Studii di letteratura e d'arte.

José Espronceda, pagine del martirologio nazionale, in Calabria, San ì Marino, un raro cimelio, la II Mostra Mondiale di Belle Arti in Venezia, l'Ulisse dantesco. Milano, Hoepli 1898, cm.13x19, pp.588, brossura Bibl.Scientifico Letteraria.

Seconda edizione notevolmente accresciuta. Firenze, Le Monnier 1899, cm.12x18, pp.590, legatura muta.

Firenze, Successori Le Monnier 1883, cm.12x18,5, pp.388, brossura intonso. Etich. di biblioteca al dorso ma esempl. molto buono.

Roma, Ist.Poligrafico e Zecca dello Stato-Archivi di Stato 1995, cm.20x28, pp.XXXVI,1118, legatura ed.in relutan, [copia in eccellente stato]. Coll.Cento Libri per Mille Anni. Coll.diretta da W.Pedullà.

A cura di Maria d'Agostino. Roma, Salerno Edit. 2008, cm.15x22,5, pp.144, brossura con bandelle, intonso. Coll.Documenti di Poesia,13. La leggenda di Cola Pesce, o Niccolò Pesce, è attestata in ambito siculo-napoletano fin dal tempo dei Normanni, e doveva essere piuttosto diffusa nel territorio spagnolo se lo stesso Cervantes vi farà riferimento nel Quijote. E proprio la citazione di Cervantes sembra sintomatica di una radicata conoscenza della storia di Nicolás nell'immaginario collettivo. Tra gli innumerevoli contagi (bizantini, mediterranei, ebraici), è comunque la tradizione cristiana a prevalere nel tempo, lasciando le maggiori e più importanti tracce nella trama narrativa della leggenda. Così, le versioni giunte sino a noi oggi sono caratterizzate da precisi tratti cristiani, come attesta chiaramente l'evo-luzione del racconto, dove osserviamo l'antico bambino disobbediente trasformarsi in un essere la cui principale preoccupazione è la salvezza del prossimo, alla maniera del perfetto cristiano.