiano, febbraio '76 / giugno '77): "Una foto dell'interno di un sarcofago di pietra, mostrante i mobili che appartenevano al defunto, trovata in un libro sulla storia dell'arredamento, mi ha messo in moto una serie di associazioni. La prima era quella di usar per la morte gli stessi oggetti usati per la vita. La seconda era quella di vivere in mezzo ad oggetti di pietra: i mobili nella morte si schiacciano alle pareti. La terza era quella di rendere immobili le cose col ricordo: la memoria, come lo sguardo di Medusa, pietrifica. Ho cominciato a scegliere gli oggetti da ricordare; altri mi hanno scelto con la loro semplice presenza per esser ricordati. Li ho ricostruiti come di pietra, in una cassa della sopravvivenza divisa in sezioni da una riscoperta archeologica. Ho sistemato la cassa in diverse stanze, confrontandola con gli altri oggetti e con l'architettura. Infine, su una spiaggia, togliendo la sabbia che la ricopriva, ho scoperto che il tumulo per gli oggetti era uguale al tumulo per l'uomo di cui parlava Loos: «Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dentro di noi dice: qui è sepolto qualcuno. Questa è architettura»" (pag. 30). 3. «Quattro case a memoria» (Firenze, settembre 1977): "Il mio lavoro per molti anni è stato d'architettura. Ho disegnato, letto, guardato, costruito (molto poco). Ho descritto con le parole e coi segni molte architetture. Ho provato a ricordarne quattro. Si sono semplificati i rapporti, sono scomparsi i dettagli, ho dimenticato la struttura e i materiali. Riportate sul foglio le architetture non avevano più nulla in comune con le architetture di carta da cui pure erano partite. Le ho ricostruite in refrattario e le ho fatte cuocere. Poi le ho avvolte in panni bianchi legati con lacci e le ho protette, una per una, in cassette di legno. La prima riproduce un'urna greca a forma di casa trovata ad Argos. La seconda è una casa che ho disegnato quando avevo cinque anni. La terza è una casa progettata quando ancora credevo molto nel fare architettura. La quarta è una casa che ho costruito proprio quando pensavo di non far più arechitettura" (pag. 62). I tre progetti documentano la mostra «Arredamento a memoria»: "Il 9 maggio ho sistemato su tre pareti contigue, a un metro e settanta d'altezza, la mia autobiografia incisa su lastre di ottone, poste di seguito ma con alcuni vuoti per mancanza di ricordi relativi ad alcuni anni. Il 13 maggio ho sistemato una cassa come di pietra con una serie di oggetti come di pietra attraversata da un filo di metallo longitudinale e tre fili di metallo trasversali tirati perpendicolarmente tra le opposte pareti. Il 20 maggio ho sistemato un tavolo di legno molto alto con sopra quattro piccole architetture in refrattario... Stratificando nel tempo la memoria invece della vita, degli oggetti e dell'architettura, la stanza, vista di sbieco dalla porta, rimaneva come l'avevo vista la prima volta" (pag. 76).
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