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#336895 Biografie

Ritratto di Stalin.

Author:
Publisher: Edizioni Erre.
Date of publ.:
Details: cm.15x24, pp.98, brossura.

ConditionsDa collezione, buono
Note: Mende al dorso ed alla cerniera della copertina legatura salda.
EUR 19.00
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Traduzione di Giorgio Migliardi. Torino, Giulio Einaudi 1991, cm.12x19, pp.XIV,370, brossura copertina figurata. Coll.Tascabili,70.

EAN: 9788806127626
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Note: Macchia al taglio superiore, interno perfetto.
EUR 9.50
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1917-1937: Cronaca di una rivoluzione tradita. Traduz.di Sirio di Giuliomaria. Roma, Ediz. La Nuova Sinistra - Savelli 1973, cm.11x18,5, pp.159, brossura cop.fig. Coll.Cultura Politica,114. A cento anni dalla Rivoluzione d’Ottobre cosa sappiamo di quegli eventi? Quanto è rimasto nelle generazioni più giovani di quella storia complessa, violenta, alla lunga perdente – e tuttavia animata da un profondo afflato ideale, guidato da ideali di uguaglianza, giustizia e libertà –, che i libri di storia chiamano Rivoluzione comunista? I trentenni di oggi sono nati in un mondo che non è più diviso in due da una cortina di ferro. Dopo la caduta del muro di Berlino l’universo comunista si è rapidamente dissolto, e la storia di quel mondo, che una generazione fa era ben nota e aspramente dibattuta nel bene e nel male, è oggi quasi eclissata. Per questo è tanto più importante rileggere lo sviluppo di quegli eventi, il racconto dei primi vent’anni della Rivoluzione, descritti in questo libro forse dal più lucido, appassionato e lungimirante intellettuale e rivoluzionario dell’epoca. Attraverso la narrazione e il prisma interpretativo di Victor Serge – pensatore troppo presto dimenticato, come scrive David Bidussa nella prefazione di questo volume – percepiamo quel mutamento di fini, quello stravolgimento politico e ideologico che fu il passaggio dalla Rivoluzione comunista guidata da Lenin all’istituzione del regime dittatoriale di Stalin. Pochi, come Victor Serge, percepirono per tempo questo stravolgimento come il tradimento di un ideale, denunciandone pubblicamente la barbarie. Ben pochi, come lui, in Russia e in Europa occidentale, furono disposti a subire le conseguenze delle proprie idee, lottando fino all’ultimo per farsi sentire.
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Traduzione di Federico Federici. Milano, Bompiani 1980, cm.14x22, pp.XIII,428, brossura copertina con bandelle. Mosca 1938. Il giovane Kostja uccide Tulayev, membro del comitato centrale del Partito Comunista. In seguito all'attentato, la polizia segreta organizza la ricerca non tanto dell'esecutore materiale, quanto dei responsabili morali che, con il loro atteggiamento critico dello stalinismo, avrebbero contribuito a creare il clima in cui è maturato il delitto. Cinque sono i colpevoli designati: l'intellettuale Rublev, l'alto commissario di polizia Erchov, il contadino-soldato Makeev, il vecchio bolscevico Kondriatiev e il trockista irriducibile Ryjik. A tutti costoro, rivoluzionari di provata fede, sono rivolte le accuse più fantastiche e infamanti. Il romanzo viene proposto in una nuova traduzione, dopo oltre cinquant'anni dalla prima edizione italiana.
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Pisa, Giardini Ed. 1980, cm.15x22, pp.da 1677 a 1791, brossura Coll.Scriptorum Romanorum quae Extant Omnia,CCCXVI-CCCLVIII.
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#335769 Biografie
Segrate, Arnoldo Mondadori Editore 2007, cm.13,5x20, pp.298, illustrazioni. brossura. Collana Oscar Storia, 446. Il nome di Attila, il re degli Unni, è diventato sinonimo di violenza, barbarie, ferocia. Ma al di là del mito, che cosa sappiamo davvero sull'uomo, sul suo ruolo nella storia, sul mondo in cui è vissuto? Attila era brutale, capriccioso, volubile, arrogante, sfrenato. Un capo tribù analfabeta dedito ai saccheggi, senza alcun interesse per le arti governative; nondimeno, è stato un abile politico che, dalla sua base nelle pianure ungheresi, ha saputo usare una moltitudine di segretari e ambasciatori per ottenere i suoi scopi; un leader che grazie alle proprie straordinarie doti ha conquistato l'indiscussa supremazia tra i tanti capi tribali. Tra 434 e 454 d.C. i destini dell'Europa dipendevano dalle azioni di quest'uomo: l'impero romano ormai decadente sopravviveva ancora, con le sue due capitali di Roma e Costantinopoli, ma era minacciato da una nuova forza, le orde barbariche. Attila era riuscito a unire le tribù unne in un unico esercito di spaventosa potenza e straordinaria efficacia, per lanciare un doppio assalto alle due metà dell'impero, quella occidentale e quella orientale, guadagnandosi la fama di devastatore senza pari ("dove passa lui, non cresce più l'erba") e portando alla fine della secolare supremazia di Roma.

EAN: 9788804564447
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EUR 8.00
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