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Il dottore.

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Editore: Bompiani Ed.
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Dettagli: cm.12x20,5, pp.190, brossura cop.fig.col.

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#71445 Arte Pittura
Saggio su un'artista ferrarese contemporanea. Ferrara, Liberty House 1993, cm.21x23, pp.60, num.figg.bn.nt. brossura cop.fig.a col.
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Milano, Feltrinelli 1968, cm.12,5x20,5, pp.192,(4), brossura, cop.fig.con bandelle. (interni un po' ingialliti.) Coll.Gli Astri. Terza edizione in collana.
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Milano, Bompiani 2007, cm.12x19, pp.102, brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Tascabili. Romanzi e Racconti,1000. Tutto in una notte d'inverno. La notte della paura. Il passato entra nella vita quotidiana e per una volta questo mondo e l'altro si sovrappongono e si confondono. In un antico palazzo attraversato da fremiti e tremori rivive la notte del 16 gennaio, la notte che la musica scoprì l'America. Sono loro. Sono Benny Goodman e Gene Krupa e gli altri. Sono i musicisti della band che la notte del 16 gennaio del 1938 ebbero il coraggio di scaldare con lo swing, meglio che col whisky, meglio che col gin, la sala da concerto della Carnegie Hall di New York. E c'è un'altra ombra schiva e discreta. Sembra davvero lui, un grande scrittore nostro che troppo presto ha smesso di scrivere. Non va bene dire che la morte se l'è preso troppo presto. La notte della paura non nominare chi non deve apparire. Chi c'è e chi non c'è. Chi sono gli scrittori indicati con tanto di nome e cognome, i romanzieri italiani di oggi – e di domani – i cui libri sono negli scaffali di una prestigiosa biblioteca che sembra avere le ore contate. E soprattutto chi diavolo – cancella diavolo – chi c'è nell'appartamento di sopra da decenni disabitato? Di chi sono i passi che camminano corrono danzano: e fanno fracasso e di tutto per superare il volume della musica e farsi sentire.

EAN: 9788845258169
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Santarcangelo di Romagna, Rusconi Libri 1987, cm.14x21, pp.270, legatura editoriale, sovraccoperta figurata a colori. Collana Narrativa Rusconi.

EAN: 9788818060263
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Milano, Electa 1976, cm.17x25, pp.434, centinaia di ill.e tavv.bn.e col.nt. legatura ed. sopracop.fig.a col. Testo in inglese.
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Adunanza solenne del 22 giugno 1967 onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica. Roma, Accademia Naz.dei Lincei 1968, cm.18x27, pp.165-260, fascicolo, Rendiconti delle Adunanze Solenni, Vol.VII, Fasc.3. Intonso. Relazione del Presidente. Luigi Ronga, La "modernità" di Claudio Monteverdi. Conferimento del Premio Naz.del Presidente della Repubblica. Conferimento dei Premi del Ministro della Pubblica Istruzione. Conferimento dei Premi del Ministero della Pubblica Istruzione. Conferimento dei Premi della Fondaz."Antonio Feltrinelli". Conferimento del Premio della Fondaz."Guido Lenghi". Conferimento del Premio della Fondaz."Eugenio Morelli". Conferimento del Premio"Camillo Golgi". Conferimento del Premio della Fondaz."Dott.Giuseppe Borgia". Conferimento del Premio della Fondaz."Battista Grassi". Conferimento del Premio della Fondaz."Angiolo Silvio e Jacopo Novaro". Conferimento del Premio della Fondaz." Luigi D'Amato". Conferimento del Premio della Fondaz."Giovanna Jucci". Conferimento della Borsa di Studio "Carlo A.Miranda".
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A cura e con un saggio di Giancarlo Gaeta. Milano, Adelphi 1982, cm.14x22, pp.403,(13), brossura con bandelle e copertina figurata. Coll.Biblioteca,118. I «Quaderni» di Simone Weil cominciano oggi ad apparirci per ciò che sono: un’opera unica e solitaria, senza ascendenze, senza discendenze, un cristallo perfetto composto di molteplici cristalli. Simone Weil riempì sedici grossi quaderni fra l’inizio del 1941 e l’ottobre 1942: aveva poco più di trent’anni, la guerra era nel suo momento più cupo, la vita la trascinava, come tanti rifugiati, fra Marsiglia, gli Stati Uniti, Londra, dove sarebbe morta nel 1943, dopo aver tentato in ogni modo di farsi paracadutare dietro le linee tedesche. Con prodigiosa intensità, trasmettendoci quasi il pulsare del pensiero stesso nel momento in cui si fissa, Simone Weil annotò in quel periodo questa «massa non ordinata di frammenti»: tutti i temi delle sue riflessioni precedenti, che erano state soprattutto filosofiche e sociali, vi riappaiono e alcune decisive scoperte sono qui testimoniate, come la lettura dei grandi testi sanscriti, fatta con René Daumal. Ma ciò che subito colpisce è l’invisibile presupposto che irraggia la sua luce su queste pagine. Qui, più che mai prima in lei, parla un pensiero trasparente e durissimo, caparbiamente concentrato su un esile fascio di parole che la Weil incontrava interrogando pochi testi inesauribili (le «Upani?ad», la «Bhagavad Gita», i Presocratici, Platone, Sofocle, i Vangeli, san Paolo): amore, forza, necessità, equilibrio, bene, desiderio, sventura, bellezza, limite, sacrificio, vuoto. Nulla come il contatto con queste parole può rendere evidente la miseria della filosofia, della scienza, della religione, della politica abbandonate al loro «karman» occidentale. Mentre proprio dinanzi a queste parole si accende il pensiero della Weil, che è l’esperienza stessa di «agganciare il proprio desiderio all’asse dei poli». La Weil sapeva perfettamente che quelle parole sono altrettante ordalie, perché fanno traversare il fuoco a chi le pronuncia. Chi può pronunciarle, in quanto sa a che cosa esse si riferiscono, ne esce illeso. Ma quasi nessuno ne esce illeso. Nella bocca di quasi tutti quelle parole sono carcasse deformi. Sotto la penna di Simone Weil tornano a essere cristalli misteriosi. Per osservare quei cristalli con attenzione – e l’attenzione è appunto la suprema virtù praticata dalla Weil, quella che riassume in sé tutte le altre – bisogna essere almeno un matematico dell’anima: Simone Weil lo era

EAN: 9788845904837
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Padova, Cedam 1944, cm.13,5x19, pp.120,(4), brossura, cop.con bandelle. (dorso brunito e interni un po' ingialliti ma discreto esemplare.) Coll. Guide di Cultura Contemporanea,11.
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